Le Cortigiane

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Al centro del villaggio la notizia dell'evento si era già sparsa, attirando i curiosi alle mura del castello, tra cui le Cortigiane.

"Chissà...".

Le due guardarono la Bionda con uno strano sorriso divertito. Lo facevano sempre, coscienziose della natura sognatrice della loro compagna; lo consideravano strano, incomprensibile e patetico.

"Di cosa stai fantasticando oggi?".

Chiese la Rossa.

"Perché lo chiedi? Sicuramente una delle sue solite stramberie! Folletti,gnomi e chissà... unicorni forse".

Rispose la Mora.

L'altra le guardò infastidita, riprendendo ad ammirare il castello del Re.

"Allora? Non ci hai ancora detto a cosa stai pensando!".

Ribatté la Mora, sempre più infastidita da lei.

"Pensavo non vi importasse delle mie fantasticherie su gnomi, folletti e chissà... unicorni".

La Rossa a stento riusciva a trattenere una risata divertita, mentre la Mora sbuffava.

"Dai, a che pensavi?".

Chiese dolcemente, cercando di riconquistare l'interesse della compagna.

Con lo sguardo ancora inchiodato al palazzo, rispose.

"Chissà se mai abiterò in un posto del genere".

La reazione della Mora ci mise poco a manifestarsi.

"Bah! Eccola... stavolta non stramberie... pazzie!".

"Oh Mora, ritornatene a fare l'unica cosa che sai fare bene".

Disse ferma la Bionda.

Per qualche strano motivo si erano ritrovate anni fa, in uno dei ghetti luridi del paese e ora non si lasciavano mai.

La Bionda però era diversa. In lei il senso di giustizia era più acceso, non solo quando le faceva comodo, a differenza delle due.

In qualche modo sognava di fuggire da quel paese, da quel posto, da quelle due arpie.

E se..? No, nulla da fare.

Sarebbe rimasta sola e senza conoscenti visto che i suoi genitori erano morti.

E se...? No, è proibito andarci. Chiunque abbia provato a uscire dal regno si è saputo morto.

Si sentiva concatenata a quel destino, a quella vita, a quelle donne.

La verità, e nel profondo lo sapeva benissimo anche lei, è che non ne aveva il coraggio.

E' facile porsi dei limiti per non fare ciò di cui si ha paura: il cambiamento spaventa, come l'incapacità di controllare gli eventi futuri.

E'dunque meglio respirare il rancido della propria carne putrefatta o buttarsi nel vuoto?

Più si rimane in questo regno insano più si marcisce, ma chi vieta l'uscita?

Chi tiene prigionieri coloro che non vogliono conoscere l'oltre, se non loro stessi?

"Questo regno maledetto..."

Bisbigliò fra sé.

"Che hai detto?"

Chiesero le due, guardandola stranite.

"Non è possibile che sia colpa mia"

Rispose, tentando di convincersi di essere nel giusto, senza sapere però cosa volesse significare.



Beveva dalla coppa quel dolce vino

non si era accorta del suo aspetto meschino?

Satura di indecenza

non era forse la sua presenza?

Incapace a decidere, era meglio la Rossa

la Mora ... o la fossa?



La maledizione del GiullareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora