Capitolo 2

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Capitolo 2

" A volte succedono cose che non si è preparati ad affrontare."

-Hunger Games.

Apro gli occhi lentamente per via della luce dei raggi del sole che entrano dalla finestra. Il soffitto è di un bianco sporco, e le pareti della camera di un verde acqua smorto. La prima cosa che mi viene in mente è "Dove sono?". Sfioro delicatamente la mia pancia in cerca del mio bambino che mi da forza e sicurezza. Non c'è. Il mio bambino non c'è. Sgrano ancora di più gli occhi per vedere meglio. La mia pancia è più piccola e molliccia. «E' nato.» mormoro tra me e me. E' strano come possa mancarmi. E' stato un pezzo di me per ben 9 lunghi mesi, e ora mi sento vuota senza di lui a riempirmi. Mi guardo intorno e non c'è nessuno. Prendo un po' d'acqua che trovo sul tavolino alla mia destra e bevo. Ho la bocca secca e asciutta. Chissà quante ore avrò dormito. Sento dei passi avvicinarsi alla porta della mia stanza, e mi blocco. E se fosse.. Harry? Ricordo ancora il calore del suo corpo sul mio dopo la nascita di nostro figlio, le sue labbra morbide sulle mie, e la sua stretta intorno alla mia mano, così forte e possente come se non volesse più lasciarmi andare. Qualcuno entra dalla porta. Due occhi azzurri mi fissano compiaciuti. Louis sorride. «Sei sveglia.» sussurra piano. Si avvicina lentamente al mio lettino e si siede sulla poltroncina accanto. «Come ti senti?» domanda calmo. «Un po' stordita.» confesso ridacchiando. «Bene.» dice avvicinandosi al mio volto, e lasciando poi un bacio sulla mia fronte. Finalmente un volto familiare, quello del mio migliore amico Louis. «Dov'è?» chiedo riferendomi al bambino. «È con Harry. Sta benissimo, Elsie. Pesa 3.6 kg.» Un piccolo campione. Non riesco a trattenere l'emozione. «Voglio vederlo.» rispondo con la voce che trema. « Chiamo Harry.» si alza velocemente e va verso la porta. «Louis.» lo richiamo. Louis si gira verso me e sorride. «Sì?» domanda fermandosi. «Lei dov'è?Ha visto il mio bambino?» sento la rabbia tornare in superficie. Non ho ancora dimenticato il suo sguardo furioso su di me. Louis scuote la testa e mi sento sollevata. «Oh, Elsie. Harry l'ha cacciata via.» Ho sentito bene? Harry l'ha proprio mandata via di qui? Louis mi sorride e va a chiamare il padre di mio figlio. Mentre guardo Louis lasciare la stanza, ripenso a cosa succederà adesso tra Harry e me. Sono sicura che sarà contento di sapere che il bambino verrà dato in affidamento. E' evidente che gli sto facendo un favore. Niente responsabilità, niente rapporti civili con me, niente di niente. Eppure io non avrei chiesto un misero centesimo e aiuto a lui. Come sempre mi sarei rimboccata le maniche e avrei lavorato per me e mio figlio. Ma ho deciso di dargli una vita migliore. Infatti non ho pensato ad un nome perché devo darlo in affidamento, e farebbe troppo male saperlo. Meglio restare all'oscuro di tutto. Sento delle voci nel corridoio, sempre più forti, mi prende il panico. Tra pochi secondi terrò per la prima e l'ultima volta in braccio il mio bambino, e solo l'idea mi fa battere forte il cuore. Ma sono anche triste, qualcuno lo poterà via da me per molto tempo. La porta si apre e vedo Harry entrare con.. scoppio a piangere. E' un'emozione unica. «Andiamo dalla mamma.» gli sussurra dolcemente. Sento un mugolio. È il mio bambino. Quello è proprio mio figlio. E' così minuscolo e indifeso..non vorrei mai lasciarlo andare. Vorrei essere io a proteggerlo. Harry si avvicina lentamente sotto lo sguardo attento di Louis. Sono sicura che si saranno detti qualcosa durante la mia assenza. Sono molto agitata. Ho sognato per mesi il volto di mio figlio e ora che è tra le mie braccia, è molto più bello di quanto immaginassi. Anzi, è stupendo. Ha appena aperto gli occhi. Sono verdi come quelli di Harry. Un colpo al cuore. Non ho il coraggio di guardarlo. Lo do subito ad Harry e lui mi guarda confuso. Mi giro dall'altro lato per nascondere le lacrime di pura tristezza. Sì, l'adozione è la scelta giusta. Non potrei sopportare di crescere un bambino sapendo che suo padre non mi ama. «Elsie..» inizia a dire Harry, ma lo blocco. Non voglio sentire nessuna delle parole che ha da dirmi. «Sta zitto.» lo ammonisco. Il solo fatto di essere qui, in questa stanza e respirare la sua stessa aria mi fa innervosire. Louis è fermo davanti alla porta e ci guarda in silenzio. Gli rivolgo uno sguardo compassionevole e voglio solamente che spedisca Harry da qualche parte fuori di qui. «Louis, vai a chiamare l'infermiera. Deve aver pronte le carte per l'adozione.» lo avviso fredda con tono tagliente. Sembra molto combatutto, ma alla fine cede e sparisce. Rimango sola con Harry, e spero solo che Louis faccia il prima possibile perché non riuscirei a stare un minuto di più con questo individuo che tiene in mano mio figlio. «Elsie, non farmi questo.» La sua voce profonda trema. Ha l'aria stanca di chi non ha chiuso occhio. Sembra ferito, e quasi provo compassione per lui, ma mi sono promessa di non sentire assolutamente nessuna emozione per Harry, e devo continuare a mantenere il mio pensiero. «Smettila. Non ti è mai importato nulla di lui, e ci pensi ora? Mi fai schifo!» urlo esasperata. Lacrime amare bruciano la pelle del mio viso, e le lascio cadere. Ho bisogno di liberarmi almeno un po' dal mio dolore che per mesi mi ha divorata dentro. «Cazzo, Elsie! Come fai a dire questo? Guardalo! Guarda nostro figlio e dimmi come puoi fargli questo!» sta letteralmente gridando. Mi chiedo che penseranno gli infermieri e i pazienti delle altre stanze. Ma poco importa. Devo combattere per mio figlio. «È mio figlio!» ribatto singhiozzando. «Per te è sempre stato un errore!» continuo la mia battaglia verbale solo per ferirlo e farlo sentire in colpa. «È stato l'errore più bello della mia vita!» confessa in preda all'ira. «Stai mentendo.» dico irritata. «Oh, Elsie.» sospira passandosi furiosamente una mano tra i capelli. Ha ancora il mio bambino tra le braccia. Dio, quanto sono belli insieme. Scuoto la testa. Devo cacciar via quel pensiero. «E' un bambino. Il nostro bambino.» si corregge subito dopo. « Non fargli questo. Sai meglio di me che ha bisogno dell'amore di sua madre e di suo padre, quelli veri.» un altro colpo al cuore. Non mi aspettavo di certo queste parole da Harry. «Assomiglia a te, e questo basta. E' un'ottimo motivo per darlo in adozione. Mi ha fatto male portarlo dentro me per 9 mesi. Mi farà male vederlo ogni giorno per il resto della vita e ogni volta che mi guarderà con i tuoi occhi.» sto tremando. Finalmente sono riuscita a dirgli ciò che penso davvero. Sono stati lunghi mesi per me. E' stata una gioia immensa portare il bambino dentro di me, ma anche un dolore atroce perché sapevo che non avrebbe avuto una famiglia vera e propria. Harry mi guarda con occhi lucidi e non dice nulla. L'ho ferito, di nuovo. La nostra discussione viene interrotta dall'arrivo di Jenny, l'infermiera che è diventata mia amica in questi mesi durante le visite dal ginecologo. « Elsie, i genitori adottivi sono già qui fuori, aspettano con ansia di vedere il piccolo. Basta una firma, qui, e poi sarà loro.» quelle parole mi fanno rabbrividire. Loro figlio, penso mentalmente. Non voglio. Voglio che sia mio figlio. Ma devo, per il suo bene, portarlo il più lontano possibile da me e Harry. Gli faremmo solo del male. «Okay.» acconsento guardando i fogli che Jenny tiene in mano. Mi porge subito dopo una penna, e mi fa un sorriso debole. «Elsie, ti prego.» mi supplica Harry. Una lacrima riga il suo bellissimo viso, e mi sciolgo. Forse è cambiato, credo. Abbasso lo sguardo verso quelle carte bianche che mi toglieranno mio figlio, e chiudo gli occhi. «Cazzo!» impreco ad alta voce. Più guardo mio figlio,e più guardo lo spazio vuoto che dovrà contenere la mia firma, più sono indecisa. Mi sento confusa. Anzi, forse non sono mai stata sicura in tutta la mia vita. Lo voglio. È mio. Voglio crescere mio figlio, voglio vederlo sorridere, voglio sentire le sue prime parole, vedere i suoi primi passi. Guardo Harry, che ha le lacrime agli occhi, e poi mi soffermo su nostro figlio. Lo so, è una pazzia, farà male ogni santissimo giorno della mia vita, ma è la cosa giusta da fare. Sono abbastanza forte da sopportare ogni cosa che accadrà in futuro. Riporto lo sguardo su quelle carte e poi con un gesto rapido le strappo facendone mille coriandoli che getto in aria. « Jenny, ho..ho cambiato idea. Il bambino rimane con me.» sospiro. Jenny sorride felicemente e fa marcia indietro lasciando la stanza. Louis fa i salti di gioia, e non posso che ridacchiare. Harry è fermo davanti a me con il bambino tra le braccia. Sta piangendo e non riesce più a reggerlo. Louis va verso di lui e prende il bambino dandolo a me. Harry si avvicina a me, e si siede sul bordo del letto. Appoggia la sua testa sul mio ventre e singhiozza. Le sue braccia sono intorno a me e al bambino, non mi sarei mai aspettata una situazione del genere. Non so davvero che fare o come comportarmi. Forse Harry ha bisogno del mio affeto in questo momento.. decido di dargli una seconda possibilità. Lentamente porto una mano libera sulla sua nuca e inizio a sfiorargli i capelli. Sono morbidi e setosi come ricordavo. Sento l'odore della sua pelle, e lo respiro facendolo entrare bene nei polmoni. Se questo è ciò che ci aspetta dopo che usciremo da qui, sarò disposta a vivere questa situazione anche così.

Il Mare Nel Cuore 1 | MRS STYLES SERIESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora