Nella scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts Scorpius Malfoy era famoso per le sue acute doti nelle pozioni. Doti che, ora come ora, non avrebbe mai voluto avere.
Già, perché il povero Serpeverde si trovava in una losca aula in disuso davanti ad un calderone borbottante con il più malvagio essere vivente che aveva avuto l’onore di conoscere nella sua breve vita.
E no, cari lettori, non stiamo parlando di Voldemort che, al confronto, potrebbe sembrare quasi una nullità. Infatti al fianco del giovane Malfoy si trovava una Lily Potter gongolante, che saltellava da un lato all’altro della piccola stanza, mentre il ragazzo –naturalmente- lavorava in perfetto mutismo.
«Potter, potresti almeno dirmi a che ti serve questa benedetta pozione?» chiese, dopo un’ora di interminabile silenzio, rotto soltanto dalla mielosa melodia fischiettata dalla Grifondoro.
La ragazza si immobilizzò all’improvviso, come se si fosse accorta solo in quel momento della presenza di Scorpius.
«Cosa?» domandò, la voce poco più di un sussurro, mentre i suoi lineamenti prendevano una piega perplessa.
Il Serpeverde alzò i suoi occhi argentei al cielo, esasperato.
«Mi chiedevo a che cosa ti può mai servire questa pozione.» ripeté, stizzito.
All’udire la parole del giovane Malfoy, il volto della studentessa si illuminò di una luce quasi inquietante, mentre si perdeva nuovamente nel mondo dei sogni, dove il magnifico principe azzurro stava arrivando per portarla via sul suo bellissimo destriero.
«Potter, ci sei?» affermò lui irritato, distraendola dai suoi bellissimi -quanto improbabili- sogni.
In fondo era sempre Scorpius Malfoy e Scorpius Malfoy odiava essere ignorato.
E, anche se in quel momento si stava umiliando come mai aveva fatto in vita sua -calcolando il fatto che si trovava alle due di notte chiuso in un’aula a lavorare per una Potter-, un minimo di dignità gli era ancora rimasta e non avrebbe di certo permesso a quella stupida ragazzina di strappargliela via.
«Oh si, scusa Malfoy. È che mi ero persa nella mia immaginazione, non succede anche a te?» Lily lasciò qualche attimo al giovane per rispondere, ma vedendo che questi gli rivolgeva un’occhiata gelida, si decise a continuare il suo discorso come se niente fosse. «Comunque questa pozione mi serve per far innamorare la persona più speciale del mondo dopo di me.»
Dopo quelle semplici -quanto scioccanti- parole, Scorpius pensò veramente di essere arrivato al limite.
Non ci poteva pensare: lui stava preparando una pozione per far innamorare un povero studente di quel diavolo mascherato da angelo?
«C-c-che cosa?» balbettò incredulo.
Un perfido sorriso increspò la labbra di Lily.
«Eh già Malfoy, stai preparando la pozione per far innamorare Lysanderuccio di me!» dichiarò la ragazza, prima che una malefica risata le salisse alla bocca.
Il giovane non riuscì ad impedirsi dal rabbrividire al sentire la parola “Lysanderuccio” ma, sapendo di non avere scelta –o meglio temendo quello che lei gli avrebbe potuto fare se non avesse finito la pozione-, si rimise in silenzio al lavoro, cercando –invano- di dimenticare le ultime parole della Grifondoro.
Forse proprio a causa di queste parole –o forse per ben altri motivi a noi ignoti-, Scorpius non riuscì a rimanere completamente concentrato sulla sua attività e, quando arrivò il momento di aggiungere le piume di Ippogriffo, probabilmente anche a causa della stanchezza che iniziava a farsi sentire, ne versò qualcuna di più –o qualcuna di meno-.
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Pozione d'Innamoramento
Humor"Immaginatevi una Lily Potter di quelle eternamente innamorate, E un Hugo Weasley completamente preso dalle sue bambinate. Immaginatevi, poi, una Rose Weasley un po' mamma nella mente, E, ancora, uno Scorpius Malfoy frastornato totalmente. Mischiate...