Parte sesta

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Rose Weasley era abbastanza innervosita da quella situazione, ormai erano arrivati al terzo giorno e lei non aveva nessuna intenzione di convivere con una cugina menomata: che figura ci avrebbe fatto? La sua reputazione sarebbe stata rovinata e tutti l’avrebbero additata come La-Ragazza-Che-Non-Era-Riuscita-A-Salvare-Sua-Cugina-Dal-Diventare-Un-Rospo. Sinceramente non capiva cosa non avesse funzionato nei suoi piani, in fondo lei era un genio, no?

E allora perché Malfoy non si decideva a baciare Lily? O viceversa –lei non era certo il tipo da scandalizzarsi per la ormai parità dei sessi-?

Era per questo motivo che se ne stava in Sala Grande a rimuginare, giocando con il cibo che aveva nel piatto -cosa che, se non fosse stata in quello stato di crisi, non avrebbe mai fatto-, quando l’entrata di Lily a braccetto di Lysander la distrasse.

Bisogna sottolineare che il ragazzo in questione non sembrava troppo contento di avere la nostra protagonista arpionata al braccio e, a sostegno di questa tesi, gli sguardi terrorizzati che le lanciava erano visibili a tutti, mentre lei –come tutti possiamo immaginare- sprizzava gioia da tutti i pori.

In quel momento, però, una forza oscura –probabilmente il genio malefico insito in ogni Weasley- attirò gli occhi di Rose sul tavolo Serpeverde e, finalmente, la Caposcuola si sentì nuovamente invadere dalla speranza.

Infatti, alla tavolata verde-argento Scorpius Malfoy stava stringendo la forchetta con rabbia, mentre osservava Lily con gli occhi ridotti a due fessure minacciose.

Rose esultò dentro di sé, prima di richiamare a gran voce suo fratello, che le si avvicinò leggermente perplesso.

«Si?» le chiese, una volta che le fu seduto accanto.

«Io l’ho già capito!» affermò lei, sbattendo il pugno sul tav
Hugo aggrottò le sopracciglia, sempre più confuso.

«Cosa?»

«Ma loro ancora no!» continuò Rose, imperterrita, come se non ascoltasse le parole del fratello, mentre gli occhi le si accendevano di una strana luce inquietante.

«Chi?» domandò nuovamente lui.

«Si stanno innamorando e il nostro trio, diventerà un duo.»

«Ehm… Oh?» replicò, sempre più dubbioso.

«Fra stelle e pleniluni.» aggiunse la ragazza, alzandosi in piedi e indicando il cielo. «C’è aria di magia…»

Hugo alzò lo sguardo sul sole mattutino che illuminava la Sala Grande, iniziando seriamente a preoccuparsi della sanità mentale della sorella.

«È un attimo così romantico, vedrai la porta viaa!*» concluse lei, con la voce sempre più stridula, prima di raccomodarsi al suo posto come se nulla fosse successo.

Passarono parecchi minuti di silenzio, prima che il giovane si decidesse a parlare.

«Senti Rose, non ho capito di cosa stiamo parlando…»

***

Scorpius Malfoy non aveva ben compreso cosa gli fosse successo in Sala Grande, infatti, appena la Potter e Scamandro erano entrati a braccetto nella sala, aveva sentito il proprio corpo tendersi e una strana rabbia prende il sopravvento; ma aveva velocemente archiviato il caso come una manifestazione bizzarra del proprio fisico, come quel particolare mal di stomaco che l’aveva colto quando la Potter gli era andata a sbattere contro il petto.

Nulla di cui preoccuparsi comunque, probabilmente stava covando qualche strano virus.

E non avrebbe mai più ripensato alla vicenda, se una Rose Weasley –seguita naturalmente dal suo fedele fratellino- non gli fosse piombata davanti in biblioteca quello stesso pomeriggio.

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