Davanti a me, un enorme luna park illuminava il paesaggio intorno alle nostre figure, le luci bianche e colorate creavano una specie di aura, distinguibile pure alzando lo sguardo al cielo. Una ruota panoramica di medie dimensioni spiccava in mezzo a quella massa di luci tutte diverse, facendomi nascere il desiderio di provare a salirci subito, senza badare ad altro.
C'erano diverse persone che giravano tra le varie attrazioni, il posto non era troppo affollato e mi andava benissimo così.
Sorrisi come un bambino quando il ragazzo biondo mi trascinò all'entrata per prendere i biglietti.
-Due per favore
Un ragazzo coi capelli rosso fuoco ci guardó da dietro la vetrata annuendo sorridente, aveva gli occhi piccoli e lievissimi tratti orientali, notai pure un enorme tatuaggio ricoprirgli praticamente tutta la superficie del braccio destro e quel dettaglio mi piacque davvero tantissimo.
-Ecco a voi
Disse con un tono gentile, per poi tornare a parlare con un altro ragazzo moro, probabilmente suo collega.
Appena passammo il biglietto dallo scanner, iniziammo subito a correre in giro per la struttura, la mano di Luke ancora stretta nella mia.
Appena vidi uno stand che vendeva zucchero filato mi fermai di colpo, strattonando il biondo dietro di me verso quella montagna di zucchero bianco racchiusa in quello strano macchinario.
Le mie papille gustative stavano esplodendo, la salivazione eccessiva mi faceva sembrare un cane con l'osso ma poco mi importava: dovevo prendere dello zucchero filato.
Peccato però che i miei soldi (quel poco che avevo) fossero rimasti nella mia valigia, che si trovava a casa di Luke.Sospirai affranto, voltandomi verso il biondo con un piccolo broncio, che si trasformò in un'espressione gioiosa non appena vidi il ragazzo porgermi un'enorme nuvola di zucchero.
Inutile dire che gli saltai subito al collo, entusiasta di poter riassaporare quella delizia che non mangiavo da anni. Continuavo a ripetere dei piccoli 'grazie' sulla spalla del biondo mentre quest'ultimo rideva per il mio comportamento abbastanza infantile.
'Dio, quanto amo la sua risata' pensai, mentre cominciavo ad abbuffarmi senza paura di apparire un ingordo a Luke, insomma...non potevo nascondere ciò che ero, no?
Facemmo un giro completo del parco, notando con piacere che il posto era pieno di attrazioni di ogni genere, dagli stand dove si potevano vincere diversi premi alle giostre vere e proprie.
Appena arrivammo davanti ad uno stand di autoscontri io e lui ci scambiammo uno sguardo complice, prima di iniziare a correre verso i go-kart ancora liberi.---
-Michael mi hai ucciso
Luke continuava a lamentarsi tenendosi con una mano il ginocchio dolorante, mentre io ridacchiavo e lo prendevo in giro.
Lo avevo preso un paio di volte sulla fiancata e a quanto pare aveva riportato un paio di lividi per via degli schianti, forse un po' troppo violenti per i suoi gusti.
Girai la testa ancora ridacchiando e alzai lo sguardo verso la ruota panoramica, vedendola ancora più alta di come appariva fuori dalla struttura del luna park.
Venni strattonando da Luke proprio verso di essa, quasi inciampai nei miei stessi piedi un paio di volte ma alla fine arrivai all'ingresso della ruota senza un graffio.
Dopo aver aspettato che i precedenti passeggeri fossero scesi tutti, Luke mi fece salire dentro ad una cabina e mi raggiunse subito, sedendosi di fronte a me.
La struttura iniziò a muoversi lentamente, producendo un lieve rumore meccanico, facendo salire la nostra cabina sempre più in alto e facendo, di conseguenza, diventare le persone sotto di noi sempre più piccole.
Spostai lo sguardo dal finestrino a Luke, sorprendendolo a fissarmi.
Arrossii lievemente, abbassando lo sguardo sui miei piedi, osservando attentamente come le mie All Stars fossero scucite sui bordi e come la gomma sul davanti si fosse schiarita con gli anni.
Stavo ancora guardando le mie scarpe quando il biondo mi fece rialzare lo sguardo, invitandomi a guardare fuori dalla cabina.
Feci come mi aveva chiesto, scoprendo che eravamo ormai arrivati nel punto più alto in cui si poteva arrivare e che le stelle non sembravano poi così tanto lontane come da terra.
-Sai Michael, è da un po' che voglio chiederti una cosa.
Volsi l'attenzione verso di lui, facendo un cenno con la testa come per invitarlo a continuare e sentendo il mio cuore battere un pochino più veloce forse per l'ansia.
-Puoi dirmi perché ti ho trovato a pezzi, intento a bere quella schifezza, sul ciglio della strada?
Oh, giusto. Lui non sapeva nulla.
Rimasi immobile, mi venne la pelle d'oca. Il mio sguardo si perse, la mia mente si spense, un totale blackout.
Sentii i miei occhi inumidirsi ma scossi la testa come se fosse un movimento meccanico: non potevo crollare per una sola domanda.
-Ci sono cose che non si possono spiegare Luke, sono quelle cose che ti uccidono lentamente, dall'interno. Non riescono a uscire, non possono essere semplicemente parole. Il male non parla, semplicemente esiste.
-Non ti chiedo di spiegare nulla, ti chiedo solo di farmi vedere
Una risata amara lasciò la mia bocca alla richiesta del biondino.
-Tu non vuoi davvero vedere niente Luke, te lo assicuro. Non sei così masochista, nessuno vorrebbe mai vedere il male.
Eppure, mi rispose.
-Per te lo vedrei il male, Michael. Smettila di dubitarlo.
Dopo quelle parole pronunciate con un lieve tono spazientito, calò il silenzio nell'abitacolo.
Luke si girò verso il finestrino con uno sbuffo, io feci lo stesso con un groppo in gola.
Mi incantai a guardare il blu del cielo, tempestato da quei piccoli diamanti che erano le stelle, non accorgendomi che ormai, avevamo già iniziato la nostra discesa. Mi schiacciai contro il piccolo sedile bianco imbottito su cui ero seduto e iniziai a mordicchiarmi il labbro inferiore, cercando qualcosa con cui intrattenermi.
Pensai, intanto.
Pensai alla piccola discussione avuta precedentemente con il biondo, mi chiesi perché mi avesse aiutato quella notte, al bar. Eravamo estranei dopotutto, no?
I pensieri scorrevano nella mia mente come fiumi in piena, che vennero poi bruscamente fermati dalla corsa della ruota, ormai giunta al termine.
Io e Luke scendemmo in silenzio, entrambi un po' distaccati, la tensione era leggera ma persisteva.
Ci dirigemmo lentamente verso l'uscita, fermandoci allo sportello dove avevamo acquistato i biglietti per farci aprire il cancello automatico.
Il ragazzo rosso sembrava non esserci più, visto che la cabina era vuota, così Luke pensò di bussare leggermente alla finestra per richiamare l'attenzione di qualcuno.
Dopo quel gesto riapparse il ragazzo di cui parlavo prima, però con i capelli scompigliati, le guance rosse e la maglietta tutta sgualcita, al contrario.
Si scusò subito aprendoci il cancelletto, per poi grattarsi il retro del collo in imbarazzo e tirare le labbra in una linea piatta.
Notai anche il ragazzo moro di prima fare capolino dall'altra stanza, anche lui con le guance rosse e le labbra gonfie, senza maglia. La visione di quei due mi fece scappare un sorrisetto malizioso, il quale fece arrossire i ragazzi in questione ancora di più, se possibile.
Avanzammo poi verso la macchina, salendo con un po' di incertezza e allacciandoci le cinture nello stesso momento, stando ben attenti a non far incontrare i nostri rispettivi sguardi.
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falling down ➫ muke [slow updates]
Short Story❝Stavo cadendo nel vuoto. E nessuno sarebbe stato in grado di salvarmi❞ dedicata a tutti quelli che sono sull'orlo del precipizio e che sono ad un passo dal cadere. a tutti voi, perché con voi ci sono anch'io. [#178 in short stories] 12.07.2017