3 - every time I close my eyes

86 7 17
                                    

SORPRESA DI HALLOWYEEN

scusatemi per il ritardo :(

non odiatemi
- - -

Dettagli.
Io, ho sempre osservato ogni cosa.
Se prendevo la metropolitana, giravo per la provincia o anche solo stavo fermo e seduto in macchina, dovevo per forza memorizzare ogni piccolo dettaglio, altrimenti restavo con un nodo in gola per tutta la giornata. Avevo imparato a memoria com'era l'interno della metropolitana di linea che prendevo di solito. Sapevo che in un vagone c'erano due file parallele con sedici sedili in tutto, divisi in quattro gruppi da quattro per fila. Mi ricordavo addirittura della pavimentazione rigata che si alternava tra righe verticali e orizzontali. Perché dico tutto questo? Perché tra tutti i dettagli che osservavo ogni giorno, gli unici che mi sfuggivano, erano quelli che riguardavano le persone.
Quelle, erano rimaste il mio unico punto di domanda nella vita. Le sfumature delle personalità, i sorrisi, gli sguardi, erano per me qualcosa di indecifrabile.
Perché un sorriso poteva benissimo nascondere un ghigno, un qualcosa di falso e impercettibile, soprattutto per chi sapeva mentire bene.
Forse è stato anche per questo che non mi sono mai avvicinato troppo a nessuno. Nella mia solitudine, combattevo da solo le mie battaglie, tenevo i miei problemi per me stesso e non li affrontavo mai nel migliore dei modi. Anzi, non li affrontavo affatto. Sempre a scappare, sempre ad evitare i problemi, che si accumulavano senza sosta. Ero abituato a non parlare mai dei miei problemi, ero abituato a nascondere tutto il dolore dietro ad una bottiglia di alcol o ad una sigaretta, qualche volta avevo anche il coraggio di prendere in mano la chitarra e suonare. L'ultima cosa era forse la più difficile, visto che per me era un'impresa fare qualcosa di costruttivo invece di nuocere alla mia salute.
Ero comunque solo. Non sentivo il sapore della felicità da molto tempo e anche se l'avessi assaggiata, non avrei saputo riconoscerla.
Ok, forse ero diventato insensibile dopo tutto quello che mi era successo in precedenza, ma non poteva importarmene più di tanto. Alla fine, non volevo che qualcuno riuscisse di nuovo a ferirmi.
E restavo comunque, incondizionatamente solo.
Ma forse, in quel momento non lo ero più.

Tutti i discorsi partono da una parola, una sola parola da cui partono frasi, testi, canzoni, poesie.
La mia parola in quel momento?
Pioggia. Io l'ho sempre amata. Accompagnava le mie tristi giornate con la sua lenta danza, sembrava quasi farlo apposta. Arrivare al momento giusto, intendo.
Ogni volta che provavo un senso di forte vuoto e i peggiori pensieri mi devastavano la mente, riducendola ad un disordinato ammasso di... di... oh non lo so neanche io di cosa, cominciava a piovere.
Pensavo fosse triste il suo destino.
Presa dal mare, fatta volare con il solo scopo di precipitare. Mi sentivo così in certi momenti.
Quella mattina, comunque, pioveva.
Stavo sul balcone della stanza di Luke, con la mia ultima sigaretta in mano e una strana espressione sul volto. Ero tranquillo eppure preoccupato per gli eventi che sarebbero successi quella stessa mattina, soprattutto dopo aver fatto sesso con Luke.
Osservai attentamente il mozzicone che tenevo delicatamente tra le dita. Vedevo la cenere formarsi a poco a poco e il bordo della carta bruciare ogni volta che inspiravo quell'orrendo sapore.
Odiavo fumare.
Il sapore del tabacco mi faceva altamente schifo, eppure offuscava i miei sensi, facendomi concentrare solo sulla nuvoletta che ogni tanto buttavo fuori dalla bocca.
Stavo lì quindi con i gomiti appoggiati alla ringhiera del balcone, cercando di non pensare. E piano piano arrivai quasi a finire il tabacco.
Feci l'ultimo tiro, buttando il fumo fuori dal naso e sentendo le narici pizzicare terribilmente tanto.
Buttai la cicca giù dal balcone, facendola finire nel giardino della casa accanto. Imprecai a bassa voce, sperando che nessuno mi avesse visto buttarla lì, speranza che si spense nonappena incrociai lo sguardo con una ragazza con i capelli quasi biondo platino e gli occhi chiari.
Provai a scusarmi con lei, ma prima che potessi dire anche solo una parola lei mi sorrise e andò a raccogliere il mozzicone, buttandolo successivamente in un cestino blu che stava di fianco alla casa. Si girò poi verso di me, un'altra volta.
-Dovresti smetterla di fumare, sai? Non serve a nulla, se non a rovinarti i polmoni.
Disse poi con una voce cristallina e un piccolo sorriso dipinto sul volto. Scossi debolmente la testa, ribattendo poi con un tono abbastanza alto da sovrastare lo scroscio dell'acqua, la quale continuava a scorrere imperterrita.
-I-Io non fumo. Insomma, ogni tanto capita, ma solo perché mi aiuta a non pensare...
La ragazza sorrise, stringendosi nel suo cappotto grigio e poggiando il manico dell'ombrello nero che aveva in mano, sulla sua spalla sinistra.
-Beh, ci sono altri modi per farlo sai?
Alzai un sopracciglio, curioso e anche un po' scettico su quello che aveva da dire.
-E... quali sarebbero?
-Esiste la musica per questo.
Ribattè prontamente, facendo due passi verso l'ingresso della casa.
A quella frase, cominciai a ricordare.
Mi ricordai della sensazione che provavo ogni volta nel suonare la mia chitarra, ogni volta che le mie dita sfioravano le corde e mi diedi dello stupido a non averci pensato prima.
-Io- Io suonavo la chitarra, non lo faccio da tempo, però...
Il sorriso persisteva sul volto della bionda, che fece un'altro passo all'indietro.
-Dovresti provare a riprenderla. Aiuta davvero.
Detto questo, fece gli ultimi tre passi e appoggiò la mano sulla maniglia un po'arrugginita della porta, girandosi un' ultima volta nella mia direzione.
-Comunque, io sono Lynn. Se ti serve qualcosa basta chiedere!
E sparì velocemente tra le mura della casa accanto.

falling down ➫ muke [slow updates]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora