Pov Clark Kent

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Stavo correndo da almeno mezz'ora per un bosco sperduta di quella città, mi ero perso, non sapevo nemmeno quanto distante ero da casa, non sapevo chi erano quelle persone che mi rincorrevano di cui avevo perso finalmente le tracce, avevo paura, troppa, tropa anche solo per pensare di fermarmi anche solo per agganciarmi la stringa della scarpa.
Nel correre arrivo finalmente alla fine di quell'immenso bosco da film horror, la fine era un enorme villa, era possibile vederla da un grande cancello nero che affacciava su una stradina ghiaiata che arrivava alla fine della gradinata enorme dove si affacciava la casa lussuosa. Mi giro in torno, non vedo nessuno, decido di suonare, ma, un rumore mi fa girare di scatto, è  una ragazza vestita di nero, scavalcava il muro per arrivare dall'altro lato, devo fermarla... fu il mio pensiero, era una ladra di sicuro e non avevo tempo di chiamare aiuto, gli avrei messi in pericolo, scavalcai anch'io sperando in un atterraggio di fortuna ma ahimè la sfortuna mi soggiogò facendomi cascare, atterrai di viso grazie ad una storta, il mal di testa e i dolori mi fecero scendere delle lacrime, ma, nonostante ciò corsi per raggiungere la ragazza, la raggiunsi in tempo, si arrampicó su un albero e infine salì su un balcone aprendone la porta vetrata, sopsirai, copiai i movimenti facendomi aumentare i dolori procreati dalle ferite di prima ed entrai, lei mi vide e sganció un urlo, subito una luce di lampadina inondó l'ampia stanza facendomi tappare gli occhi
Selina:< Bruce! Mi ha seguita! Aiuto! >
Bruce:< Alfred! Stendilo! Io chiamo Jim, Selina, vieni con me >
Jim? Selina? Alfred? Bruce? Chi erano quelle persone? Perché  aiutava una ladra? MA CHE DIAMINE DI CITTÀ  È  QUESTA?!
Tolsi le mani dagli occhi e un uomo dal volto ansiano mi diede il colpo di grazia dandomi un pugno sul viso che mi stese definitivamente, nero assoluto, rumori ovattati, sensazione di sangue che scorre, poi nient'altro.
Mi risveglio sopra un letto morbido e profumato di lavanda, mi metto seduto e stropiccio gli occhi facendo cadere le mani sul viso sentendo dei cerotti qua e là, lancio uno sbadiglio abbastanza rumoroso e dopo qualche minuto due uomini valcano la soia della porta grande in mogano, un uomo giovane, dagli occhi azzurri e i capelli biondi valca per primo venendo vicino al letto, il secondo invece è più vecchio, un po' grassoccio, la barba folta marrone e bianca, i capelli lunghi fino alle spalle e un capoello bage intonato con il completo che indossava; si guardarono negli occhi per poi guardare me, sospirarono quasi all'unisono e il biondo parlò per primo
Jim:< mi chiamo Jim Gordon lui è  Harvey Bullock il mio partner, siamo dei poliziotti della G.C.P.D, chi sei? Da quale quartiere provieni? Perché  ti sei infiltrato nella villa Wayne? >
Restai zitto, sinceramente avevo ancora paura, non sapevo nemmeno dove ero finito e quella non mi sembrava proprio la polizia di Meteopolis, non avevo nemmeno il telefono per contattare qualcuno, all'idea di non poter più tornare a casa mi soaventava così tanto, volevo tornare da mamma e papà, rivolevo la bellissima città di nome Metropolis, quella solare, bella e piena di gente dolce e gentile, non quella città  così  tetra con delle persone strane e pericolose, dalla confusione mi misi a piangere terrorizzato e mi strinsi le gambe al petto
Harvey B.:< femminuccia, ascoltami bene, non ho di certo molta pazienza e se non rispindi...TI FICCO UNA MALEDETTA PALLOTTOLA IN QUELLA DANNATA TESTOLINA!>
Mi tappai le orecchie terrorizzato, ancora lacrime e lacrime, ero troppo impaurito per parlare, la botta che quell'uomo tirò  al muro mi fece sobbalzare e trenare di terrore, il biondo sospirò e parlò con il suo partner e infine il tipo con il cappello abbandonò la stanza
Jim:< scusalo, di questi tempi siamo agitati, dai, dimmi tutto, non ti accadrà nulla, promessa da Jim Gordon >
< io, io non so nemmeno che posto  è  questo, sono di Metropolis, non di qui >
Jim:< Metropolis?! Ma è  lontanina da qui, ci sarà  voluto un bel po', dimmi, cosa ci fa un ragazzino di Metropolis a Gotham >
< stavo scappando da dei bulli, volevo chiamare papà ma il telefono mi cadde dentro un lago, per non esser preso da loro mi sono nascosto sopra una nave che mi sembrava abbandonata, quindi, ho aspettato fini a sera per uscire da lì, ma senza accorgermene la nave era già partita, dallo spavento mi sono nascosto sotto un telone con affianco delle casse contenenti qualcosa che odorava di alcool, artivato a destinazione dei tipi mi hanno visto e quindi hanno inizato a spararmi, ho inziato a correre infiltrandomi nel bosco fino ad arrivare qua, ho visto la tipa scavalcare il muro, pensavo fosse una ladra, l'ho rincorsa e poi non ho capito più  nulla, ora sono sveglio in una casa di chissà  chi >
Jim:< ci puoi dire chi erano le persone che ti sparavano?>
< uno in smoking con la capigliatura scompigliata e nera, uno vestito in verde con un berretto del medesimo colore e una tizia scura di pelle con una strana acconciatura >
Jim:< pinguino, enigma e fish, lo sapevo... cone ti chiami? >
< Clark Kent, i miei genitori sono Martha e Jonathan Kent >
Jim:< resterai per un po' a Gotham, avvertiremo noi i tuoi genitori e Bruce Wayne ti terrà  qua come ospite, grazie ancora Clark >
< di nulla... >
Lo guardai e mi asciugai le lacrime sorridendo, lui ricambió veloce e uscí dalla stanza.
Qualche mezz'ora dopo arriva un ragazzo più giovane, penso il propretario, un ragazzo dalla pelle chiara, capelli corvini e occhi celesti, Bruce  suppongo, si avvicinò  a me prendendo una sedia e mettendosi a fuanco del letto
Bruce:< scusa se ti abbiamo attaccato, ma in questa città anche la persona più dolce è un mostro >
<nulla, Jim mi ha spiegato tutto, scusa il disturbo signorino Wayne >
Bruce:< solo Bruce, sei un mio coetaneo e ospite, non un mio maggiordomo >
< oh, ehm, okey, Bruce >
Bruce:< tu sei?  >
< Kent, cioè, Clark Kent, ma sono solo Clark >
Non ero bravo a dialogare, soprattutto se ero scosso, sono un tipo timido e l'idea di stare a casa di qualcuno che non conoscevo mi imbarazzava un po'
Bruce < non essere agitato, mica ti mangio >
< oh, no, lo so, sono timido, scusa >
Bruce < non preoccuparti Clark, se hai bisogno chiama pure Alfred, è  il mio maggiordomo, i tuoi genitori si possono fidare di me, dimmi, gli hai? >
< si, ho sia mamma che papà, tu? >
Lo vidi abbassare la testa, erano morti? Oddio, già agli inizi e ho già fatto una figuraccia, che disastro
< scusa io, io non volevo, mi dispiace, avolte parlo senza ragionare, scusa, scusa, scusa, scu-
Bruce < tranquillo, non importa...comunque no, sono morti, uccisi da una persona che si è suicidata appena mi ha visto, loro morirono davanti ai miei occhi, ma non preoccuparti, appena troverò chi c'è dietro all'omicidio Wayne, chi ha ingaggiato quel tipo, vedrai, li saranno problemi >

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