•Capitolo 8•

7 0 0
                                    

Una volta uscita dall'ufficio di Colton continuo a camminare senza una meta precisa.
Sono furiosa perché non sono riuscita ad ottenere quello che dovevo.
Un istante dopo esce anche James insieme al padre di Colton ed insieme chiacchierano e ridono.
Rimango allibita dalla reazione contraria a quella che ho ricevuto io.
Quando James si accorge di me, saluta il Sign. Haynes con una stretta di mano e si avvicina a me.
"Come è andata Ada?", mi chiede.
"Male.. Colton non ha accettato."
James sbuffa e inizia a pensare che cosa potremmo fare per far sì che Colton non ci faccia causa.
"Vado a parlarci io semmai.. ti va bene?", mi chiese.
Annuisco silenziosamente e inizio a guardare James dirigersi nell'ufficio di Colton.
Dopo circa 20 minuti, James e Colton escono dall'ufficio.
Entrambi si avvicinano.
"Sono riuscito a trovare un accordo con lui, Ada", mi annuncia James.
"E di che cosa si tratta?", chiedo.
"Io accetto di non farti causa se in cambio deciderai di farmi un'intervista come si deve, andando contro a quello che hai dichiarato nel tuo articolo precedente", rispose Colton al posto suo.
"Cosa?! Ma ci farei una bruttissima figura!", esclamo.
"Lo so Ada ma è meglio così piuttosto che ricevere mansioni penali", mi risponde James.
Rimango in silenzio.
Aveva ragione ma così avrei fatto davvero una brutta figura in campo giornalistico.
"Eh va bene.. io ora vado.", dico alzandomi e avviandomi già verso l'uscita.
Colton mi blocca un braccio, proprio come aveva fatto poco fa, e mi fa girare verso di lui.
"Devi stare semplicemente tranquilla Ada. Non continuare con questo atteggiamento", mi dice per la prima volta serio.
Ci stavamo fissando negli occhi.
Questa situazione continuava a mettermi ansia ma era come se non riuscissi a distogliere lo sguardo e per lui era lo stesso.
A farci ritornare alla realtà fu James che si schiarì la voce.
"Ada credo che dobbiamo andare", mi dice.
Annui.

"Ma tra te e Colton c'è qualcosa?, mi chiede James una volta saliti nell'auto.
Rimango basita da questa domanda inopportuna.
Anche fosse, a lui che cosa doveva interessare?
"No! Come puoi pensare questo?", rispondo ridendo.
James non iniziò a ridere però.
Così iniziai a sentirmi a disagio e smisi improvvisamente di ridere.
"Vi ho visti molto affiatati".
Non rispondo. Non so davvero quali siano le parole giuste.
"Ada scusami, sono troppo impertinente.", confessa.
"Non preoccuparti".
Una volta scesi dalla macchina ce ne andammo ognuno per la sua casa.

Una volta arrivata chiamai subito Jennifer.
"Ma quello è pazzo, secondo me dovresti denunciarlo per stalking", conclude Jennifer drammatica.
Scoppiai subito a ridere.
"Ma ha solamente chiesto se c'era qualcosa tra me e Colton, come posso denunciarlo per questo?", le chiedo tra le risate.
"Mi sembra ovvio che non puoi, però Ada non è un comportamento normale quello del Sign. Wisconsin.. perché chiederti questa cosa? Non dico che tra te e Haynes ci sia qualcosa, ma anche fosse a lui non dovrebbe interessare.", mi spiega.
Non posso fare altro che darle ragione.
Quelli sono fatti miei, perché lui si dovrebbe immischiare?
"Ma posso farti una domanda?", mi chiede all'improvviso.
"Certo."
"Tra te e Haynes c'è veramente qualcosa?"
Rimango un po' sorpresa da questa sua domanda. Jennifer era diventata praticamente la mia amica più cara (dopo Summer) e se davvero avessi provato qualcosa per lui glielo avrei sicuramente confessato.
"Ma no! Perché pensi questo?"
"Perché mi da l'idea che il vostro legame sia più di un semplice odio.. non so perché".
Rabbrividisco.
Un piccolo frammento di passato mi ritorna alla mente.

-Flashback-
"Ada muoviti, lo sai che questa sera dobbiamo andare fuori per una cena importante!", mi urla mia madre dall'uscio della porta principale.
Sono ancora struccata e in preda al panico visto che non so neanche con che cosa uscire.
"Si lo so mamma, ma per favore non stressarmi", le rispondo acida.
Voglio avere il tempo necessario per vestirmi in modo carino e non troppo appariscente.
Decido di mettermi un bel vestitino nero con scarpe con un po' di tacco.
Scendo le scale e raggiungo mia madre.
"Papà?", le chiedo.
"È quasi pronto".
Poco dopo infatti esce dal suo studio mio padre ed insieme andiamo verso la macchina.
Un viaggio corto e silenzioso.
Una volta arrivati, scendiamo e ci accomodiamo direttamente al ristorante.
I nostri ospiti ancora non sono arrivati, così io e mia mamma ne approfittiamo per dare un'occhiata ai menù.
Dopo un po' vediamo arrivare una famiglia di quattro persone, una coppia e i loro due figli.
Si presentano.
I due ragazzi mi porgono entrambi la mano.
"Ciao sono Cole!", mi dice il primo tendendomi la mano.
Gliela stringo ed esclamo, "Io sono Ada, piacere".
E poi arriva anche il secondo.
Sembra più grande di lui.
Cole sembra avere 16 anni come me.
L'altro non ne ho la più pallida idea.
"Ciao, sono Ada!", dico tendendogli la mano.
"Ciao Ada, io sono Colton".

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: May 30, 2017 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

•Dimmi che non te ne andrai.•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora