2.Agonia e Amore

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agonia=l'ultima lotta della vita con la morte, caratterizzata da un affievolimento delle funzioni vitali.

Ho messo il significato di agonia perché è così che io mi sento ora.
Le mie funzioni vitali stanno scomparendo.
Non ho più uno scopo nella vita.

Io penso che se una persona uccidendosi non vuole dare nell'occhio, ci può riuscire.
Io non sono questa persona.
Sto chiedendo solo una persona che mi abbracci e che mi capisca.
Che sopporti quando ho il ciclo,quando dico cose senza senso,quando incolpo lui di una cosa che ho fatto io...
Sto descrivendo Justin.

Intanto io continuo a guardare fuori dalla finestra.
Davanti a me c'è una casa.
Non l'avevo mai notata prima.
Di fronte alla mia finestra c'è quella della casa di fronte.
Sembra che ci sia qualcuno dentro.
Un ragazzo,probabilmente che si sta cambiando.

Non aveva le tende tirate.

Si vedevo benissimo quello che stava facendo.
E io continuai a guardare.
E per la prima volta non pensai a Justin.

Quel ragazzo aveva qualcosa di speciale.
Un non-so-che mi attraeva verso di lui.
Non lo vidi in faccia.
Ma dai suoi lineamenti sembrava molto bello.

Io,a prima occhiata, l'avrei chiamato Andrew.
Ma io...che potere ho io?

Decisi che dovevo parlarci.
Era assolutamente necessario.
Non avrei potuto farne a meno.
Era come una droga per me.

Così,la mattina seguente, andai a bussare alla porta:
«Ehy!»

«Scusa e tu chi saresti?»

*Perfetto* pensai *bello e affidabile*.

«Io sono la tua vicina. Mi dispiace non essermi presentata prima,ma è stato un periodo un po' pesante.»

«Vuoi entrare?»

«Si,grazie.»

Lui mi fece largo verso la sala da pranzo con il suo bellissimo braccio sinistro muscoloso ma perfettamente in armonia col resto del corpo.

Ci sedemmo su delle sedie di legno,probabilmente ciliegio.

Lui mi porse un bicchiere d'acqua.

«Come ti chiami?»chiesi.

«Lucas, e tu?»

«Alex. Bel nome.»

«Grazie. Ehm...Anche il tuo.»

Si era creata quella situazione imbarazzante quando non si sa cosa dire e si rimane a fissare il paesaggio per evitare lo sguardo dell'altro.

«Ora io dovrei andare. Sai, devo studiare.»disse

«Certo. Ci vediamo al Mobet per prendere un caffè ogni tanto?»

«Si,volentieri.»

Dopo esserci salutati mi sentivo compiaciuta.
Come se quella fosse stata la prima cosa buona che avessi mai fatto nella mia vita.

A scuola

Appena arrivata in classe il citofono suonò e disse esattamente queste parole:
"Alex Rondes è desiderata dal preside. Alex Rondes è desiderata dal preside. Grazie"

Io ero confusa...
Non mi sembrava di essermi comportata male.

Arrivo in presidenza e il segretario mi fa cenno di entrare.
Avevo paura di quello che mi avrebbe detto.
E facevo bene.

«Signorina Rondes, lei è a conoscenza
delle sue medie attuali nelle materie scolastiche?»

«Si,certo.»

«E lei sa che con dei voti del genere potrebbe essere bocciata?»

«Mi dispiace,davvero. D'ora in poi mi impegnerò molto di più,glielo assicuro.»

Pensavo che i problemi fossero finiti.
Stupida me.
Arrivata a casa le ramanzine non mancarono affatto ma non ve le racconto perché vi annoiereste solo!

Modestly happy [IN PAUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora