6.La foresta

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Mi svegliai di scatto.
Il mio dannato telefono mi aveva attivato la sveglia.
Controllai l'ora.

6:30 p.m.

Mi alzai con cautela,per non svegliare Lucas.
Di fronte alla nostra coperta c'era una foresta.
Non riuscivo a vedere cosa ci fosse all'interno.
Decisi di entrare.
Sembravo una di quelle ragazze sceme degli horror. Che seguono il pericolo invece di scappare.
La foresta era umida,buia,è piena di zanzare.
Presi il mio telefono e attivai la torcia.
Subito qualcosa venne incontro alla mia testa.
Mi abbassai di scatto e molto impacciatamente vidi che era solo un pipistrello.
Sentii un rumore provenire da dietro un albero,come di foglie.
Mi venne l'istinto di andare a controllare ma...

Driiiiiiiiiin Driiiiiiiiiiiin

Ebbi un sobbalzo.

«Perché questo telefono mi fa sempre venire un infarto ogni volta che suona?!»

Era Lucas.
Probabilmente si era svegliato e non avendomi vista si era spaventato.

«Pronto...»

«DOVE CAVOLO SEI?» sbraitò.
«LO SAI CHE MI HAI FATTO PRENDERE UN COLPO!!!!!?»

«Lo so ma il telefono ha suonato e sono entrata nel bosco...»
«Aspetta un secondo sto uscendo dal bosco, ecco ora ti vedo.»

E spensi la telefonata.
Lucas aveva un'aria preoccupata.

«Ehy, va tutto bene, ora sono qua.»

«Lo so ma avevo paura che ti fosse capitato qualcosa di brutto...»

«Non ti preoccupare ok?»

«Ok... ma tu non sparire più così? Siamo d'accordo?

«D'accordo!»

Lo baciai.
Era così bello.
Mi faceva sentire bene.
Era come una medicina per me.
Iniziammo a tirare su la coperta blu e metterla nello zaino della Supreme mio.

«Forse è meglio se cerchiamo una mappa visto che ce ne dobbiamo andare da questa città del cazzo.» dissi affermante.

«Forse...oppure possiamo usare Google Maps.» disse Lucas, con il suo solito tono di quando vuole avere ragione.

«O forse possiamo fare così.» dissi, con una risatina di sottofondo.

Prese il suo telefono fuori dalla tasca della tuta e digitò velocemente sulla tastiera "Google Maps".
Avevamo intenzione di prendere un traghetto e arrivare a Marsiglia, in Francia.
La mappa mostrava il punto in cui c'era il telefono (cioè io e Lucas) e le vicinanze.
Si vedeva anche la foresta.
E si vedeva anche che la foresta era la via più veloce per arrivare al traghetto.

«Dici che dovremmo prendere la via per la foresta?» chiesi preoccupata a Lucas.

«Se vogliamo guadagnare tempo, sí.» lo disse con un tono di disapprovazione, ma al tempo stesso, con un richiamo verso "l'ignoto".
Entrambi ci leggevamo negli occhi che, se non fossimo stati in grado di oltrepassare la foresta, non saremmo durati mezzo secondo fuori Roma.
Così, in comune accordo ma un po' titubanti, entrammo nel primo accenno di foresta.

Modestly happy [IN PAUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora