XII. POLIZIOTTI COMPLICI.

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Mandai giù un cucchiaino di quello sciroppo alla fragola che mi aveva dato la dottoressa.

-È buono però-, ammisi.

In genere odiavo tutti i tipi di farmaci, quello era forse il primo che gradivo.

Jade mise i suoi occhiali e rilesse il quarto indizio, per capire cosa avremmo fatto una volta preso il cd.

-Qua dice che dobbiamo seguire il codice del disco-, disse. -Peccato che non si vede uno stracavolo di niente.-

Leigh Anne soffiò sul disco, e ne uscì un sacco di polvere. -Oh, che schifo. Ma non dovremmo prima ascoltarlo?-

-Non so neanche se vada bene, guarda quant'è vecchio-, osservai mostrando alle altre il contenuto grigio e polveroso, con la copertura graffiata.

-Beh, tentar non nuoce- fece capolino Jesy. -Non dice di ascoltarlo, ma di seguire l'indirizzo del codice.-

Jade sistemò meglio i suoi occhiali sul naso. -Qua dice...-, grattò con le dita sul codice, e Leigh Anne le passò anche una lente di ingrandimento -Corso Church 124, numero 58.-

Sospirai. -Va' a pensare che cosa ci sarà in quella via...-

-Spero almeno niente fantasmi o cose del genere-, disse Jesy.

Jade sorrise. -Beh, l'importante è non farci beccare dalla polizia durante il tragitto.-

Leigh Anne annuì. -Andiamo.-

***

Chiedemmo indicazioni e rimanemmo colpite dal fatto che dovemmo camminare almeno per un'ora. Non ci eravamo mai spinte così lontano, e avemmo paura di aver perso la strada del ritorno.

-Ma siamo sicure che sia proprio questa la strada?- domandò Leigh Anne.

-Beh... credo di sì, anche se abbiamo veramente fatto troppi giri-, disse Jesy. -Per chi abita nella zona dell'hotel non è di certo facile arrivare qua.-

-Va be' Jess, noi non prendiamo il bus perché vogliamo mantenerci i soldi intatti-, disse Jade. -Altrimenti col bus non è così tanto difficile arrivare.-

Jesy annuì. -Questo è vero.-

Notai che eravamo in pieno centro, la strada era ancora più affollata di quella dell'hotel, che era già abbastanza piena.

-È qua Corso Church 124, siamo arrivate!- esclamò Leigh Anne.

Tutte esultarono.

-No aspettate-, dissi io.
-Ragazze questa è una centrale di polizia...-

Jade spalancò gli occhi. -Dev'esserci un errore-, mormorò allontanandosi, mentre alternava lo sguardo dalla scritta della via, alla centrale della polizia.

Notando che combaciavano, capii che non si trattava di un errore. -Ragazze, è qua il posto. Dobbiamo entrare. Che ci piaccia o no, l'indizio ci ha portate qui.-

Jesy mi scosse, prendendomi dalle spalle. -Possiamo essere arrestate, Pez. Lo capisci questo? È rischioso.-

Leigh Anne sospirò. -Però Pez ha ragione. Non possiamo mandare tutto all'aria. Abbiamo anche camminato tantissimo!-

-Al massimo scappiamo-, propose Jade.

Tutte guardammo Jesy, per avere un cenno positivo.

Lei guardò la centrale di polizia davanti a noi, rilasciò un lungo sospiro, e poi riportò lo sguardo su noi tre.
-Okay. Tanto abbiamo già fatto troppe cazzate.-

Ci abbracciammo tutte insieme e decidemmo di entrare lì.

Era incredibile quello che stava succedendo in quei giorni, ma la cosa migliore era proprio quella che stavamo facendo: andare avanti lo stesso senza pensare troppo a quello che succedeva.

A volte pensare fa male. Può peggiorare le cose, può farti cambiare un'idea, un'opinione, una risposta da dare. In peggio, molto spesso.

Una volta dentro, prendemmo l'ascensore e salimmo al primo piano, seguendo il nostro istinto.

Jade suonò al campanello e un ragazzo castano, con un ciuffo a coprirgli la fronte, gli occhi azzurri e la divisa da poliziotto, venne ad aprirci.

Aveva più o meno la nostra età.

-Buongiorno? Dite pure-, parlò il poliziotto.

-Ehm... avremmo bisogno di entrare-, dissi. La mia voce tremava. Non avevo la minima idea di cosa sarebbe successo di lì a poco.

Lui ci fece accomodare in una stanza, dove si trovavano altri quattro giovani poliziotti come lui.

-Gente, abbiamo visite-, disse agli altri.

-E che visite-, sorrise un moro, prendendosi uno schiaffo da un biondino.

-Ragazzi, seriamente-, disse un altro moro, che aveva l'aria di quello più serio. -Come mai siete qui?-

Jesy prese parola: -Noi, ecco.. siamo qui perché abbiamo seguito l'indirizzo segnato in questo disco.- porse loro il cd.

Un riccio dagli occhi verdi, lanciò un esulto. -No! Non posso crederci! Non siete mica quelle quattro che stanno seguendo la mappa, o qualcosa del genere?-

Noi ci guardammo imbarazzate.

Tutti i poliziotti risero ed esultarono.

-Ma da quanti anni non succedeva?-

-Non lo so, Zayn! Prendi le birre e basta!- esclamarono contenti.

-Quindi immagino che siate state voi ad appiccare il fuoco più giù, in via Lay It.- disse il più serio. -La storia diceva una cosa simile.-

Leigh Anne annuì. -Sì.-

Quello sorrise. -Il mio nome è Liam, e loro sono i miei colleghi, nonché amici, Zayn, Louis, Niall e Harry.- indicò i suoi compagni. -Noi vi aiutiamo a non farvi scoprire dalla polizia vera e propria, okay? Vi nascondiamo sempre, ma voi dovete assolutamente stare zitte.-

Mi sembrò un miracolo. -Grazie-, sussurrai.

Loro sorrisero. -Allora? Dateci il disco. Ci hanno spiegato che quando sarebbe arrivato, dobbiamo farvelo ascoltare e poi lasciarvi andare. Ma voi, non fatevi sgamare dalla polizia, vi staranno cercando sicuramente.-

Noi annuimmo, e Leigh porse il cd ai ragazzi, che ci guidarono in un'altra stanza e lo misero nel computer, dandoci delle cuffie a testa.

Ringraziammo e loro uscirono dalla stanza, lasciandoci ascoltare il disco in pace.

Il cd aveva un audio vecchio, emetteva suoni e rumori strani, ma ci abituammo in poco tempo.

-Congratulazioni. Se siete arrivati fin qui, significa che siete a buon punto. La polizia vi vuole in cella, ma se riuscirete a salvarvi, dovrete combattere per la vostra vita per una settimana, sfidandovi contro i vostri avversari. Le prove che avete superato fin ora, erano niente in confronto a ciò che vi spetta. Ricordate questo indirizzo: Tell Them Where It Is, 141. Il castello, una delle tappe raggiungibili con un treno, si trova a Malbourne. Ci andrete se supererete la settimana di prove a rischio vitale. Una volta terminato di ascoltare questo disco, lo getterete nel fiume di Rainway. Buona fortuna.-

Il disco terminò in questo modo, e noi ci togliemmo le cuffie, un po' sconvolte.

-Ehm... mette abbastanza ansia questa cosa-, disse Leigh Anne.

-Esatto-, confermai. -Usciamo da qua e andiamo a buttare questo coso.-

-Sì-, farfugliò Jade, una volta segnatasi l'indirizzo dettato dal disco.

Uscimmo dalla stanza e raggiungemmo i ragazzi.

-Noi andiamo, ciao e grazie-, si congedò Jesy.

Loro sorrisero. -Fate attenzione.-

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