XIV. SANGUISUGHE.

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Io e le altre indietreggiammo con massima cautela, temendo cosa avrebbe potuto farci Normani, con quel bastone che non prometteva niente di buono.

-Vedo che siete in trappola-, osservò Normani, facendo riferimento al luogo dove eravamo circondate.

Leigh Anne scosse la testa. -Non siamo sole, al contrario di te.-

Tenni lo sguardo fisso sulla ragazza continuando ad indietreggiare, fino a quando persi l'equilibrio e caddi in un lago viscido, lanciando un urlo istintivo.

Sembrava fatto di sabbie mobili, era pieno di fango, era appiccicoso, così cercai di aggrapparmi a quei pochi ciuffi d'erba che avevo davanti per risalire a galla, ma nel momento in cui misi un braccio fuori da quell'acqua sporca...

-Oddio, ragazze! Aiutatemi!- urlai alle mie amiche, notando il mio corpo pieno di sanguisughe.

Erano attaccate alla mia pelle, ma quando Jade e Jesy cercarono di tirarmi su, iniziai a perdere sangue dappertutto e vedere tutto nero.

Pensai che la prima a morire sarei stata io, e che il primo albero che sarebbe caduto nella foresta, sarebbe stato quindi il mio, per segnare la mia morte. Ma non volevo.

Leigh Anne, intenta a combattere con quella che doveva essere sua sorella, si accorse di me; strappò dalle mani il bastone forzuto a Normani e con esso, la spinse in profondità del lago dove le sanguisughe mi avevano attaccata poco prima.

Piangevo, mentre le due ragazze mi toglievano via con fatica, quelle sanguisughe attaccate al mio corpo, per buttarle nel lago da dove la nostra avversaria cercava di scappare.

Urlava, forte. Ma era da sola. Leigh Anne, con l'aiuto del bastone e di alcuni rami spessi, la spinse più in profondità, lasciandola affogare nella morte data dalle sanguisughe.

E poi il lago divenne rosso. Le urla cessarono. I movimenti del suo corpo non modificavano più l'omogeneità dell'acqua. E un albero in lontananza, cadde, provocando un rumore assordante.

***

-Ho ucciso una persona-, dichiarò Leigh Anne, seduta sul prato mentre fissava il vuoto.

Ci eravamo allontanate dalla palude delle sanguisughe, lasciando il corpo inerme di Normani sull'acqua.

Jade sbuffò. -Leigh. Lo avresti fatto comunque. Sono nostre avversarie, dimmi un po'... Perrie stava per morire per lo stesso motivo di Normani, avresti preferito che andasse così?- domandò medicando le mie ferite, con l'aiuto di Jesy.

La riccia, allora, si voltò a guardarmi. -No. Certo che no.-

-Allora non lamentiamoci, ne restano tre da far fuori-, ricordò Jade.

Feci una smorfia, per il bruciore sulle mie ferite. -Chi?-

Jesy si allontanò da me, una volta finito di medicarmi. -Dinah, Lauren e Camila.-

Annuii. L'ultima sembrava una preda facile. Era molto esile, ma in quel momento io ero la più debole nel gruppo. Noi eravamo quattro e loro tre, questo sì, ma forse, per colpa delle sanguisughe che mi avevano attaccata, io valevo solo per metà.

Mi ritrovai a pensare che fosse una fortuna che Ally, la ragazza della squadra avversaria, fosse morta due tappe prima. E me ne vergognai, ma dovevamo solo pensare a noi stessi, e mettere da parte i sentimenti verso gli altri.

Quello non era un gioco.

-Hanno appena avuto due perdite-, esordì Jesy. -Probabilmente non saranno poi cosi forti e lucide, dopo aver perso due delle loro migliori amiche.-

Questo era anche vero.

-Ma da quant'è che siamo qui?- domandò Leigh Anne, risvegliandosi dai suoi pensieri.

Jade si asciugò la fronte, bagnata di sudore. -Circa un giorno.-

A Leigh Anne fu portato via un battito cardiaco, ne fui certa. Teneva gli occhi sgranati e la bocca spalancata; In un giorno era successo di tutto. Ma ne mancavano altri sei.

In quel momento riapparve la luce blu parlante, così crudele, ma allo stesso tempo l'unica capace di mettere un po' di tranquillità, per via del tono che utilizzava.

-Sono le sette e quarantotto di sera. Voi squadre sfidanti, avete esattamente quattro minuti per correre dall'altra parte della foresta e prendere più cibo e acqua che potete per sopravvivere durante la settimana, senza ovviamente beccare le trappole durante il tragitto. Buona fortuna.-

Detto questo, la voce sparì con la sua luce, e udimmo la voce di Leigh Anne farsi sempre più piccola, mentre si allontanava dal gruppo:

-Dividiamoci, "l'altra parte della foresta" potrebbe essere ovunque!-

-Okay! State attente, ci vediamo qui!- esclamò Jesy, e ognuna di noi prese qualche arma e poi scappammo in direzioni totalmente opposte.

-Aspetta, Pez!- mi chiamò Jade, facendomi bloccare nei miei movimenti.

-Non andare, sei ancora debole, potrebbero succederti delle cose. Aspettaci qui-, aggiunse.

Scossi la testa. Anche loro potevano cacciarsi nei guai. -Finché queste camminano-, indicai le mie gambe -E questo batte-, portai la mano all'altezza del petto -Io funziono e posso fare ciò che fate voi. Siamo una squadra, ricordalo.-

Mi baciò la guancia. -Sta' attenta.-

Corsi per un bel tratto di strada, lo feci veloce perciò non incontrai le trappole citate dalla luce.

Quando giunsi al capolinea, intravidi Dinah scappare via con un cestino colmo di cibo in mano; il mio primo pensiero fu quello di fucilarla, ma mi sarei dovuta spogliare, prendere le armi, la mira...

Decisi di lasciarla andare e correre verso il tavolo, a metri di distanza da me, altrimenti poi sarebbe scomparso.

Presi in fretta tutto ciò che vidi di commestibile ed evitai le piccole trappole che mi spettavano lungo il tragitto, fatto di corsa, per evitare che qualcuno mi colpisse.

Non vidi le altre: né lungo il tragitto, né al tavolo del cibo. E mi preoccupai. Parecchio.

Ma finché non sentivo il rumore dell'albero che crollava, andava tutto bene, più o meno.

Fu difficile tornare al punto di partenza, ma ci riuscii, e notai con piacere che Leigh Anne e Jade erano lì, a spartire il loro cibo.

-Perrie!- esclamarono.

-Ssh-, risposi loro. -Potrebbero sentirci.-

Sentimmo dei passi tra le foglie, e restammo zitte all'istante, con il cuore in gola, temendo di dover scappare nuovamente dalla morte.

Quando dai cespugli, uscì Jesy, tirammo un sospiro di sollievo.

Lei si avvicinò, guardandoci stranita. -Siete impazzite?-

Noi ridacchiammo in risposta, e poi ci sedemmo tutte e quattro per terra.

-Sono riuscita a prendere solo le borracce d'acqua-, disse poi, la maggiore. -Voi, cibo?-

Jade e Leigh Anne avevano di tutto: cestini di pane, formaggio, salame e frutta di ogni tipo.

Io, nulla di diverso, solo più pane delle altre.

-A posto, se nessuno ce le porta via, dovrebbero bastare per una settimana-, calcolò mentalmente Jesy. -Possiamo anche pescare.-

Annuimmo, e poi sistemammo il cibo dentro alcuni vestiti che facevano da lenzuola, e li posizionammo in cima all'albero, dove decidemmo di dormire.

-Buonanotte-, sussurrò Jesy a tutte noi, strette tra i rami.

Ma non riuscii a dormire.

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