Piano B

178 24 1
                                    


Piano B



Naruto aprì gli occhi lentamente risvegliandosi. Si sentiva intontito, non ricordava granchè di ciò che era successo, di dove si, trovasse o di come ci fosse finito .
Strattono le mani rendendo conte d'essere legato con una catena alla caviglia sinistra attacata alla parete in pietra, sembrava una grotta, era buia e umida.
Non riusciva a ricordare come ci fosse finito legato ed incatenat. Alzò il viso verso le corde non sembravano molto resistenti, perciò provo ad evocare un po' di chakra voleva provare a spezzarle. Stranamente, sentì le forze venir meno, il corpodebole, come se gli avessero risucchiato tutte le energie.
Si sentiva debolissimo, e non ne capiva il motivo. Cominciò a riordinare i ricordi. Si sentì come trafitto dritto al petto, nel momento in cui i ricordi cominciarono prendere forma. Era stato preso in giro e tradito nel peggiore dei modi. sentiva di nuovo prepotentemente le lacrime premere per uscire, lacrime amare piene di delusione. Si era fidato, fino alla fine non aveva creduto alla loro colpevolezza, ed ora si trovava loro prigioniero.
Sicuramente lo avrebbero condotto al nascondiglio dell'Akatsuki per poi estrarre la volpe dal suo corpo e dustruggere in mondo. Si sentiva l'essere più stupido sulla faccia del pianeta, solo adesso capiva il perchè tutti continuassero a ripetergli che era un ingenuo. Ma era più forte di lui, voleva solo essere accettato, perciò cercava di vedere solo il lato buono delle cose.
Sentiva calde ed umide lacrime scorrere copiose sulle sue guance. I pensieri cominciarono ad affolargli la mente, provocano un turbinio incontrollabile di emozioni negative, alle lacrime si aggiunsero singhiozzi strozzati che ha stento riusciva a trattenere.
Non seppe per quanto tempo rimase steso un pavimento a piangerersi addosso, ma non riuscì reprimere l'orrenda sensazione, malgrado si sforzasse. Si sentiva paragonato ad un oggetto che tutti si contendevano come un trofeo. Si riadormentò dopo un poco, troppo stanco e frustrato, accucciandosi su sè stesso stringendo le mani al petto nonostante i polsi legati.



Era pomeriggio innoltrato. Da quando erano rientrate al nascondiglio, Mey aveva passato tutto il tempo fuori seduta sull'erba a scrutare il cielo.
Si sentiva terribilmente in colpa, non sarebbe mai voluta arrivare a tanto, ma purtroppo non avevano altre alternative.
Akane continuava a fissare sua sorella. In cuor suo anche lei si sentiva in colpa ma sapeva che l'esito della missione ormai dipendeva solo da questo. Preferi andare a controllare Naruto, per vedere come stava, era preoccupata anche per lui.
Entrò nella grotta cominciando a camminare, era buia ed umida ma sarebbe andata bene per ora. Lo vide, disteso a terra rannicchiato in posizione fetale, dormiva ancora. Gli si avvicinò cautamente osservando attentamente il suo viso: le guance un po' tonde, i lineamenti ancora infantili, gli fece tanta tenerezza sembrava un bambino indifeso in quel momento.
Si rattristò nel notare le scie ancora umide sul viso, incastrata tra le ciglia bionde qualche lacrima. Sentì un terribile nodo allo stomaco il senso di colpa stava crescendo a dismisura, si aggrappò a tutta la forza di volontà che possedeva, non poteva tornare indietro proprio adesso. Allungò una mano verso il ragazzo scuotendolo un poco per svegliarlo, lentamente Naruto aprì gli occhi cominciando a mettere a fuoco la figura d fronte a lui.
Non appena si rese conto di chi aveva di fronte, con uno scatto si tirò indietro fino a poggiare la schiena contro la parete rocciosa, abbassò lo sguardo afflitto.
"Perchè mi avevte rapito? Cosa volete da me?" Il ragazzo gli si rivolse con voce bassa e tono incolore, sentiva il cuore spezzarsi di fronte a quella realtà.
"La cosa non ti riguarda." Akane non aveva il coraggiò di guardarlo in viso.
Pronunciò quella piccola frase con tutta la freddezza di cui era capace, continuando ad osservare distrattamente la grotta in cui si trovavano.
"Mi avete mentito!" Aggiunse ancora il giovane.
"Non avevamo scelta."
Naruto stava cominciando ad infervorirsi, quel tono apatico, lo sguardo freddo, lo stavano innervosendo, sentiva la rabbia impossessarsi sempre più del suo corpo. Le mani cominciarono a tremare, digrigno i denti per poi sputare fuori con rabbia tutto ciò che aveva dentro.
"MI AVETE USATO! NON SONO UN DANNATO OGGETTO DA USARE QUANDO NE AVETE VOGLIA E BUTTARE QUANDO AVETE FINITO DI GIOCARE!" Sentì le lacrime ricominciare a scorrere copiose, per tutta la vita la gente lo aveva odiato a causa della volpe ed adesso forse se ne sarebbe liberato.
La donna dai capelli biondì sentì il cuore stringersi in una morsa dolorosissima, forse avrebbero dovuto trovare un altro modo? Ma ormai il tempo a disposizione era quasi al termine dovevano fare in fretta. Non seppe nemmeno il perchè lo disse? Stà di fatto che lo fece.
"Spero solo che un giorno ci perdonerai...!" Aveva abbassato la testa voltandosi di spalle, nel tono della voce lasciò trasparire il profondo senso di colpa che sentiva attanagliargli lo stomaco e contorcere le budella.
Narutò colse i sentimenti celati dietro quella piccola frase appena pronunciata, si riscosse arrestando le lacrime, sollevò lo sguardo verso la ragazza di fronte a sè. Non si era ancora accorto del suo abbigliamento. Indossava la stessa divisa ninja da jonin del suo villaggio.
"Dove avete preso quelle tute?"
"Questo non è affar tu! Tu pensa solo a stare buono, non durerà a lungo."
Riabbassò lo sguardo afflitto, quelle parole non gli erano piaciute. "Volete uccidermi?"chiese.
"No, però ci servi! Perciò ora sta buono qui. Quelle corde assorbono chakra quindi ti consiglio di non usarlo se non vuoi pedere i sensi, di nuovo!" Adesso aveva riaquistato il suo tono freddo ed autoritario.
"Tra un po' ti porterò qualcosa da mangiare." Aggiunse per poi allontanarsi lasciando Naruto di nuovo solo con i suoi pensieri.

Il ragazzo si sentiva terribilmente confuso. Non riusciva a capire, il perchè gli aveva detto quelle parole con quel tono colpevole? Cominciò nuovamente ha sentirsi la persona più incoscente, ingenua ed idiota sul pianeta, stava cominciado di già a perdonarle, solo lui era capace di una cosa tanto sciocca.zbr/>

Akane era andata a sedersi accanto alla sorella che non si era mossa di un centimetro da quando l'aveva lasciata li. Continuava a guardare il cielo assorta.
"A cosa pensi?" Chiese la ragazza bionda rivolta alla sorella maggiore.
"Forse abbiamo sbagliato."
"In che senso?"
"Non dovevamo arrivare a tanto." Disse abbassando lo sguardo triste.
"Stai avendo dei ripensamenti?"
La donna dai capelli neri non rispose, la sorella non riusiva a credere ai suoi occhi. La rabbia che si era impadronita di lei, stava per annullare i suoi modi calmi ad impassibili, sbattè un pugno sull'erba.
"MALEDIZIONE MEY!" Urlò la ragazza. " Ti rendi conto? Sei stata tu ad assillare tutti per mesi! A dire che avresti rimediato! Avresti sistemato tutto! E adesso te ne stai pentendo?"
"So perfettamente quello che ho detto! Solo.. Non sarei voluta arrivare a questo...!"
"Sai benissimo che non avevamo altra scelta! Abbiamo provato ha non coinvolgere nessuno. Ma le cose ci sono sfuggite di mano! Dobbiamo sbrigarci ormai abbiamo solo due giorni a disposizione!"
"Perchè non capisci?" Mey abbasso lo sguardo triste.
"CAPIRE COSA? MALEDIZIONE!"
"NON SEI TU AD AVERE UN BAMBINO SULLA COSCIENZA!!!!!" Addesso era stata la rabbia, il rimorso a parlare pper conto della ragazza dai lunghi capelli neri. "Ho ucciso un bambino..! Il nostro fratellino! Era così piccolo..! E io l'ho..." Dopo tanto tempo aveva finamente dato voce a quel dolore che le attanagliava il cuore. "Non abbiamo mai nemmeno saputo quale nome avrebbero scelto per lui!" Adesso le sentiva le lacrime solcare il suo viso.
Akane sapeva quanto fosse stato doloroso per lei, ma al contrario comprendeva a pieno il perchè di qurl gesto.
"Sei stata costretta! Ci avrebbe uccisi tutti, se non avessi agito!"
"TI GIURO! Io ho provato in tutti i modi a fermarlo! Mi ha attacato! é accaduto tutto così in fretta..!"
"Hai fatto la cosa giusta!"
"NO INVECE! Avrei dovuto provare a fare qualcosa! Qualsasi cosa..! Ma non ucciderlo!"
"Mi aveva strappato gli occhi! Quel moccioso ha provato ad impossessarsi dello sharingan eterno! Non lo ha fatto con te, solo perchè sapeva che non eravate compatibili!" Akane sputò quelle parole con rabbia mal celata.
"Adesso però sei tu ad avere lo sharingan eterno." Mey fissando l'erba lasciò che quel commento uscisse dalle sue labbra.
"Non avevo altra scelta lo sai! Dovevo trovare un rimedio alla mia cecita!"

Per anni lo avevano cercato invano, per poi reincontrarlo dopo otto anni.
Apparentemente sembrava un bambino normale, invece dentro di sè nascondeva un odio profondo verso il mondo intero. Voleva solo distruggere tutto e tutti. Vendicarsi di quelle sorelle maggiori che per anni lo avevano lasciato in balia delle sofferenze più atroci tra le mani di quei rapitori che lo avevano cresciuto come il ripudio dell'intero modo ninja.
Aveva attaccato il villaggio della foglia ,attentato alla vita del'Hokage, era potente ed inarrestabile nonostante la giovane età. Era riuscito a seminare terrore e devastazione ovunque, ma alla fine erano riuscite a fermare quel piccolo bambino, che fin dalla nascita non aveva visto altro che allenamenti sfiancanti, odio, rancore e tortute.
Mey si sentiva morire, il senso di colpa per aver posto fine alla vita di un bambino, suo fratello. Quel piccolo fratellino che per nove mesi aveva atteso con impazienza, per poi vederlo sparire senza lasciare traccia. Adesso avevano una seconda opportunità, potevano salvarlo da una vita di sofferenze e dolore, ed al contempo salvare anche la propria famiglia da una fine terribile.

"Mey ragiona! Il rotolo ha una durata limitata! Lo abbiamo già usato una volta per apprendere i vari sigilli, adesso il tempo a disposizione e quasi al termine. Hai messo a ferro e fuoco le cinque grandi terre ninja, torturando continuamente tutti e cinque i kage, non puoi abbandonarmi adesso?" Akane provò ad immedesimarsi nei sentimenti che provava attualmente la sorella.
La mora non rispose, si limitò nell'annuire mostrando un lieve sorriso triste.
"Allora agiremo stanotte."




A Konoha la situazione non era delle migliori.
Tsunade furiosa, trattava tutti come zerbini, ad incrementare la sua furia si erano aggiunti i membri del consiglio con quel loro discorso sulla sua inutilità, venendo a conoscenza della sparizione delragzzo della volpe. La donna aveva organizzaro delle squadre di ricerca e setacciato l'intero palazzo dell'Hokage ritrovando sparsi per l'edificio almeno una decina di kunai.
Si era fatta sera, sola nel suo ufficio l'Hokage era in pensiro per quella testa quadra di Naruto, si stava chiedendo se già gli avessero estratto il demone. Perchè ne era certa. Era quello l'obbiettivo di quelle donne. Era una serata tranquilla, la luna era alta in cielo, le stelle luminose rendevano ancora più suggestiva quella notte senza nubi.



Nel loro nascondiglio, le due donne si stavano preparando ad attaccare. Per l'occasione Akane aveva sfoderato la sua katana, l'avrebbe usata per vendicarsi.
Nel lasso di tempo in cui rimasero li, Mey non era andata nemmeno una volta a vedere Naruto mentre aesso, si apprestavano ad elaborare gli ultimi dettagli.
Mey avrebbe pensato al diversivo,mentre Akane avrebbe completato l'opera. La donna dai capelli biondi entrò dentro la grotta per andare a recuperare il loro prigioniero. Aprì la catena che lo bloccava alla parete di roccia per poi aiutarlo nel rimettersi in piedi e condurlo dalla sorella. I due si scambiarono uno sguardo fugace senza proferire parola, Naruto troppo ferito dal suo comportamento, Mey troppo in colpa.
"Tu andrai con lei! Vedi di comportarti bene!" La bionda aveva esordito.

Naruto continuava a stare a testa bassa, non aveva la minima idea di ciò che gli sarebbe capitato, si sentiva terribilmente debole, aveva provato a liberarsi da quelle corde più volte con il risultato; che adesso, a stento riusciva a stare in piedi.
I tre si avvicinarono ad un kunai per poi sparire, ricomparvero proprio sotto la montagna con i volti in pietra degli Hokage. Akane si rivolse alla sorella.
" Io vado, sta attenta! E vedi di non sbagliare!"
" Tranquilla, ho tutto sotto controllo!" Rispose con uno sguardo serio che mai Naruto si sarebbe aspettato di vedere dipinto sul voto di quella donna.
Subito dopo Akane sparì lasciandoli soli. La donna dai lunghi capelli neri tirò fuori dalla tasca del pantalone un panno che emanava un odore terribile. Cloroformio. Poggiandolo sul viso del ragazzo. Naruto cadde a terra svenuto, il mora gli si parò davanti sollevando la felpa insieme alla maglia mostrando il ventre del giovane.
Prese a fissarlo intensamente per poi sollevare con il dorso della mano le ciocche bionde rivelando la fronte, si calò lasciando un piccolo bacio sulla fronte per poi sussurrare. "Pedonami, questo farà un po' male...!"
Attivò lo sharingan, poggiando la mano sul ventre del ragazzo, subito dopo sciolse il sigillo liberando la volpe a nove code.



Dalla finestra del proprio ufficio Tsunade la vide: immensa, con il il pelo fulvo, gli occhi rossi iniettati d'ira, proprio sotto la montagna degli Hokage, lanciare un ruggito minaccioso.
"Non ci posso credere..! Vogliono distruggere il villaggio!" Esclamò l'Hokage shoccata.
Immediatamente chiamò a sè tutti i ninja più esperti, dovevano fermare quel demone. Vennero organizzate squadre di ninja per proteggere i civili. Tsunade insieme a Jiraya e kakashi andarono ad affrontare la volpe, sapevano che era una missione suicida, ma non potevano lasciare che quell'enorme demone distruggesse il villaggio.


Akane appostata su un albero di fronte al palazzo aveva assistito a tutto.
"Stanno arrivando! Sposta il demone!" Era incontatto con la sorella grazie ad una rice trasmittente.
"OK!" Fu la semplice risposta dell'altra sorella.
Mey teneva sotto controllo la volpe con lo sharingan, utilizzando la tecnica appresa dal Quarto Hokage, sposto il demone in un altro punto, confondendo letteralmente i ninja che videro la volpe sparire improvvisamente. Non sapevano più dove andare, erano confusi, spaesati. Finchè non udirono il suo ruggito provenire dal lato sud.

Intanto Akane con passo felino si era introdotta allinterno del palazzo indisturbata alla ricerca dei due ragazzi. Li odiava con tutta se stessa sapeva che era a causa loro che la sua vita era diventata un inferno. Udì dei rumori sospetti, li vide uscire da una stanza. Stavano parlottando tra loro.
In una frazzione di secondo rivede quelle immagini passargli davanti agli occhi violente.

*****Flashback
Le avevano vietato di partecipare alle squadre di ricerca, perchè ancora toppo piccola e poco esperta. Sarebbe stata solo di intralcio. Al contrario sua sorella, testarda come un mulo, si era impuntata riuscendo a convincere il padre ad andare con lui.
Ci era rimasta un po' male, ma sapeva che Mey era più esperta perciò alla fine accettò di restare al villaggio ad attendere.
Le ricerche durarono per giorni, al loro ritorno, riportato solo un cadavere e del bambino nessuna traccia.
Suo padre era diventato l'ombra di se stesso, irriconoscibile. Sembrava non reagire più a nulla, il suo cuore se ne era andato dentro quel covo. Per mesi Mey nonostate i suoi 14 anni, si occupò di tutto da sola, dimostrato una forza d'animo che nessuno si sarebbe mai aspettato.

Era una sera come tante, Akane stava dando una mano alla sorella nel riordinare la cucina, mentre suo padre in camera da letto. Non doveva fare sforzi, aveva avuto un attacco di cuore pochi mesi prima, adesso doveva solo pensare a riprendersi e condurre una vita tranquilla.
"Akane porta queste medicine di sopra a papà! E digli di prenderle subito! O salgo io e gli faccio vedere!" Mey Le aveva dato le medicine da portare al piano di sopra.
La piccola Akane a dispetto delleapparenze, era una bambina molto tranquilla, diligente, caparbia e sicura di sè, non aveva mai ricevuto un rimprovero era la preferità di papà lo sapeva, perchè al contrario di quella peste di Mey lei non lo aveva mai fatto arrabbiare, erano complici.
La ragazzina busso alla porta della camera da letto, entrò poggiando il bichiere d'aqua ed una piccola ciotolina con due pasticche sul comidino accanto al letto. Si soffermò nell'osservare la figura draiata sul letto. I capelli neri, la testa poggiata sul cuscino, lo sguardo vuoto perso in chissà quali pensieri.
"A cosa stai pensando?" Chiese la bambina.
"Nulla."Fu la risposta secca.
"Manca anche a me!" Esordì la piccola con un sorriso triste.
"Avevamo litigato quella mattina." Rispose l'uomo con tono malinconico.
"Litigavate sempre."
"No! Quella volta ho esagerato! Non avrei dovuto.." Si bloccò, non riuscendo a proferire altro.
Akane si sentiva quasi in colpa, era l'unica ha ricordare ancora quel bel sorriso.
Su sorella era maturata tutto d'un colpo, mentre suo padre si era spento a causa dei troppi sensi di colpa. Dopo mesi, quella notte il padre delle ragazze nonostante fosse ancora molto giovane. Se ne andò, il suo cuore non resistette, era già il secondo attacco di cuore nel giro di sei mesi.
Adesso erano davvero sole. Avevano il supporto di tante persone care, ma non era più la stessa cosa.

*****


Sentì la rabbia montare sempre più forte, il desiderio di vendetta farsi strada dentro di sè. Li avrebbe uccisi, evitato sofferenze a tutti. Non solo alla sua famiglia, ma anche a molti ninja che invano avevano cercato di fermare suo fratello reso un mostro da quei due bastardi. Adesso poteva rimediare, cambiare le cose, non si sarebbe lasciata sfuggire l'occasione.
Si avvicinò con passo calmo verso i due ragazzi. Il più grande aveva appena qualche anno più di lei, mentre l'altro aveva più ho meno la sua età. Li chiamò con voce fredda.
"Hei voi!"
I due ragazzi si voltarono vedendo la giovane donna, gli occhi neri freddi, i capelli biondi cadere perfettamente lisci intorno al viso, il coprifronte legato sulla fronte.
"E tu chi sei? Non ti ho mai vista?" Proferì il più giovane. Era il più odioso, il più arogante, quello che dettava gli ordini.
"Colei che vi ucciderà!" Risose seria per poi attivare lo sharingan e sfoderare la katana con cui li trafisse in un solo colpo.
Fu un lavoro semplice e veloce. Rimase ad osservare i cadaveri delle persone che gli avevano rovinato l'esistenza. Per anni aveva riversato odio su di loro mentre adesso era tutto finito. Rivolse il viso verso la finestra, da lontano si intravedevano le palle di chakra scagliate dalla volpe contro i ninja, riusciva anche ad udire i boati emessi da quei colpi.
"Spero solo che il genjutsu applicato su Sakura si attivi a tempo debito..!"



Mey intanto cercava di tenere a bada tutti i ninja del villaggio utilizando la volpe a nove code.
La ragazza riusciva a placarne l'ira funesta grazie allo sharingan, ma stava davvero iniziando a stancarsi. Spostava la volpe con l'ausilio dei kunai da un punto all'altro del villaggio con l'intendo di confondere i ninja e tenerli impegnati. Solo lei conosceva la chiave per aprire il sigillo, gli era stata insegnata molti anni prima. Solo lei sapeva come risigillare quel mastodontico demone, che continuava a ringhiare verso di lei e a guardarla furente.
Ormai le era chiaro, la volpe avrebbe provato ad attaccarla se solo ne avesse avuto l'opportunita. Lo stava trattano come un giocattolo. La donna stanca contattò la sorella per sapera a che punto era.
"Akane ti prego! Dimmi che li hai eliminati , perchè io non ne posso più..!"
"Si tranquilla! Ho anche fatto qualcos'altro che potrebbe tornarci utile. Puoi risigillare quel coso!"
Adesso Mey era pronta per risigillare il demone. Prima però decise di compiere un ultimo spostamento il più lontano possibile da Konoha per essere sicura che nessuno interrompesse il rito. Osservò il demone di fronte a sè, ancora sotto il suo controllo.
"Chi sei?" Le chiese il demone, in preda alla rabbia più cieca.
" Un'amica!" Rispose semplicemente mostrando un bel sorriso.
Subito risigillò il demone, senza dargli il tempo di risponderle. Si sentiva stanca, la vista cominciava ad appannarsi. Osservò il volto di Naruto steso sull'erba ancora svenuto, posò una lieve carezza sulla guancia.
"Akane puoi venire a prendermi tu? Non riesco a vedere bene! Sono davvero troppo stanca..!." Chiamò la sorella sempre con l'aiuto della rice trasmittente.

"Tranquilla arrivo subito!" 

Una missione da portare a termine (prequel - Una storia semplice)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora