5

144 5 0
                                    

《No mamma non la voglio portare...no! Io non me la trascinerò dietro. Si, lo so che stiamo insieme ma...ok, va bene...si è qua con me. Ci vediamo sabato, ciao》dice scocciato e attacca in faccia alla donna.

《Chi era?》mugugno

《Non sono affari tuoi》ribatte ed entra nella cucina.

《Si invece, hai nominato la tua "ragazza", che sarei io. Quindi mi riguarda...》lo sfido.

《E va bene, ti devo portare con me Sabato, mio padre te lo aveva già accennato》

Accennato... come mai siamo così acculturati già di prima mattina?》chiedo sarcastica.

《Sai, certe persone sono intelligenti di natura...》risponde.

《Certo, tipo me》affermo

《Non sei di certo l' esempio adatto Miss "Hotutti4"》 sorride beffardo.

《Touchè》sorrido leggermente imbarazzata.

L' unico ragazzo che riesce a tenermi testa è lui. Andrea Grandi, sarai il mio incubo.

¤¤¤

《Come è andata dalla tua amica, tesoro?》chiede mia mamma.

《Oh, bene》mento mentre mangio dei biscotti.

Andrea non si è neanche degnato di darmi la colazione, mi ha sbattuta fuori dal suo appartamento ricordandomi che non passerò l' anno se non mi impegno e che dovrò andare da lui tutti i giorni.
Dovrò avere un ragazzo arrogante al mio fianco, non che io non lo sia, ma di solito sono quella che ha ragione, o che vuole averla.
Comunque sia, Andrea mi sta altamente su.

《Ne sono felice. Io oggi vado al centro commerciale, tu rimani qua da sola, invita pure chi vuoi. Papà è andato un attimo fuori città per lavoro quindi se hai bisogno chiama me. Va bene tesoro?》domanda e mi da un bacio sulla fronte uscendo dalla porta.

Mi butto sul divano e accendo la televisione.
Mi metto la mano in tasca ma non sento il telefono. Agitata mi aggiro per casa ma non lo trovo e, solo poco dopo, mi ricordo che è a casa di Andrea, dove lo aveva messo il giorno prima.
Mi avvicino al telefono fisso e prendo l' elenco di numeri che mia madre tiene nel cassetto più in alto.

È sempre stata una tipa che segue schemi e tradizioni, odiava cambiare anche se l' unica cosa che per lei era diversa da un giorno all' altro era il carattere.
Una sorta di bipolarismo, credo.
Non l' ho mai sopportato, deve essere ereditario ma non mi importa, questo è il mio carattere, sta alle persone decidere se accettarlo o meno.

"Andrea ripetizioni A."

A.
Quando c'è da nominarmi sono sempre A, niente di più, niente di meno.
Forse ha paura di pronunciare il mio nome per intero, lo ha sentito talmente tante volte che si è stancata.
Non vuole più, si vergogna? È arrabbiata? Ma con chi, poi. Con me no di certo, lei mi ha sempre trattata male, quella arrabbiata qua dovrei essere io, non lei.

Digito i numeri sul tastierino e chiamo.
Primo squillo.
Secondo.
Terzo.

Pronto? Sono Andrea, se avete bisogno di ripetizioni richiamate più tardi, ora sono fuori》sento la sua voce nella segreteria.

《Ehm...Andrea? Sono Alice, Alice delle ripetizioni. Ecco, tu mi hai preso il telefono ieri sera e io senza non vivo quindi sbrigati a riportarmelo, grazie》concludo e attacco.

Intanto faccio un po' di zapping aggirandomi tra i canali fino a ritrovarmi a guardare un programma di cucina dove preparano torte e pasticcini. Ci sono diversi concorrenti che vengono eliminati durante il percorso.

La solita noia. È possibile che siamo ancora schiavi di questi programmi tutti uguali? Sembriamo zombie: seguiamo la massa.
Va di moda ma fa schifo? Facciamolo, lo fanno tutti. Non vorrai mica rimanere lo sfigato che ne resta fuori...e invece fai bene. Ti distingui, sei diverso, una copia venuta male, un errore che ci salverà da questa monotonia che ci circonda.

Il campanello suona, svogliatamente mi alzo e apro la porta.
Andrea è appoggiato allo stipite e mi guarda con fare annoiato.
I suoi occhi marroni mi scrutano e le labbra sono corrucciate in un' espressione infastidita.
Indossa una maglia verde militare e dei pantaloni neri.

《Lo vuoi o No?》sbotta impazientito sventolandomi il telefono davanti al naso.

《Si. Grazie》faccio roteare gli occhi e lo afferro chiudendo la porta quando qualcuno la blocca.

《È Dayly Baker quello?》domanda indicando la televisione ed io annuisco.

Entra in casa e si fionda sul divano.

《Ehm...non ti ho dato il permesso...》bofonchio.

《Che peccato...》commenta e mi fa cenno di tacere con un gesto della mano.

Intanto prendo il telefono e leggo i messaggi.

"Quando ci vediamo io e te?" È Marta, ha ragione. Io e lei ci vediamo praticamente ogni giorno e non posso darle buca per delle stupide ripetizioni.

"Domani?" scrivo.

"Hai ripetizioni?" chiede.

"No" mento.

"Almeno lui è carino?"

Cosa rispondo? Si, Andrea è carino, anzi, è quello che normalmente si definirebbe un "ragazzo perfetto". Ma io non cerco la perfezione. È gentile ma autoritario, ne ho visti tanti di ragazzi così. Tutti. Uguali. Sembra abbiano degli sbalzi d' umore peggio che noi donne.
Io sono diversa, va bene, se mai dovessi immaginarmi il mio futuro con una persona non ci riuscirei. Credo che nessuno voglia al suo fianco un' adolescente con idee che cambiano giornalmente e con ideali del tutto fuori dalla norma.
Penso che una ragazza ideale debba essere bella, gentile, sorridente, forte, sicura di se.
In pratica il mio opposto. Ma mi va bene così, sto bene così.

"Ne parleremo poi" digito e spengo lo schermo.

Respiro sonoramente mentre Andrea ha gli occhi incollati alla televisione.

《Problemi?》domanda.

《Come scusa?》

《Oh, andiamo. Sei una delle solite adolescenti in preda alle crisi esistenziali. Sicuramente ti starai facendo domande del tipo A cosa servo oppure non ho un ruolo nella vita. Sei monotona. Uguale alle altre》 commenta sistemandosi meglio sul divano.

《"Uguale alle altre"? Tu non sai cosa ho passato, Grandi》lo sfido.

《Cosa? Sei stata friendzonata? Il papà non ti ha comprato il nuovo paio di Puma che volevi? Andiamo, 17 anni. Devi ancora iniziare a vivere》sbuffa.

Iniziare a vivere eh? Ci ho provato, caro Andrea. Ma la gente è opprimente, se sei un minimo particolare rispetto alla normalità ti guardano con occhio diverso. Ti giudicano. Ti picchiano. Ma passa sopra a queste cose, torna a casa, dove una madre dice di essere delusa di te, un padre ti urla contro e alza le mani e un fratello non ti considera. Ecco, fino a poco tempo fa era la mia vita》sputo.

《E cosa è cambiato ora?》domanda sorridendo beffardo.

《'Fanculo》sbotto prima di alzarmi e dirigermi in camera.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 20, 2017 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Il Ragazzo Delle RipetizioniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora