Tra luce ed oscurità

Visite ad Alfea

Era davvero uno spettacolo terribile quello che si presentava davanti ai due ragazzi. Non rimaneva più niente dello splendore di quel pianeta. 
C'erano grossi buchi per terra, e tutti gli alberi, le piante e i fiori erano scomparsi. Una fitta nebbia copriva il cielo di Linphea e non solo, infatti non si riusciva a vedere oltre qualche metro, ma questa non riusciva a ricoprire interamente la figura di una donna, che era appena sbucata fuori e che sembrava piuttosto malconcia. I due la riconobbero subito: si trattava di Alyssa, la madre di Flora. Questa appena l'aveva vista si era portata una mano alla bocca e preoccupata corse da lei. Tuttavia Alyssa sembrò tornare indietro e sparire oltre la nebbia, e a Timmy questo sembrò molto strano.
« Mamma! » aveva gridato Flora che non si fermò, e così sparì anche lei dalla vista dello specialista occhialuto, che quando l'aveva vista correre le aveva gridato di tornare indietro, ma la fata ormai era andata.
Timmy aveva un brutto presentimento, sentiva qualcosa di strano nell'aria. E poi, anche il comportamento di Alyssa non aveva avuto senso. Perché, soprattutto ferita com'era, era tornata indietro? Sarebbe dovuta andare ad abbracciare la figlia ed essere felice di rivederla, invece, era stata troppo seria, nemmeno spaventata o altro. C'era qualcosa che non quadrava. 
Timmy rimase lì immobile per qualche minuto, fino a quando non vedendo arrivare la fata della natura decise di andare a cercarla, quando all'improvviso sentì qualcosa dietro di lui, allora si voltò e quando lo fece si trovò davanti dei rovi. Immediatamente vide spuntare dei fiori neri sopra di essi, che sembravano rilasciare una sostanza velenosa, e sentì altri rumori, quindi uscì subito la sua arma puntandola verso questi e guardandosi intorno vide che ne stavano spuntando altri. Si allontanò in fretta, facendo sempre attenzione a non sbattere su quelle strane piante, e all'improvviso vide arrivare Flora. Aveva lo sguardo fisso a terra e lui si affrettò a raggiungerla.
« Ma che sta succedendo? Non è più un posto sicuro, dobbiamo andarcene, e dobbiamo portare tua madre ad Alfea. »
Ma Flora non rispose e dopo qualche secondo non appena alzò lo sguardo sullo specialista sembrò rendersi finalmente conto di dove si trovava, guardò anche quelle piante e Timmy facendo lo stesso vide che erano stati circondati da queste. 
« Presto, seguimi! » esclamò il ragazzo allontanandosi ma si fermò perché Flora era rimasta a guardare, visibilmente sorpresa. All'improvviso dai fiori uscì di nuovo quella specie di polvere verde, si stava dirigendo verso Flora, e mentre Timmy riprese a correre per portarla via da lì, la ragazza non ebbe il tempo di spostarsi e provò a pararsi il volto con le mani. 
« Flora! » gridò Timmy che quando arrivò da lei la prese per un braccio e la fece allontanare un po'. 
« Cosa... cos'erano quelle? » provò a dire la fata una volta che furono al sicuro. 
« Non saprei. Ora non c'è tempo però, dobbiamo rientrare sulla navetta e tornare subito a Magix. Dovresti parlarne con Faragonda. » 
Ma lei non voleva andarsene, voleva poter fare qualcosa. « Ma... dobbiamo capire che succede... e poi, i miei genitori, Miele... » rispose, quando all'improvviso stava per cadere e Timmy fece appena in tempo ad afferrarla di nuovo per un braccio. La fata si aggrappò a lui dicendo. « Mi sento molto debole... » e dopo queste parole svenne tra le sue braccia. 
« Flora! Flora! » chiamò lui spaventato, e dopo aver dato un ultimo sguardo a quel brutto scenario si affrettò a raggiungere la navetta. Non perse altro tempo e subito dopo aver sdraiato Flora accese i motori e partì, lasciando quel pianeta. Quando uscì dall'atmosfera di Linphea si voltò un attimo a guardare la ragazza, forse non avrebbe dovuto accettare di portarla, se adesso si trovava in quelle condizioni era soltanto colpa sua, pensava lui.

Ad Alfea, Stella, si trovava in camera sua e si guardava continuamente le mani. Sembrava piuttosto agitata. « No, non è possibile... magari non è niente di grave, forse mi sto preoccupando inutilmente... » rispose lei smettendola, prima di avvicinarsi allo specchio. 
In quel momento sentì la voce di Musa e poi bussare alla porta. « Arrivo! » rispose gridando, affrettandosi ad aprire. 
« Si può sapere cosa ti è preso prima in classe? Perché te ne sei andata in quel modo? » le chiese la fata della musica. 
« Se sei venuta per questo... » stava per dire lei distogliendo lo sguardo dall'amica, ma qualcun altro la fermò. 
« No, non è venuta solo per questo. » Era Bloom, che era appena entrata nella camera della principessa di Solaria, e a quel punto anche Aisha, Tecna e Musa si avviarono dentro. 
Stella, sorpresa di vederla chiuse la porta e si mise a sedere sul letto, mentre le altre erano tutte in piedi.
« E' successo qualcosa? » chiese, notando che tutte avevano un'espressione seria sul volto. 
« Sì. » rispose solamente Bloom prima di far vedere la lettera che aveva ricevuto a Gardenia anche alla principessa di Solaria. « Non capisco, cosa significa questo? » 
« Tu leggila. » rispose Bloom. Stella allora la prese e quando lesse quella frase alzò lo sguardo verso le amiche. « Che vuol dire che Flora è a Linphea? E' uno scherzo, non è vero? » 
« Da parte nostra no, ma non abbiamo proprio la certezza che non possa essere stato qualcun altro. » spiegò Tecna. 
Bloom e le altre videro l'espressione confusa della bionda e allora Bloom raccontò velocemente quello che era successo. « Mi trovavo con mia madre, stavamo per entrare quando ho sentito chiaramente che c'era qualcuno dentro. Allora ho controllato ogni camera, ma non ho trovato nessuno. Dopo qualche ora dovevo uscire, ma ho notato una busta a terra, quella che hai in mano tu adesso. » disse lei indicandola. « In fretta ho salutato mia madre e sono subito venuta a dire tutto a voi. Avevo pensato di chiamarvi, ma se Flora si trova veramente a Linphea... insomma, dobbiamo fare qualcosa. »