Capitolo 4

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Come il giorno precedente, il sole scende presto dietro l'orizzonte, lasciando il posto a una serata buia e fosca. La luna è velata e ai piedi della torre, la visibilità è davvero ridotta.

Alberto è tornato da Passano quasi di corsa, spinto dalla voglia di affrontare la paura che lo tortura ma, ora che si trova sotto il rudere, è bloccato. Vorrebbe negare l'attrazione per quel luogo, ma sa che l'unico modo per liberarsene è entrare fra quelle pietre. Non è facile muoversi fra le macerie e Alberto inciampa più volte, prima di riuscire a trovare uno spazio dove accamparsi. Della costruzione originale non rimane molto dopo il crollo parziale del tetto e del primo piano, solo la parete semicircolare che dà sul mare e un tratto di scala che sale fino a circa quattro metri d'altezza, dove si apre sui resti di una piattaforma. Il muro sembra solido, ma Alberto sceglie di montare la tenda fra le macerie, al centro del pavimento.

Si prepara il tè e con la tazza fumante fra le mani finalmente riesce a rilassarsi. Si sente stupido per aver ceduto alla suggestione e comincia a dubitare di quello che ha visto: la donna del dipinto non assomigliava poi così tanto alla protagonista del suo sogno.

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