Capitolo 5

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Si trova su una bassa collina, al limitare di un pendio erboso. Al suo fianco sono schierati migliaia di soldati e in fondo alla discesa si trova l'esercito nemico. Sono in posizione favorevole, ma gli spagnoli li sovrastano numericamente e sono meglio armati. Le possibilità di vincere sono scarse, ma ormai lo scontro è inevitabile.

Le trombe avversarie suonano la carica e lui ripensa a Marissa e al loro ultimo saluto. Rammenta le sue parole, foriere di un destino nefasto, e si trova a piangere. Quando riceve il comando del suo superiore, si getta nella mischia con tutto il coraggio che ha. Combatte a lungo, eroicamente difende la posizione fino a quando il fronte cede e viene schiacciato dall'avanzata avversaria. Viene trafitto da una lancia al petto e il buio lo avvolge.

Marissa è nella sua camera in quel momento e il suo cuore perde un battito. Una fitta le lacera il petto e lei si accascia sul letto. La dama di compagnia accorre subito in suo aiuto, preoccupata, ma lei la rassicura.

"Non ti preccupare – la sicurezza nella voce è in contrasto con la disperazione che traspare dagli occhi, - ho solo avuto un capogiro".

"Signora – le chiede premurosa l'altra, - vuole che le porti qualcosa da bere?"

"No, grazie. Accompagnami nella sala delle udienze, perchè presto avremo visite".

La dama la guarda perplessa, ma la aiuta ad alzarsi e la sorregge, mentre attraversano i corridoi silenziosi del maniero.

Non appena Marissa si siede sul suo scranno, la porta si apre e una guardia accompagna un soldato ferito al suo cospetto.

Le lacrime iniziano a scorrerle lungo le guance, ancora prima che l'uomo inizi a parlare.

"Signora – le dice cercando di mantenere un contegno decoroso, - vi porto infauste notizie".

Tira un lungo e tremante respiro, poi riprende.

"Le nostre truppe sono state sconfitte. L'esercito spagnolo ora marcia su Genova".

"Che notizie ci sono – chiede lei con la voce ridotta a un sussurro, - dei nostri soldati?"

"Non c'è nessun superstite, Signora, il nemico non ha fatto prigionieri".

Marissa si accascia con un lamento straziante e inizia a singhiozzare incontrollabilmente. La dama di compagnia le è subito accanto per consolarla, ben consapevole del suo amante segreto.

La notte giunge fin troppo presto e la perdita è così profonda che la mente di Marissa è completamente distrutta. L'amore della sua vita non c'è più e la sua vita non ha più senso.

Lascia il castello prima dell'alba e scende alla torre di osservazione, sale la scale fino alla terrazza dove per l'ultima volta l'aveva visto, si affaccia alla balaustra e guarda il mare nero sotto di lei, ascoltando il lento ritmo della risacca.

Un sorriso si dipinge sul suo volto quando l'immagine del suo amato compare davanti ai suoi occhi.

"Ti aspetterò fino alla fine dei giorni".

E si getta di sotto.

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