𝐈𝐕 ー 𝐘𝐎𝐔, 𝐀𝐍 𝐎𝐓𝐇𝐄𝐑 𝐓𝐈𝐌𝐄?

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𝐣𝐮𝐧𝐠𝐤𝐨𝐨𝐤


Quel pomeriggio, una volta terminati i corsi, uscì dall'edificio scolastico per recarsi di fretta e furia presso la sede della rivista per la quale lavorava, sperando vivamente di non tardare di neanche mezzo secondo. Sapeva bene che al Signor. Kim non piaceva aspettare e gli fu possibile capirlo quando in uno dei suoi primi giorni, si ritrovò alle prese con una scena che vedeva il proprio datore di lavoro fissare malamente un altro ragazzo in prova che si presentò in ritardo di ben dieci minuti. Quello che accadde dopo, lo sa solo chi ne fu spiacevolmente testimone. Perché la mia vita sembra un susseguirsi di corse, ritardi e simili?, pensò, riferendosi ai fatti precedentemente accadutigli, mentre da lontano avvistò l'edificio a cui a breve avrebbe fatto accesso. S'inumidì le labbra ed attraversò attentamente la strada tenendosi stretta, come al volerla proteggere, la sua amata macchina fotografica. Arrivato al marciapiede opposto, prese a camminare a passo svelto verso l'entrata che consisteva in due porte automatiche in vetro spesso e opaco che non lasciavano vista dell'interno.

Nel momento in cui si accinse a varcarle, sentì un paio di occhi scrutarlo da lontano. Il suo respiro rallentò ed il suo cervello cominciò ad elaborare miliardi di risposte alle domande che lentamente cominciava a porsi. Scosse poi la testa quando quella sensazione, una volta entrato, svanì. Portò un palmo al proprio capo, intrecciando le dita ai capelli prima di tirarli leggermente. Sono già abbastanza incasinato di mio, direi di evitare le fantasie su possibili stalker, pensò, cominciando a camminare. Dallo zaino, estrasse il suo tesserino personale, allargandone di poco il cordoncino al quale era appesa una sua foto plastificata - nella quale ammise di essere venuto anche abbastanza bene - con tanto di nome e reparto lavorativo, per poi condurlo all'altezza della sua testa e indossandolo.

ー Buon pomeriggio. ー fece un piccolo inchino verso la guardia che sorvegliava l'area circostante, ricevendo un cenno di rimando.

Fatto ciò, procedette a passo abbastanza spedito verso l'ascensore che l'avrebbe presto portato al suo piano . Più questo saliva, più l'ansia accresceva nel suo essere. Quando la cabina si fermò, avendo raggiunto la sua meta, volse il suo passo al corridoio dal quale, presso un determinato punto, era possibile udire delle grida provenire dal dietro di una porta automatica decorata con un votivo geometrico. Cosa succede ora, pensò, aspettandosi già il peggio, abbassando lo sguardo il giusto per assicurarsi di essere in ordine, dato che avrebbe dovuto comunque parlare col suo capo, ma nel momento in cui i suoi occhi si aprirono verso l'interno della sala si ritrovò a sospirare pesantemente. Tutti i presenti erano anche troppo indaffarati, così tanto che tutto in quell'ampio spazio gli sembrava quasi propenso ad esplodere da un momento all'altro: uomini adulti che bisticciavano per uno di quei bastoni gratta schiena, giovani donne che correvano tra una sala e l'altra con riviste tra le braccia e chi invece, fregandosene di tutto schiacciava un pisolino o mangiava noodles seduto alla propria scrivania.

ー Ma per la miseria! ー ad esplodere fu la voce del Signor. Kim che risuonò in modo rude per tutta l'area, facendo sì che quel caos si placasse all'istante, seguita dal suono di una porta che sbattette prepotentemente contro la parete di quello che era il suo ufficio ー Si può sapere a cosa state pensando, razza di incompetenti!? ー urlò ancora guardando tutti i presenti con sguardo severo, nel mentre con entrambe le mani si teneva appoggiato alla piccola impalcatura che fungeva da balconcino ー SEOKJIN! ー richiamò questa volta il nome del suo segretario, volgendo lo sguardo verso l'interno del suo ufficio dal quale, a distanza di pochi attimi, ne uscì l'interpellato che si presentò agli occhi dei colleghi con un viso arrossato dalle labbra gonfie ed il vestiario scomposto.

𝐄𝐘𝐄𝐒 𝐎𝐍 𝐘𝐎𝐔 [ 𝐓𝐀𝐄𝐊𝐎𝐎𝐊 ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora