Sentii il rumore di vetri infranti e mi alzai di colpo dal letto. Arrancai con passi incerti nel buio della mia camera tentando di arrivare alla porta. In quel breve istante di disorientamento arrivai alle più estreme conclusioni; errano arrivati. Volevano noi. Spalancai la porta della stanza e tirai un sospiro di sollievo. Mia madre come tutte le notti si stava dirigendo verso il salotto piangendo e aveva urtato un vaso di fiori che ora giaceva inerme sul pavimento. Osservai come quelli che prima erano bellissimi e profumati tulipani gialli ora erano impigliati tra i cocci di ceramica, annacquati e sciupati dalla caduta. Sicuramente erano ancora vivi, ancora fiori, ma il loro destino, la loro vita non sarebbe potuta finire se qualcuno non li avesse salvati e messi in un nuovo vaso. La situazione era piuttosto ironica e infima al contempo. Noi eravamo quei bellissimi fiori, diversi dagli altri, ma sempre fiori. Il problema è che nessuno voleva salvarci e presto saremmo morti tutti. Mia madre mi guardava rammaricata appoggiata al muro del corridoio. Non voleva che noi bambini la vedessimo piangere per papà. In fondo non sapevamo neanche se era effettivamente morto, se fosse solo in un campo di lavoro o se ci avesse semplicemente abbandonati. Mio padre era un giornalista ebreo. Era uscito per andare al lavoro come al suo solito e poi, non era più tornato. Negli occhi appannati di mia madre riuscivo quasi a vedere il suo volto stanco e sorridente. Senza di lui la casa non era più una casa, ma un luogo incerto fatto di ricordi di una vita che sapevamo non sarebbe più stata la stessa. Papà era al corrente più di chiunque altro della situazione politica del momento. Conosceva ogni minimo particolare sull'alleanza tra Mussolini e Hitler e dopo la propagazione delle leggi di Norimberga aveva scritto un articolo sull'assurdità nel privare una parte dei cittadini appartenenti come gli altri allo stesso Paese di certi diritti.
STAI LEGGENDO
ComeTulipani
Short StoryLe memorie di una ragazza ebrea, Tara, fuggita per miracolo racconta la tragedia vissuta tra sentimenti in contrasto e riflessioni sulla vita. Il tuo Cristo è ebreo la tua democrazia greca la tua scrittura latina i tuoi numeri arabi la tua auto giap...