Poetica

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Canto dei dolci giovanili amor,

delle cose minute e solitarie,

dei giunchi oscillanti e pii.

Canto il fragile dolor

del triste uomo e del suo giorno

al qual la luce fioca della sera

non concederà più di un flebile

sospiro di speranza taciuta.

Canto la bellezza del mistero

e della luce soffusa,

la bellezza di ciò che di inespresso

la foglia inarcata di alloro racconta,

il tempo che va e si adagia sui fiori,

sulla terra fredda e umida dei campi

e sugli occhi vitrei dei corpi adagiati,

da secoli su letti di pietra e muschio.

Il mio canto perpetuo intaglia la vita,

disegnando ogni solco profondo,

ma anche ogni volto aprico

e ogni ruga sottile e barocca.

E mentre cala il velo sul mondo

come un oscuro sipario divino

io grido al sogno mio dolce e sperato

cresciuto dai raggi e dal vento

"T'illudi, bambino!"

E narrando antiche novelle

su fibre di carta più nuova,

grido alla mente mia stanca

il peso del giorno che viene.

E mentre la luna mi osserva

le scorgo le pieghe del viso,

risponde al mio grido deriso,

inspirando parole d'amor.

E quando io torno alla vita

lontano dal molle sognare,

il canto del grillo vicino, mi invita:

"Sogna, bambino!"

Canti GiovaniliWhere stories live. Discover now