Canto dei dolci giovanili amor,
delle cose minute e solitarie,
dei giunchi oscillanti e pii.
Canto il fragile dolor
del triste uomo e del suo giorno
al qual la luce fioca della sera
non concederà più di un flebile
sospiro di speranza taciuta.
Canto la bellezza del mistero
e della luce soffusa,
la bellezza di ciò che di inespresso
la foglia inarcata di alloro racconta,
il tempo che va e si adagia sui fiori,
sulla terra fredda e umida dei campi
e sugli occhi vitrei dei corpi adagiati,
da secoli su letti di pietra e muschio.
Il mio canto perpetuo intaglia la vita,
disegnando ogni solco profondo,
ma anche ogni volto aprico
e ogni ruga sottile e barocca.
E mentre cala il velo sul mondo
come un oscuro sipario divino
io grido al sogno mio dolce e sperato
cresciuto dai raggi e dal vento
"T'illudi, bambino!"
E narrando antiche novelle
su fibre di carta più nuova,
grido alla mente mia stanca
il peso del giorno che viene.
E mentre la luna mi osserva
le scorgo le pieghe del viso,
risponde al mio grido deriso,
inspirando parole d'amor.
E quando io torno alla vita
lontano dal molle sognare,
il canto del grillo vicino, mi invita:
"Sogna, bambino!"
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Canti Giovanili
PoetryE temo che di tale vita, in questo tempo perso e vacuo, il mio favellar risulti vago. Ma così sento e ragiono meco e non mi curo del vostro mormorar, ma di quel grido forte e antico, di cui sento ancor le fiamme e l'eco.