Gabbia del re by Victoria Aveyard [60]

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<<Ti sei stufato di tenermi rinchiusa qui, dove non puoi vedermi.>>
<<A dire il vero, faccio fatica a starti così vicino.>> il suo sguardo guizza su di me, carico di un'emozione che non voglio interpretare.
<<Il sentimento è reciproco>> gli ringhio contro, se non altro per inibire a strana tenerezza nella sua voce. Preferirei affrontare il suo fuoco, la sua collera, piuttosto che quelle parole pacate.
Non raccoglie la provocazione. <<Ne dubito.>>
{Mare e Maven}

<<Sei rimasto qui?>> {Mare}
Tutt'a un tratto, i suoi {Maven} occhi azzurri incrociano i miei. Ora è lui a sembrare confuso.
<<Hai assistito a tutto quanto.>> Do un'occhiata al letto, poi guardo lontano. È doloroso ricordare la tortura di Samson, e spero si veda. <<Ho sognato che eri qui.>>
Il suo tepore svanisce, si ritira e lascia la stanza gelida, alle porte dell'inverno. Lui sbatte le palpebre e scorgono le ciglia scure che spiccano sulla carnagione candida. Per un attimo, ripenso al Maven che credevo fosse. Lo vedo di nuovo, un sogno o un fantasma.
<<Per tutto il tempo.>> ammette 

<<Mi ricordo quello che hai detto a Mare quando ti abbiamo trovata. Sul jet, hai detto che la sua ricerca dei novisangue, per portargli in salvo, era sbagliata. Che era solo un'altra divisione basata sul sangue. Un modo per favorire una specie rossa rispetto all'altra. E avevi ragione.>> {Farley}
<<Non è la stessa cosa. Io voglio solo salvare mio fratello.>> {Cameron}
<<Come credi che siamo arrivati qui, tutti noi?>> dice sarcastica. <<Per salvare un amico, un fratello, un genitore.  Per salvare noi stessi. Sono tutte ragioni egoistiche, Cameron. Ma non possiamo lasciare che ci distraggano. Dobbiamo pensare alla causa. Al bene comune. E tu puoi fare tanto di più qui, insieme a noi.>>

Maven si concentra sulla mia faccia. Non sugli occhi, ma sul punto in cui una pallottola avrebbe potuto farmi saltare la testa. <<Non so perché, ma è difficile lasciarti morire.>>

<<Non eri obbligato a scegliere lei dopo aver incastrato lui ...>> {Mare}
<<Bé, non potevo esattamente scegliere chi avrei voluto, non ti pare?>> {Maven} sbotta.
[...]
<<Mi hai gettato nell'arena a morire>> gli ricordo lentamente. Come se potessimo dimenticarlo, sia io che lui. <<Mi tieni incatenata nel tuo palazzo, sorvegliata giorno e notte. Mi lasci lì a marcire, a deprimermi...>>
<<Credi che mi piaccia vederti così?>> mormora. <<Credi che voglia tenerti imprigionata?>> Qualcosa gli ostacola il respiro. <<È l'unico modo per farti restare con me.>>

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