"Hey" il moro entra nella mia stanza senza bussare.
"Non rivolgermi la parola" urlo arrabbiato.
"Che cazzo ti ho fatto per meritarmi tutto questo? Eh? Spiegamelo perchè non ci arrivo da solo" dice lui alzando la voce.
"Cos'hai fatto? Cazzo ma me lo chiedi anche? Perché fai finta di non sapere? Eh? Spiegamelo perchè non ci arrivo da solo!" Dico sempre più preso dalla collera. Le lacrime scivolano veloci verso il pavimento.
"Ero ubriaco. Io quello non lo conosco neanche. Ti prego, non roviniamo tutto quello che abbiamo costruito. Ti prego, ti scongiuro. Amore" ha abbassato la voce e si è avvicinato.
"Non provare neanche a toccarmi, stronzo!" Le parole lasciano la mia bocca piene di rabbia e velenose. "E non mi chiamare amore!" Strattono la sua mano lontano dal mio viso.
"Senti, 'fanculo. Fuori da casa mia, vattene!" Cerco di spingerlo fuori di camera. Ma lui mi prende i fianchi e mi abbraccia. Io scalcio e tiro pugni sul suo petto.
"Vattene. Ho detto...vattene" continuo a piangere sul suo petto. I singhiozzi silenziosi riempiono la stanza. Il suo profumo mi inonda la narici. Ed è più forte di me, non riesco a lasciarlo.