"Tieni" gli porgo il bicchiere d'acqua e mi siedo accanto a lui. Prende un sorso e poi poggia il bicchiere sul tavolino di legno davanti a noi. Mi appoggio a lui. Prendo la sua mano e faccio intrecciare le nostre dita. Lo guardo.
"Ero al telefono con una mia amica e stavamo parlando" dico leggermente nervoso. Mi sistemo meglio sul divano.
"Stavamo parlando di famiglia, sai, figli e cose varie" dico. Gli lascio la mano e mi siedo davanti a lui.
"Dove vuoi andare a parare?" Dice lui. Incrocio le gambe.
"Beh...sarebbe bello avere una famiglia tutta nostra, vero?" Dico guardandolo. Lui sbianca.
"È uno scherzo, vero? Io non sopporto un cane, secondo te riuscirei a sopportare un bambino?" Dice lui irritato.
"Si, ma pensa quanto sarebbe carino. Averlo con noi la notte, coccolarlo" dico sorridendo.
"Ma io non ti basto?" Dice lui avvicinandosi a cercando di baciarmi. Io lo respingo.
"Perché devi essere così stronzo?" Dico con le braccia conserte. Lui mi guarda e si alza.
"In che senso?"
"Nel senso che rispondi sempre male e sembra sempre che non ne faccia una giusta. Ti ho fatto una domanda non sei obbligato, era solo una semplice e comune domanda" dico alzandomi. Lui esce dalla stanza.
"Ed ecco che te ne vai. Con te non si riesce mai ad avere una conversazione decente" dico seguendolo. Entriamo in camera e lui si sdraia sul letto. Io mi siedo.
"Se non mi chiedi scusa entro due secondi, me ne vado e la nostra storia finisce qua" dico fissandolo. Lui si alza di scatto e la sua figura slanciata mi si mette davanti. Sbatte la mani sui braccioli arrabbiato e mi appoggio con la schiena allo schienale. Mi fa paura quando fa così. Mi guarda dritto negli occhi. Deglutisco rumorosamente.
"Per cosa mi dovrei scusare?" Dice.
"Per essere uno stronzo, incurante dei miei sentimenti e di come mi sento! Sei una persona spregevole e menefreghista! Egoista! Non apprezzi niente di tutto quello che faccio! Tu non mi apprezzi! Vaffanculo!" Gli urlo tutto d'un fiato. Lui mi guarda.
"Non so se è stato un bene mettersi insieme, io non lo so. Non lo so" dice tirandosi i capelli indietro. Lo guardo per qualche secondo, fino a quando non mi si appanna la vista. Gli tiro uno schiaffo in pieno viso. Lui si massaggia la guancia, che è diventata rossa per lo schiaffo. Scoppio in lacrime e corro in bagno. Chiudo la porta a chiave e scivolo sul pavimento. Lui, l'unico che in questi anni è riuscito a mettere insieme i pezzi di me, sta mettendo in dubbio tutta la nostra storia. Sento bussare. Mi alzo e apro senza pensare. Lui si avvicina velocemente e cerca di baciarmi. Io lo respingo, per la seconda volta nella giornata.
"Amore, ti prego. Mi dispiace, sono uno stronzo" dice. Io lo sorpasso e vado in camera. Prendo la valigia e ci metto tutta la mia vita. Lui entra in camera.
"Fermo! Merda, fermati!" Urla preso dal panico, inizia a tirare fuori la roba dalla valigia. Io lo blocco, con i singhiozzi che non mi fanno respirare.
"Ti prego, lasciami andare" dico con un filo di voce.
"Io non posso. Non posso vivere senza di te, amore, non te ne andare, ti prego, ti scongiuro" dice chiudendo la valigia. Io la riapro e metto dentro le ultime cose, poi la chiudo.
"È meglio se ci prendiamo una pausa per un periodo, va bene?" Cerco di respirare. Lui mi prende la mano e me la stringe. Lo guardo negli occhi, sta piangendo. Me ne vado, prima che mi faccia cambiare idea. Apro la porta e mi guardo in dietro. È seduto sul letto, con le mani che stringono forte il letto e la testa che guarda verso il basso. Chiudo la porta velocemente e mi avvio verso la macchina. Entro e sbatto le mani sul volante. Già mi manca. Le lacrime scendono a fiumi sulle mie guance e io le lascio andare tranquille. Appoggio la testa al seggiolino.
1:30
Apro la portiera della macchina e corro dalla persona che ho sempre amato e che sempre amerò. Lui.