Capitolo I: Il Signore della Tempesta

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Atto I

Alta Cardinalessa Kira Baelor dell'Ecclesiarchico Culto dell'Aureo Fuoco


Segmentvm Ultima, Peripherica Stellarìs Expansionae di Aegis Pro-Viae-Korianìs

Sistema Stellare di Lorn Eron, mondo-cardinale di Lorn Eron II

Alta-Terranìs di Volscini Sethra-Pelta, Faglia di Sparakìs

M42.016


Lente e metodiche, una volta e mezzo lunghe un chilometro di leghe e castelli d'artiglieria e guglie di cattedrali Opheliane, le dodici Sturmndranghenne-Teslaì della 535esima Squadra fendevano i bassi strati del cielo dettando in terra ombre dense, simili ad inchiostro.

Piccoli leviatani dei mari astrali, grandi capidogli in quelli atmosferici.

Attorno al loro scafo, l'oggetto delle osservazioni pacate dell'Alta Cardinalessa Kira Baelor, ruotavano tre grandi anelli grigi placcati di rosso, bianco ed oro. I grandi, ricurvi raggi di quei cerchi erano composti da fulmini bluastri la cui agitazione lei poteva sentire a più riprese sulla sua pelle. Una costante carezza che spazzava l'aria già piena di sangue, lapilli di bombardamento d'artiglieria a lungo raggio, schioccare di passi cadenzati e ceneri polverose.

Scaturivano dalle aste di uno schieramento, gemello e sempre uguale, che correva lungo il profilo d'ogni aeronave, da poppa a prua. Antichi soldati, armati di scudi-torre e lunghe las-lance, componevano quelle armate di statue alte più di cento-e-venti metri. Immobili, sporgevano la loro figura dalle corse delle volte blindate del ponte di coperta.

Posavano il piede su di un preciso piedistallo, un bassorilievo che narrava della Grande Crociata offrendo loro come pavimento un cielo di cadaveri di varie stirpe aliene. I guardiani quei morti, vecchi di dodici millenni, nemmeno li degnavano di uno sguardo.

Osservavano i cerchi che permettevano alle Sturmdranghenne il volo lento in atmosfera, i loro occhi nascosti dietro la celata degli elmi a guisa di testa di Dayre-Aquila. In cima ardevano dei macro-bracieri che spandevano nell'aria già rossa e polverosa dei lunghi strali di fuoco e fumo scuro.

Dalle loro lance pendevano metallici vessilli di Casa Von Gianellen. La Dayre-Aquila era lo stemma dei Signori di Hive Regial e dell'Over-Archia di Armageddon e lì, impressa trionfale su quei vessilli neri, stava sorridendo convinta della sua giusta potenza.

Le artiglierie incassate nei campanili e nelle torri di vedetta delle aeronavi, osservò Kira, non stavano sparando nemmeno un colpo. Neanche una fiamma di lancio, non un solo proiettile di calibro di ponte da mischia nave-nave. Per ragioni note solo ai capitani dei vascelli, tacevano giacendo al silenzio, nell'ombra imposta loro addosso delle statue d'angeli in armatura che dominavano i contrafforti marmorei.

Era sotto alla marcia aerea di quei vascelli che v'era movimento in abbondanza da osservare. Sporgendosi lievemente in avanti, Kira trasse un profondo respiro. Sentì sopraggiungere un refolo di vento e il suo velo agitarsi.

Aggrottò la fronte, la sua calma stallata da un brivido diverso dagli altri. Qualcosa, si disse alzando gli occhi al cielo pregno di lontani scoppi di granata, si stava muovendo oltre le prime linee dello schieramento imperiale. Lo sentiva, ne era certa.

La scacchiera andava mutando, le pedine erano spostate dai giocatori. Un singolo comando del Lord Solar poteva consegnare in un momento un milione d'anime all'oblio oppure inviarle tutte quante alla fiammeggiante gloria di un martirio oltre la breccia e lei sentiva attesa, ansia spasmodica levarsi dagli schieramenti in progressiva marcia d'assestamento e rinforzo.

Band of Heroes Saga: the Aurelian CrusadeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora