Parte 4

11 2 1
                                        

Non sono mai stato una persona sbadata, pianifico le mie mosse.
L'asciugamano non è certo caduto per sbaglio, so ancora allacciarne uno in vita. Volevo vedere la sua reazione.
Di certo non mi aspettavo tutto questo.
Non sono solito a fare queste cose, il sesso e i sentimenti non fanno per me. In tutti i sensi.
Ma devo far stare zitta Valenti.
La sua finta espressione angelica mi manda su tutte le furie, tanto da farmi fare quello che ho fatto.
Non è certo venuta qui per il borsone, l'ho vista dal modo in cui mi ha guardato in palestra. Mi mangiava con gli occhi.
Povera, non sa in che razza di situazione si è messa.
Non sono il solito uomo da una botta e via. Ho gusti particolari.
Non che mi piaccia il sadomaso, ma diciamo che mi piace particolarmente impormi sugli altri.
Soprattutto sulle donne. Non serve legarla o picchiarla per farle vedere chi comanda. Probabilmente devo fotterla per togliermela dalla testa.
Le afferro i polsi e li porto dietro alla sua schiena tenendoli ben saldi, negandole ogni movimento.

《Molto meglio.》 le sussurro all'orecchio, la giro facendole posare il seno sul muro e mi appoggio sul suo sedere con il mio membro.

Mi struscio appena su di lei, un gemito le esce dalle labbra e un piccolo ghigno si disegna sul mio volto. Odio che le persone mi toccano. Non perchè io abbia subito qualche forma di violenza, ma perchè odio le persone. Sono sempre così troppo espansive.
Tenendole ancora i polsi la faccio camminare verso il tavolino del salotto, allontano i vari fogli con il braccio e la faccio piegare a novanta mettendo quel piccolo ma sodo sedere in mostra.
Porta ancora gli slip e la cosa non mi piace. La voglio nuda, ora.
Le lascio le mani e le appoggio ai lati della sua testa.

《Non muoverle.》 le ordino in modo brusco.

Aggancio le dita ai lati degli slip e li abbasso lentamente scoprendo piano piano ogni centimetro di pelle. Non che quelle mutandine coprissero poi molto.
Le faccio scivolare a terra e le bacio ogni centimetro delle gambe. Con la punta della lingua disegno dei piccoli cerchi e l'assaporo per la prima volta.
La sua pelle ha un profumo fruttato, sa di pesca. Il suo sapore è addirittura dolce.
Se le gambe hanno questo sapore non immagino che sapore ha in altri posti.

《Christian..》 ansima divaricando leggermente le gambe.

Mi inginocchio dietro di lei e poso le mani sulle natiche e premo le dita su di esse, le do un piccolo schiaffo sonoro e inizio a riempirlo di baci e morsi.
E' così sodo che ci passerei le ore a giocarci.
Davanti al mio viso c'è una piccola cosa che richiede la mia attenzione, con il dito le accarezzo l'intimità facendomi spazio fra le labbra.
Dire che è bagnata è dire poco.
Si sporge con il sedere ed entro con la prima parte del dito dentro di lei.
Con un piccolo colpo fluido lo faccio entrare dentro di lei.
La esploro per la prima volta, è così calda che il membro inizia a farmi male da quanto è duro.
Sono indeciso se porre fine a tutto subito o tirarla per le lunghe.
《Muoviti.》 sbotta ansimando Valenti.

La guardo in modo duro ed sfilo il dito. Un piccolo sospiro esasperato da parte sua mi fa sorridere e senza indugiare oltre poso la lingua dove prima c'era il dito.
Non immaginavo male, è deliziosa.
Dio. Mio.
Le afferro le gambe e la tiro più indietro dal tavolo per esporre la parte più intima verso di me.
Con la punta della lingua inizio a stuzzicarla mentre con due dita entro in lei.
Continuo questa dolce tortura per quelle che sembrano ore e la cosa non mi dispiace.
Peccato che lei non sia dello stesso avviso.

《Ti prego!》 geme sonoramente supplicandomi.

Ecco, se c'è una cosa che adoro è essere supplicato in questi casi.
Mi sollevo e dal cassetto di un mobile estraggo la solita bustina blu, la strappo con i denti ed estraggo il preservativo.
Mi accarezzo lentamente l'erezione mentre la guardo distesa sul tavolo, infilo il lattice e mi avvicino a lei. La sollevo e la faccio sedere sulla superfice, le divarico le cosce e non appena avvicina le mani per accarezzarmi il torace la blocco, nuovamente.
Entro in lei senza molto indugi. Un ringhio strozzato fa capolino dalla mia bocca e chiudo gli occhi. E' così stretta che mi sento in paradiso.

《Oh, si..》 ansimo iniziando a muovere il bacino contro di lei. La tengo per i fianchi e la faccio mia ad ogni affondo.

Valenti è un ammasso di gemiti e ansimi. Per colpa sua i vicini chiameranno la polizia. Sarà molto divertente raccontare l'accaduto.
Mi muovo ininterrottamente dentro di lei. Sono già al limite, colpa della mia lunga astinenza.
Non che la cosa mi freghi, visto che ho intenzione di non vederla mai più, questa tizia. Da domani torna Derek e sarà un problema suo.
Ho bisogno anch'io di farmi qualcuna ogni tanto e lei sembrava ben disposta.
Vengo dentro di lei e allungo la mano verso di lei iniziando a toccarla facendo pressione con le dita. Resto dentro di lei per sentire ogni suo piccolo movimento interno. Vengo letteralmente stritolato quando lei, con un urlo, viene intorno a me.




Abbiamo finito da ben dieci minuti e ci stiamo fissando. Il perchè mi è ancora ignoto.

《Beh?》 domando, confuso.
《Mh?》 ribatte lei, altrettanto confusa.

Okay, tutto questo deve finire. Se ne deve andare.
Le ho dato quello che sicuramente voleva. Afferro l'asciugamano da terra e me lo avvolgo attorno alla vita, vado a prenderle il borsone e torno da lei, lo faccio cadere ai suoi piedi e la fisso per qualche istante.

《Derek dovrebbe tornare domani, quindi addio.》 alzo le spallucce e mi giro in cerca del suo cane.
《Skype!》 richiamo l'attenzione del mio e dopo qualche istante mi corre incontro, si siede e guarda la ragazza con la lingua fuori dalla bocca.

La cosa mi fa quasi ridere. Ripeto, quasi.
Valenti si veste frettolosamente, afferra il proprio borsone e mi guarda in cagnesco. La cosa mi confonde.
Le donne, di solito, non sono più accomodanti dopo un orgasmo?
Lei deve avere qualche cosa che non va. Ma la cosa non mi riguarda.

《Fottiti, stronzo.》 mi fa il dito medio e se ne va con il borsone in spalla e il cane subito dietro di lei.

Alzo un sopracciglio e la guardo incredulo, che è appena successo? Che le prende? Non appena chiudo la porta di casa vengo investito da un'ondata di sollievo, per fortuna non avrò più a che fare con lei. Se questo è il suo atteggiamento abituale sono molto felice di non aver perso molto tempo con lei.
Raccolgo il preservativo usato da terra e lo getto nel cestino insieme al suo involucro e me ne vado a letto.

Our Beauty Strange LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora