C'è una cosa che odio delle persone.
Si distraggono in un bicchiere d'acqua e la cosa mi da parecchio fastidio.
In realtà sono tante le cose che mi danno fastidio, ma non sto di certo qui ad elencarle. Non frega a nessuno, tanto meno a me.
Evan dovrebbe essere concentrato su di me, invece non fa altro che guardare alle mie spalle e la cosa mi manda in bestia.
Con una mano gli do una manata sulla nuca più forte del previsto.«Pensi di poterti far distrarre da una ragazza sexy durante un combattimento? Forza riprendi!» gli sbraito contro e alzo gli occhi al cielo.
Dopo altri due affondi lo liquido con un secco "Abbiamo finito." Se ne va e scendo dal ring.
Mi sento fissato e la cosa inizia a mettermi a disagio.
Odio il disagio.
Odio essere fissato.
Mi giro lentamente verso la ragazza dietro di me.
Ne ho sentito molto parlare, soprattutto da Derek. Non fa altro che parlare di lei, il che l'ha resa abbastanza antipatica ai miei occhi.
La guardo dalla testa ai piedi, non sono una persona a cui piace molto soffermarsi sulle persone. Sono più per il vivi e lascia vivere.
Ma ho anch'io due occhi e di solito mi piace apprezzare le ragazze in modo silenzioso, non sono certo Evan.
So perfettamente come si chiama, ma questo non mi impedisce di darle fastidio pronunciando il nome in modo sbagliato.«Sei tu Valènti?» domando, serio.
«Si pronuncia Vàlenti.» mi corregge all'istante e la cosa mi fa fare un piccolo ghigno.
La maggior parte delle persone sono intimidite da me, credo che la cosa dipenda dai miei muscoli e dai miei modi molto bruschi di trattare le persone.
«Sì, sono io.» conferma, guardandomi negli occhi.Cosa molto strana. Sono abituato alle persone che abbassano subito lo sguardo non appena le guardo.
Lei non sembra intenzionata a farlo.
Non ha i lineamenti di una ragazza Americana e dal suo accento deduco che sia Russa.
E' una ragazza molto alta, ma la cosa che mi sorprende è la sua vita così stretta, sembra che si possa spezzare da un momento all'altro.
Ha i capelli biondissimi lunghi legati in una coda, il top non lascia molto all'immaginazione.
Più che altro ti fa immaginare cosa potresti farci lì in mezzo.
Non ho mai visto un seno così grande naturale. Inizio a dubitare che lo sia, dovrei toccare per credere.
La ragazza si schiarisce la voce e porto i miei occhi blu su quelli castani di lei.«Quindi sei qui per fare Box? Non hai paura di spezzarti in due?» inarco li sopracciglio e ne approfitto per ammirare quei pantaloncini.
«Mettimi alla prova.» raccoglie un guantone da terra e me lo sbatte sul petto per poi superarmi.
Tengo il guanto con la mano e mi giro verso di lei che nel frattempo è salita sul ring.«Sai, fai quasi ridere magra come sei su quel ring.» rido scuotendo il capo e salgo anch'io. «Allora, è la prima volta che lo fai? O Derek ti ha insegnato qualcosa?» chiedo iniziando a fasciarle le mani con un nastro bianco largo qualche centimetro.
«Potrei stupirti.» ridacchia e alzo gli occhi su di lei.
Non so se mi piaccia questa cosa, per fortuna avrò solo questa lezione con lei.
Non sopporto le persone che mi tengono testa.
Sono io quello che li domina, di solito. Non il contrario.
Deve abbassare la cresta, all'istante.«Non credo, forza canarino. Dammi un pugno.» la sfido.
Finisco di mettere i guantoni e mi metto in posizione. Lei inizia a saltellare e la cosa non mi aiuta affatto. I suli capelli iniziano ad ondeggiare dietro le sue spalle ed il suo seno inizia a saltare insieme a lei, ma con un ritmo tutto suo.
Sì, è decisamente naturale.
Vengo colpito su una spalla dal suo pugno sinistro e porto gli occhi nei suoi.«Ti pensavo più scaltro.» scherza.
Io non ho intenzione di scherzare.
Affatto.«Era per dartela vinta, almeno per questa volta.» ribatto, in modo glaciale.
Passiamo l'intera ora e mezza a scagliarci contro pugni, parolacce e frecciatine.
Credo di odiare questa ragazza.***
Finalmente quella ragazza si è levata di torno, quasi non ne potevo più delle sue risatine divertite.
Odio le risate in generale.
In questo momento sono seduto al centro del ring, al buio.
Solo un fascio sopra alla mia testa m'illumina.
Questa stanza è la mia casa, il mio piccolo rifugio. È qui che scappo quando inizio a sentirmi oppresso a casa mia.
In quelle mura spoglie che chiamo "casa mia" mi aspetta solo un cane: Skype.Il mio compagno di vita, l'unico di cui io mi fido ciecamente.
Abito in questo paesino già da qualche anno ma non ho legato con nessuno e non sono interessato a farlo, assolutamente.
Non succederà più, dopo quella volta.
Sollevo le ginocchia e mi tengo in bilico con i talloni, porto i palmi sulle mie tempie e chiudo gli occhi.
Come sempre dentro di me c'è oscurità, ma qualcosa è cambiato.
Un piccolo scintillio di capelli biondi colora quel nero che mi circonda da ben sette anni.
Sgrano all'istante gli occhi, so a chi appartiene quel biondo.
Alla piccola smorfiosa.
Mi dico che probabilmente l'ho pensata per la radiografia che le ho fatto oggi, non trovo altra soluzione e non voglio trovarla.
Mi sollevo da terra ed scavalco il primo filo rosso del ring, scendo i scalini e mi avvicino alla porta.
Questo posto è come me.
Nero, sporco e isolato.
Esco dalla stanza chiudendo a chiave e mi avvicino a Sally, la ragazza che di solito accoglie i clienti.«Io vado, come al solito mi porto via le chiavi. Sai che mi piace venire di notte ad allenarmi.» le ricordo in modo fermo.
Sally ha una cotta per me da circa un anno, non ci vuole un genio per capirlo.
E' una ragazza minuta, mi arriva si o no a metà busto, con i capelli corti verdi e gli occhiali.
Non appena le parlo diventa rossa in viso, quasi stona con i suoi capelli.«Si, Christian.. Volevo chiederti una cosa..» balbetta tormentandosi le mani. Oh no, so già cosa sta per fare.
«Non ho tempo per queste cazzate, Sally. Ho da fare. A domani.» mi giro e afferro il mio borsone, decisamente troppo leggero. Ma la cosa non mi preoccupa, per ora.
Cerco di cancellare dalla mia testa l'espressione ferita di Sally e me ne torno a casa mia, dove vengo accolto da Skype.
Appoggio il borsone a terra e solo dopo noto un paio di scarpe di un colore improponibile.
Rovisto in mezzo alle cose nel suo interno e alzo gli occhi al cielo.
Non è mio e riconosco queste orrende scarpe.
Sono della ragazza smorfiosa di oggi.

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Our Beauty Strange Love
RomanceCosa può succedere quando due modi totalmente diversi si incontrano? E se si fondo insieme nel creare questo strano bellissimo amore? Dalla storia: 《Ridimmi che mi ami, Valenti. Ti prego》 Sussurro sulle sue labbra per poi afferrarle il viso con ent...