Josey si svegliò, vide la brina leggera sul vetro della finestra e sorrise. Finalmente faceva abbastanza freddo per indossare cappotti lunghi e collant. Faceva abbastanza freddo per le sciarpe e le camicette portate a strati, stile mimetica. Faceva abbastanza freddo per il cardigan rosso portafortuna, che era convinta avesse un potere speciale. Josey adorava quel periodo dell'anno. L'estate era una scocciatura, con quegli abiti leggeri in cui fingeva di sentirsi a proprio agio, nonostante fosse sicura di sembrare una pagnotta di pane bianco con la cintura. Il freddo era un tale sollievo.
Josey andò alla finestra. La magnifica lucentezza della brina, simile allo zucchero, ricopriva ogni cosa, e dai camini nella valle sotto la cittadina turistica si sollevava fumo bianco. Eccitata, Josey aprì la finestra, ma il telaio a ghigliottina si incastrò a metà e lei dovette picchiare con il palmo della mano per sollevarlo del tutto. Infine si aprì, facendo entrare l'aria pungente di inizio novembre, che avrebbe messo in fermento la cittadina in previsione dei turisti che il freddo portava sempre sulle alte montagne del North Carolina. Josey sporse la testa fuori e inspirò profondamente. Se avesse potuto mangiare l'aria fredda l'avrebbe fatto. Trovava che le ondate di freddo improvviso fossero come biscotti, come quelli allo zenzero. Nella sua mente avevano pezzetti cioccolato bianco e una glassa fresca croccante alla vaniglia. Le si scioglievano in bocca come neve, diventando caldi e cremosi. Subito prima di rimettere dentro la testa, Josey abbassò lo sguardo e notò qualcosa di strano. C'era una scala appoggiata contro la casa, proprio sotto la sua finestra. Torno subito dentro e chiusa la finestra. Esitò un istante, poi la chiusa a chiave. Si voltò e andò al guardaroba, turbata. Quella notte non ha sentito niente di strano. I giardinieri che avevano potato l'albero il giorno prima dovevano aver lasciato lì la scala. Sì. Doveva essere andata così. Probabilmente l'avevano appoggiata contro il muro e se ne erano completamente dimenticati. Josey aprì la porta del guardaroba e allungò la mano per tirare la cordicella che accendeva la luce. E lanciò un urlo. Indietreggiò, poi si fermò solo quando colpì la scrivania e la lampada si fracassò sul pavimento.
"Oh, Dio santo" disse la donna seduta sul fondo del guardaroba, "non dare di matto. "
"Josey?"
La voce della madre tuonò in corridoio, poi si udì il tonfo del bastone che si avvicinava.
"Per favore, non dirle che sono qui" supplicò la donna nel guardaroba, con una strana disperazione. Nonostante il freddo fuori, indossava una maglietta bianca che le lasciava scoperta la pancia e un paio di jeans attillati blu scuro a vita bassa, che facevano intravedere il tatuaggio di un cuore spezzato su un fianco. I capelli erano finti, di un biondo quasi bianco, con due centimetri e mezzo di ricrescita scura spruzzata di grigio. Il mascara era colato e sulle guance c'erano strisce nere. Sembrava essersi asciugata senza poi essere stirata, come se avesse passeggiato sotto la pioggia. Solo che non pioveva da giorni. Odorava di fumo di sigaretta e acqua di Fiume. Josey voltò la testa mentre la porta della stanza iniziava ad aprirsi. Poi, nell'istante in cui la madre entrava nella stanza, con un piccolo gesto che avrebbe cambiato tutto allungò il braccio e chiuse con una spinta la porta del guardaroba.
"Josey? Che cos'è stato quel rumore? Stai bene?" Chiese Margaret.
La madre ai suoi tempi era stata una donna bellissima, raffinata e ben curata, con gli occhi azzurri e i capelli biondi. Le madri bellissime esercitano un potere particolare sulle figlie che non sono altrettanto nelle perfino a settantaquattro anni, con l'andatura zoppicante dopo l'impianto di una protesi d'anca, Margaret poteva ancora entrare in una stanza a riempirla come un profumo. Josey non ci sarebbe mai riuscita. Il massimo dell'attenzione che avesse mai ricevuto era quella che otteneva da piccola, quando piantava scenate leggendarie in pubblico. Ma allora la gente la guardava per la ragione sbagliata.
"La mia lampada" disse Josey. "Mi ha aggredita all'improvviso."
"Ah, bene" rispose Margaret in tono distante. "Lascia stare, pulirà la domestica. Sbrigati e vestiti. Il mio appuntamento dal medico è alle nove. "
"Sì, mamma. "
Margaret chiuse la porta dalla camera del letto. Josey aspettò che i tonfi del bastone svanissero in lontananza prima di correre alla porta del guardaroba e aprirla di nuovo.
Quasi tutta la gente del posto conosceva Della Lee. Lavorava come cameriera in una topaia chiamata Eat and Run, ficcata abbastanza fuori dai confini della cittadina perché i turisti che venivano in massa a sciare non la vedessero. Di sera Della Lee bazzicava nei bar. Doveva avere quasi quarant'anni, forse una decina più di Josey, era rude e appariscente e faceva tutto quello che le pareva, senza bisogno di dare spiegazioni.
"Della Lee Baker, che cosa ci fai nel mio guardaroba?"
"Non dovresti lasciare la finestra aperta. Non si sa mai chi potrebbe entrare" rispose l'altra, smontando così l'imperitura convinzione che bastasse cospargere i davanzali e le soglie con olio di menta piperita per evitare visite indesiderate. Per anni, la madre di Josey aveva dato istruzioni a ogni domestica di ungere gli infissi della casa con la menta, per tenere alla larga le persone sgradite. La casa profumava tutto l'anno di feste invernali.
Josey fece un passo indietro e puntò il dito. "Vattene."
"Non posso. "
"Certo che puoi. "
"Ho bisogno di un posto dove nascondermi."
"Capisco. E questo ovviamente è stato il primo posto che ti è venuto in mente. "
"Chi mi cercherebbe qui?"
Le donne rudi hanno modi rudi. Della Lee cerca di dirle che era in pericolo? "D'accordo. Chi è che ti cerca, Della Lee?"
"Forse nessuno. Forse non hanno ancora scoperto che sono sparita." Poi, con grande sorpresa di Josey, Della Lee allungò la mano verso la falsa parete in fondo allo stretto guardaroba e la fece scorrere. "A proposito di scoperte, guarda cos'ho trovato. "
L'ampio spazio segreto nascosto dietro le pareti era ora in bella mostra. Sul pavimento c'erano pile di romanzi tascabili, riviste e cataloghi, ma la maggior parte della stanza segreta era occupata da scaffali stracolmi di cibo: snack confezionati, file di dolci, torri di Coca-Cola.
All'improvviso, l'intero corpo di Josey avvampò per il panico. In teoria Josey avrebbe dovuto essere una donna felice. E in effetti quasi sempre credeva di esserlo, anche se in un modo goffo e sonnacchioso. Certo, non sarebbe mai stata la bellezza che era stata un tempo la madre e non avrebbe mai avuto la personalità del defunto padre. Era scialba e insignificante e poco meno che grassottella, ma lo accettava. Il cibo però era una consolazione. Riempiva gli spazi vuoti. Ed era bello nasconderlo, perché così poteva goderselo da sola, senza preoccuparsi di ciò che pensavano gli altri o di deludere la madre.
"Prima ci sono alcune cosa che devo capire" disse Della Lee mentre faceva scivolare la parete fino a rinchiuderla. Aveva raggiunto il suo scopo, aveva fatto sapere a Josey che conosceva il suo segreto. Non rivelare il mio è io non rivelerò il tuo. "Poi me ne andrò al nord."
"Non puoi restare qui. Ti farò dei soldi. Puoi stare in un motel. " Josey fece per voltarsi, per prendere il portafoglio e allontanare Della Lee dal suo cibo. Ma si fermò.
"Aspetta. Te ne vai da Bald Slope?"
"Come se anche tu non sognassi di andartene da questa stupida cittadina" rispose Della Lee e si appoggiò all'indietro sulle mani.
"Non essere ridicola. Sono una Cirrini."
"Correggimi se sbaglio, ma quelle nel tuo guardaroba segreto non sono riviste di viaggio ?"
Josey si inalberò. Puntò di nuovo il dito. "Vattene. "
"A quanto pare sono arrivata giusto in tempo questo non è il guardaroba di una donna felice, Josey. "
"Almeno io non mi ci nascondo. "
"Scommetto che ogni tanto lo fai. "
"Vattene. "
"No. "
"Va bene. Chiamo la polizia. "
Della Lee scoppiò a ridere. Scoppiò proprio a riderle in faccia. I denti davanti erano un po' storti, ma a lei donavano, erano anticonformistici e insolenti. Della Lee era il tipo di donna che l'avrebbe sempre fatta franca, perché non aveva limiti. "E che cosa dirai? Che c'è una donna nel tuo guardaroba, che vengano a tirarla fuori? Potrebbero scoprire il tuo arsenale segreto."
Josey pensò di andare a vedere il bluff di Della Lee. Era quello che si meritava. Forse valeva perfino la pena di far sapere a tutti del cibo nel guardaroba. Poi però il cuore iniziò a battere più forte. Chi voleva prendere in giro? Era già abbastanza imbarazzante di essere un esemplare pietoso di bellezza del Sud. Il suo peso, i capelli deplorevoli, i sogni segreti di abbandonare la madre che aveva bisogno di lei, di andarsene senza più guardarsi indietro. Le figlie rispettabili si prendono cura delle madri. Le figlie rispettabili non nascondono enormi quantità di dolciumi nei guardaroba.
"Quindi se resti non dirai niente a nessuno, è così?"
"Esatto" rispose tranquilla Della Lee.
"Questo si chiama ricatto. "
"Aggiungilo alla mia lista di peccati. "
"Credo che in questa lista non ci sia più spazio" ribatté Josey mentre prendeva un abito dalla gruccia. Poi chiuse la porta del guardaroba in faccia a Della Lee.
Andò nel bagno in fondo al corridoio, per vestirsi e raccogliere in una coda bassa i capelli ricci e neri come la liquirizia. Quando tornò nella stanza, fissò per qualche istante la porta del guardaroba. Sembrava del tutto innocua. La porta e gli infissi erano dipinti di un bianco antico, contro l'azzurro pallido della stanza. I blocchi d'angolo in cima all'infisso erano decorati con cerchi concentrici intagliati a mano. La maniglia era di porcellana bianca, a forma di cappella di fungo.
Josey prese un respiro profondo e si avvicinò. Forse si era immaginata tutto.
Aprì la porta.
"Dovresti truccarti" disse Della Lee.
Josey tirò giù il cardigan rosso portafortuna dall'ultimo scaffale, poi richiuse la porta. Indossò il maglione e chiuse gli occhi. Vai via, vai via, vai via.
Aprì di nuovo.
"No, davvero. Mascara. Gloss per le labbra. Qualcosa. "Josey sospirò. Probabilmente il maglione era soltanto arrugginito. Era rimasto fermo lì tutta l'estate. Quando fosse tornata a casa, Della Lee non ci sarebbe più stata. Succedeva sempre qualcosa di bello quando indossava quel maglione. Le avevano fatto il più bel taglio di capelli in assoluto, mentre lo portava. Una volta ci aveva dormito e aveva nevicato per tre giorni di fila.
E lo indossava il giorno in cui aveva conosciuto Adam.
Josey chiuse la porta, aspettò qualche istante con la mano sulla maniglia, poi aprì un'ultima volta.
"Eye-liner?" Disse Della Lee.
Josey si voltò e se ne andò.
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Giorni di zucchero fragole e neve.
RomanceJosey ha tre certezze: l'inverno è la sua stagione preferita; lei non è il classico esempio di bellezza del Sud; i dolci è meglio mangiarli di nascosto. Vive a Bald Slope, il pesino di montagna dov'è nata, rinchiusa nell'antica casa di famiglia ad a...