Quella sera, dopo aver messo a letto la madre, non prima di aver massaggiato i suoi piedi minuti e graziosi con la lozione che profumava di torta al limone, aver appoggiato le pillole per dormire e l'acqua accanto a lei sul comodino, Josey scese furtivamente le scale, uscì e raggiunse l'auto. Era scalza e le dita dei piedi si arricciarono contro il gelido marciapiede del vialetto, ma così avrebbe fatto meno rumore.
Cionostante, Heléna infilò la testa fuori dalla porta della stanza quando Josey rientrò con le cose di Della Lee.
"Che cos'è?" Chiese l'altra, stupita. Mise da parte una delle riviste da viaggio lette e stralete di Josey. Si era lavata il viso dall'ultima volta che Josey l'aveva vista, al mattino, e le strisce di mascara erano scomparse. Come fosse riuscita a farlo senza che nessuno la notasse era un mistero. Non c'erano in giro pezzuole per il viso macchiate di trucco e mentre Josey, la madre ed Heléna erano di sotto in salotto a guardare la televisione, non si era sentito il suono cupo dell'acqua che scorreva nei tubi al piano di sopra.
Josey sorrise. Per tutto il giorno si era trattenuta a fatica, in attesa che finalmente la madre andasse al letto.
"Una sorpresa! Sono stata a casa tua oggi."
"Che cos'hai fatto?"
Josey si inginocchiò e aprì uno dei borsoni. "Guarda. Ho preso alcune delle tue cose. Qui ci sono dei vestiti e i trucchi e qui c'è il tuo portafoglio. E questa scatola. Sembrava il genere di cosa che non avresti voluto lasciare."
Della Lee scosse la testa, prima lentamente, poi sempre più veloce. "Volevo che mi prendessi un panino, non ti andasse a casa mia!"
" l'ho fatto perché tu non dovessi tornarci. Ringraziami, ladra di guardaroba."
"Ovvio che non ci torno!" Esclamò Della Lee. Si allontanò di corsa dagli oggetti e sprofondò nell'ombra del guardaroba. "Sbarazzati di questa roba, Josey. Subito! Qualcuno può venire a sapere che ce l'hai."
"Shh! Mia madre ti sentirà" disse Josey. "E poi io non ho questa roba. È tua. Nessuno lo sa."
Gli occhi di Della Lee si spostarono da Josey alla scatola e alle sacche, poi tornarono su Josey. "Julian era ancora lì?"
"Il tizio con i capelli lunghi? Dormiva sul divano con la mano infilata nei pantaloni. Dorme sempre così ? Se avesse un incubo, scommetto che potrebbe farsi davvero male."
"Ma l'hai visto" disse Della Lee, che non si era lasciata convincere dal giudizio troppo noncurante di Josey.
"L'ho visto"
"Allora capisci."
Josey deglutì. "Si."
"Bastardo. Odio l'idea che sia ancora a casa mia. Quella era la casa di mia madre. Mi chieda che cosa ne sarà."
"Be'" disse Josey, "se hai davvero intenzione di partire, puoi venderla."
Della Lee sorrise, come se vi fosse una battuta segreta nascosta da qualche parte in quell'affermazione.
"Venderla. Si. È quello che farò."
"Posso aiutarti."
Il sorriso di Della Lee svanì. "Devi promettermi di non farlo mai più, Josey. Non tornare da lui. Non contattare agenti immobiliari. E non dire a nessuno di me. Promettilo!"
"Va bene, va bene. Prometto."
"Non posso credere che tu abbia fatto questo per me." Esitante, Della Lee allungò la mano per toccare la scatola, come se dubitasse che fosse reale. Quando le dita sfiorarono il cartone, scoppiò in una risata stupita.
"Avrai bisogno delle tue cose quando andrai al nord."
Della Lee tirò verso di sé la scatola, che strisciò rumorosamente sul pavimento di legno dito. "Ah, ho capito" disse, mentre sollevava il coperchio. "Cerchi di sbarazzarti di me perché so dei tuoi dolci."
"Be', c'è anche quello" ammise Josey.
"Josey!" La madre la chiamò dal corridoio. Josey girò la testa di scatto.
"Nessuno h mai fatto una cosa del genere per me. Sai, forse in fondo posso tenersi questa roba." All'improvviso Della Lee afferrò i borsoni, li avvicinò e li abbracciò. "La mia roba" diss con una risata. "La mia roba, la mia roba, la mia roba. Credevo che non l'avrei più rivista. Posso avere un po' di privacy?"
Josey dapprima esitò, poi si alzò in piedi.
"Chiudi la porta, ti spiace? E non dimenticare di andare da Chloe in tribunale a prendere il mio panino" disse Della Lee mentre tirava fuori una camicia da una delle borse e se la portava al viso, inspirando. Si accigliò, poi la annusò di nuovo. "Che strano. Non ha l'odore che ricordavo."
Quando Josey chiuse la porta, Della Lee stava tirando fuori un'altra camicia.
Josey scosse la testa e pensò che se Della Lee fosse stato un dolce, sarebbe stato un bastoncino di liquirizia.
Non di quelli duri che ti spaccano i denti; uno di quelli gommosi, quelli su cui devi accanirti con pazienza, gli occhi che si inumidiscono e le labbra si contorcono all'insù in un sorriso involontario.
"Josey!" Gridò di nuovo Margaret.
Josey si girò di scatto e andò a sentire che cosa voleva la madre.

Giorni di zucchero fragole e neve.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora