Sei bellissima lo stesso.

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 Bum. Bum. Bum.

Sbattei più volte la pallina sul muro di fronte a me, prendendola sempre in modo impeccabile.

Bum. Bum. Bum.

Avevo cercato quella ragazza, Anastasia, ovunque. Non era su Facebook, su Twitter, su Instagnam, su Ask, su Shots, su Fahlo, su MySpace, su YouTube, su Snapchat. Avevo persino cercato il suo cognome sull'elenco telefonico, ma di certo non potevo chiamare più di cento persone solo per trovare lei. Perché diamine doveva avere un cognome così comune? Così comune, ma che addosso a lei suonava perfettamente.

Bum. Bum. Bum.

Il mio cuore, ormai troppo ferito, mi pregava di non pensarla. La mia testa, invece, faceva il contrario. Il suo sorriso e le labbra che lo contornavano non smettevano di offuscare i miei pensieri e le mie facoltà mentali. Cavolo, mi aveva stregato e il solo pensiero di non riuscire a trovarla da nessuna parte mi faceva andare in tilt. Mi aveva preso, con una semplice frase e un semplice sorriso. Mi incuriosiva, volevo conoscerla e sapere qualcosa in più di lei. Cosa che andava contro le promesse che avevo fatto a me stesso, dato che era una ragazza e non volevo avvicinarmi ad una di loro.

Bum. Bum. Bum.

Ma cosa potevo farci, se mi aveva preso così tanto? Non riuscivo nemmeno a capire il perché. Era il potere delle donne. Era potere delle donne prendere un uomo e farlo diventare il proprio cagnolino. Senza far niente, mi aveva già stregato e già era diventata la regina dei miei pensieri. Da idiota mi stavo lasciando trasportare ancora, sicuro di ricevere un'altra delusione. Speravo, per lo meno, che fosse diversa. Anche se infondo sapevo, che tutte le ragazze sono uguali e tutte le ragazze prima o poi ti pugnalano. Per qualcuno più figo e con un portafoglio più gonfio nei pantaloni. Patetiche.

Bum. Bum. Bum.

-Tesoro, sai vero che dalla mia stanza si sente tutto?- mia madre entrò in stanza, disturbando i miei pensieri. Mi distrassi un secondo, lasciando la pallina cadere.
-E tu lo sai che stavo facendo un record? Ero arrivato a trecentosessantasette- mia madre alzò gli occhi al cielo portando le braccia al petto.
-Trecentosessantasette rotture di scatole, Justin..- mormorò, sedendosi sul mio letto.
-Simpatica- mi sedetti anch'io, dandole un bacio sulla tempia.
-Non sei felice di aver vinto il premio?- chiese, poggiando le mani sulle ginocchia. Feci spallucce.
-E' uguale, insomma.. non mi cambia nulla- le sorrisi rassicurante, nascondendo un velo di tristezza.
-Perché non esci con i tuoi amici?- mi accarezzò il viso, incontrando i miei occhi a metà altezza.
-Perché devo andare a lavoro, stasera. Ricordi?- batté una mano sulla fronte, facendomi sorridere.
-Allora va a preparati che sono le sei- si alzò con nonchalance, dandomi una leggera carezza sul volto.

Pochi secondi dopo, uscì dalla stanza lasciandomi solo. Amavo mia mamma, era la donna più buona che io abbia mai conosciuto. Forse l'unica, era davvero l'unica donna che si meritava tutta la mia stima e la mia approvazione. Mi aveva cresciuta da sola, senza mio padre. Mi ebbe all'età di diciotto anni, pochi mesi dopo papà la lasciò e si ritrovò a dover portare avanti una casa, un figlio, una famiglia, tutto da sola. Magari fossero state tutte donne come lei, magari tutte avessero bene in mente il concetto di 'amore' come lo aveva mia mamma. Le ragazze pensavano solo a scherzare e a farsi un nome, non pensavano all'altra parte che magari rimaneva un vero e proprio schifo. E per altra parte, ritenevo noi uomini.
Straziato dai miei pensieri, mi alzai dal letto e mi diressi verso il bagno. Stavo diventando abbastanza monotono e sinceramente, scocciavano anche me quei pensieri. Dopo essermi dato una sciacquata, presi un paio di pantaloni neri, una camicia bianca e indossai le mie Supra nere. Lavoravo in un bar e, bene o male, ognuno di noi doveva essere vestito secondo un certo standard quando andavamo a lavoro. Erano appena le sette e il mio turno sarebbe cominciato solo mezz'ora dopo, così presi le chiavi della moto e mi avviai verso la porta d'uscita.

Look in my eyes, what did you se? [COMPLETA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora