Mi basta stare con te, Justin

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-Sai cosa facciamo adesso?- chiesi a quella ragazza meravigliosa, accarezzandole dolcemente i capelli. -Adesso chiamo i miei amici, Chaz e Ryan, così che te li faccio conoscere. Ti va?-
-Vuoi presentarmi ai tuoi amici?- il suo viso s'illuminò, facendomi battere forte il cuore.
-Certo che sì- presi il mio cellulare, componendo il numero di Ryan. Prima di premere invio, però, le accarezzai il viso -Tu vuoi conoscere loro?-
-Sì- mi abbracciò.

Sorrisi dolcemente a quel gesto, tanto dolce quanto sentito. Presentarla ai miei amici era un gran passo, ma ero sicuro della scelta che stavo avevo preso. Così premetti invio e aspettai che Ryan mi rispondesse. Era venerdì sera, sicuramente lui e Chaz erano a casa a giocare alla playstation. La mamma di Chaz il venerdì sera aveva il turno di notte così lasciava suo figlio a casa di Ryan, non si fidava a lasciarlo da solo. E come biasimarla? Chaz era peggio di uno tsunami. Era capace a mettere sotto sopra tutta casa sua e anche casa dei suoi vicini senza un controllo. Dopo pochi squilli, uno dei miei due migliori amici rispose.

-Yo, Biebs!- risi leggermente, Ryan aveva questo potere enorme: ovvero quello di farmi ridere sempre.
-Hei, Butsy!- lo imitai, accarezzando i capelli di Anastasia. Erano profumatissimi.
-Justin, ti spacco il culo se continui a chiamarmi così- sentii Chaz ridere, al che risi anch'io.
-Okay, okay la smetto.. Butsy- continuai, mordendomi il labbro per non ridere.
-Chaz, parlaci tu che è meglio- lo sentii farfugliare, risi ancora di più.
-Amico, dovresti farlo arrabbiare più spesso- esclamò Chaz.
-Questa sera ne avrò tutto il tempo- ridacchiai, schiarendomi poi la voce.
-Questa sera?-
-Sì, avevo pensato di andare a mangiare qualcosa fuori. Volevo portare con me anche Anatasia, così da farvela conoscere- sorrisi pronunciando il nome di quella ragazza meravigliosa.
-Ryan, questa sera ci troviamo una ragazza!- sentii esclamare Chaz, scoppiando a ridere. -Passa a prenderci tu con la Ferrari, dobbiamo fare colpo. A dopo amico!- Chaz buttò giù facendomi ridere ancora di più.

Amavo il loro modo di essere e il loro modo di fare. Mi facevano sempre morire dal ridere, anche nei momenti più bui e tristi della mia vita. Mi erano sempre stati accanto, sopratutto dopo la rottura con Hayley. A lei ci tenevo, forse un po' troppo, e nonostante per stare con lei li avessi un po' abbandonati, erano tornati a consolarmi quand'ero tornato ad essere single. Li conoscevo da una vita, ed erano i migliori amici che potessi mai desiderare.

-Quindi devo prepararmi- Anastasia si alzò dal letto, facendomi sentire un gran freddo.
-Vado a chiamare tua mamma- le baciai dolcemente la fronte, stringendole poi la mano -A dopo, piccola stella- mi sorrise. E solo in quel momento scesi al piano di sotto, trovando Rosalie intenta a fare la cucina. -Rosalie, potresti aiutare tu Anastasia a prepararsi?- le chiesi, attirando la sua attenzione.
-Andate da qualche parte?- asciugò le mani su uno strofinaccio, guardandomi.
-Avevo pensato di presentarla ai miei migliori amici- mi grattai la nuca imbarazzato -Se vuoi continuo io qui-

Rosalie mi sorrise, mi lasciò lo strofinaccio e sparì di sopra. Almeno se ho bisogno di un piacere so cosa fare, pensai, ridacchiando tra me e me. Alla fine, lavare i piatti e pulire casa mi piaceva. Perché un uomo dev'essere giudicato quando fa queste cose? Io aiutavo mia madre e mi piaceva aiutare anche la madre della ragazza che mi piaceva. Infondo la casa non è solo di chi la pulisce ma è di tutti, Quindi perché sporcare e non pulire? Dare una mano, aiutare, era molto appagante. Quel 'grazie', dopo aver fatto il proprio lavoro, riusciva a farmi sentire bene, mi faceva sentire apprezzato.
Dopo aver asciugato e messo a posto l'ultimo tegame, mi girai verso la porta che si era appena aperta. E lasciai che la mia vista si beasse. Anastasia, quella sera, era davvero bellissima. Indossava una semplice maglietta nera a maniche lunghe molto attillata, che metteva in risalto tutte le sue forme. Aveva una gonna bordeaux a vita alta, abbastanza alta, con sotto un paio di collant neri come la maglia. Non aveva scarpe col tacco ma delle semplici converse nere, che si intonavano perfettamente col suo abbigliamento. Ero stupefatto dalla bellezza di quella ragazza.
Ed ero spaventato dalla mia reziaone.
Rosalie mi guardava sorridendo, mentre Anastasia sembrava abbastanza imbarazzata. Mi avvicinai piano a lei, prendendola per le mani e avvicinandola a me.

Look in my eyes, what did you se? [COMPLETA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora