Chapter 3: Help

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Ancora una volta mi sento di troppo in questa classe di nullafacenti.
Eppure non è così brutto studiare.
Anche se il piacere di studiare dipende da tante cose, ad esempio: la professoressa dovrebbe essere una brava insegnante, sempre disposta a ripetere i vari concetti complicati, che gli piaccia davvero la sua materia, che sia convincente. Dipende anche dai libri che ci forniscono le informazioni perché se un libro non è accurato o troppo complicato non puoi capire granché. Dipende anche dalla classe stessa che in questo momento non vuole proprio collaborare.

<<Schmidt interrogata. Sei preparata?>> Dice la professoressa cogliendo alla sprovvista la mia migliore amica che in questo momento spera solo in un miracolo che la salvi dall'interrogazione.

La guardo dicendogli che non può prendersi un altro 2 in pagella.

<<Ehm...s-si>> balbetta.

La professoressa di storia la invita a sedersi vicino a lei col libro.
Quando mi passa accanto vorrebbe solo schiantarmi contro i vetri delle finestre e le sue parole sussurate lo confermano.

<<Ti uccido>>

Beh non potevo mica aspettarmi un complimento.

Quando si siede intimorita alla cattedra appoggiandoci il libro sopra, una ragazza sta ancora facendo la sua interrogazione alla sinistra della professoressa.

Se sapesse quanto è facile la lezione per oggi si sentirebbe stupida. Almeno per una volta. Ma come sempre in realtà sono solo io a saperlo qui dentro.

Mi guardo attorno un pò a disagio. So esattamente qual è la mia reputazione. Abbasso inconsciamente la testa e inizio a rileggere la lezione dal libro non sapendo cosa fare ma delle dita mi bussano sul braccio.
Il ragazzo che mi ha chiamato con un cenno della testa mi dice di girarmi per guardare avanti.

Abigail ringrazia il ragazzo alzando un pollice in alto e poi mi mima con la bocca qualcosa di incomprensibile.

Inarco le sopracciglia. Non capisco cosa dice.
Ripete di nuovo la frase.
Forse questa volta andrà meglio.
No, mi arrendo. Non riesco a leggere il labbiale della gente.

<<Non ti capisco...>> dico piano e per fortuna la professoressa non mi sente. Troppo concentrata con l'altra ragazza.

Abby si gira dall'altro lato scocciata poi si ricompone e sussurra:

<<Tu leggi le risposte e poi me le dici>>

Sospiro e annuisco consapevole che qualcosa andrà storto.
Al contrario di me, la mia migliore amica sembra abbastanza sollevata e soddisfatta per l'accordo appena fatto.

Però...come può sentirmi se sono lontana? E non può guardarmi perché si capirebbe e la professoressa scoprirebbe tutto.

Odio aiutare gli altri perché penso che per avere un bel voto devi impegnarti, invece agli altri non frega un cavolo se tu studi tanto e poi il merito va a loro. Tutti che vogliono la vita facile ma nella vita reale, nella vita quella vera, per ottenere qualcosa devi sudare.

La voce della prof che ringrazia la ragazza mi risveglia dalla mia piccola riflessione.
Soltanto seguendo il tragitto che la ragazza fa per tornare a posto, mi scatta un idea. La vedo sorpassare un banco vuoto attaccato alla cattedra.

È perfetto!
Se mi siedo lì potrò suggerire senza farmi vedere.

Mentre l'insegnante dice qualcosa che non riesco a seguire, mi siedo in quel banco col libro aperto, facendo finta di voler stare vicino a lei per seguire meglio l'interrogazione e capire più cose.

<<Oh! Abbiamo già una volontaria! Appena finisco con lei inizi tu.>>

Aspetta, cosa ha detto?

Sbarro gli occhi. Mi sono offerta volontaria senza nemmeno saperlo?

La professoressa mi sorride orgogliosa di me perché per la prima volta sono stata interrogata di mia spontanea volontà.

<<Dovreste fare tutti come lei. Magari foste tutti come la signorina Jennings>> dice sognante indicandomi.
Appunto, se lo può sognare e basta.

Abigail mi rivolge un sorrisino per prendermi in giro ma io la fulmino con uno sguardo anzi cerco proprio di lanciargli una tempesta per fargli prendere la scossa fatale.

Accidenti a lei che mi fa diventare così cattiva!

<<Adesso siamo pari>> dice piano per poi farmi l'occhiolino.

Già, pari.
Suona quasi come una parolaccia.

Sbuffo e mi passo una mano sui capelli nervosamente.

Anche se sono preparata, la mia timidezza mi blocca completamente e mi fa balbettare.

La prossima volta non aiuterò proprio nessuno, in tutti i sensi.
Diventerò più asociale di prima ma almeno non dovrò fare i conti con mia madre furente per un raro brutto voto. E sottolineo raro.
Lo so che adesso mia madre non c'entra niente ma i professori chiamano lei e non mio padre; e lei ci tiene tanto a un andamento scolastico eccellente, a differenza di papà...

Oh ma perché sto iniziando a pensare alla mia situazione familiare!

Cara Abby, me la pagherai...

E comunque...io li avevo avvisati tutti che oggi si doveva ripetere, quindi non possono dire di non averlo saputo in anticipo.
Ho fatto proprio come la professoressa mi aveva chiesto e questo è il risultato!

In questa scuola piena di asini, solo Logan riusciva a spronarmi a fare sempre più degli altri...

Oh, al Diavolo lui!

ADORE ||Cole SprouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora