Pow's Matteo
Dieci ore, sono passate dieci ore da quando il dottore ci ha avvisato delle condizioni di Anna, è da dieci ore che ho perso la ragione e sono diventato rigido come un pezzo di ghiaccio, la mia mente si è distanziata da tutto e tutti, sento solo dei pianti e singhiozzi in lontananza ...
Ho troppi pensieri in testa che non riesco a ragionare, ho la nuca sorretta dalle mie mani che sono ai lati, questo è un incubo, deve essere un incubo, chiudo gli occhi, e mi do un pizzicotto nel dentro dell'avambraccio, stringo forte la carne fino a quando emetto un gemito di dolore, ora mi sveglio, questo è un incubo, niente di questo è reale, subito dopo riaperti gli occhi mi ritroverò nel mio letto è tutto ritornerà alla realtà, strizzo gli occhi più forte fino a sentire un lieve dolore alle palpebre, finalmente dopo un tempo indeterminato, decido di riaprire gli occhi infondo questo è solo un sogno...ma invece di ritrovarmi nel mio letto mi ritrovo di fronte a una porta di un ospedale e finalmente realizzo non è un sogno.Ad Anna la stanno davvero operando d'urgenza, sta davvero per morire, la mia visuale incomincia ad appannarsi, stringo le mani alla mia testa e avvicino la testa alle ginocchia e piango silenziosamente, non voglio che i suoi genitori o quelli di Martina o la stessa migliore amica di Anna mi vedono in queste condizioni, non voglio che mi vedono affranto per un alunna perché in fondo è solo un alunna ... Allora perché fa così male?
Li lascerò credere che mi senta incolpa per non averla fermata o altre cazzate.
Non sono mai stato un grande credente ma se davvero Dio esiste ti prego non lasciarla morire falla ritornare qui con me, andrò tutti i giorni in chiesa, pregherò più volte al giorno, rivoglio qui la mia alunna perché si lei è la mia alunna!Sono passate in tutto dodici ore e ho perso qualsiasi tipo di pazienza, prima che bestemmiassi su questo schifo di ospedale è arrivato lo stesso dottore con la quale abbiamo parlato la prima volta e ha la faccia sconvolta ed io incomincio a prepararmi al peggio.
"Signori, la sign-orina Anna Grec-o è...."Pow's Anna
È da ore che mi ritrovo in questa grande, immensa sala buia, non distinguo niente, non riesco a vedere neanche le mie mani ed ho un vuoto di memoria non mi ricordo cosa è successo prima di arrivare in questa immensa stanza nera è da ore che mi tormento con le stesse due domande che sono: Ma dove sono?
Perché sono in questo posto?.
E finalmente ricordo Martina, l'incidente, lei che piangeva, la pozzanghera di sangue che era attorno a me e per ultimo il viso e la voce di Matteo... Ok un passo in avanti, ma ancora non capisco perché è dove sono...
Qualunque posto è, non mi piace, mi innervosisce e questo è poco ma sicuro, non è la realtà, incomincio ad agitarmi a muovermi, devo ritornare nella realtà, urlò come una pazza, ma niente nessuno mi sente, ma da lì a poco tempo riesco a percepire il freddo del metallo, di non so che cosa ma mi aggrappo a quella sensazione sperando che mi porta alla realtà, faccio come una pazza ma le forze incominciano ad esaurirsi però non mi importa prima esco da qua e di sicuro meglio è, con una forza soprannaturale apro finalmente gli occhi e mi ritrovo a guardare un soffitto bianco ricco di crepe provocate dall'umidità è orribile e triste ma sono così soddisfatta di me stessa che questo soffitto lo trovo bellissimo ce l'ho fatta, e ora muoviamo il corpo....noto subito su tutto il mio corpo tantissimi tubi collegati a varie macchine e dalla macchina del battito cardiaco capisco che mi trovo in uno schifo di ospedale, ho sempre odiato questi posti che fanno puzza di antibiotici, questi posti malinconici... Ma decido di non pensarci e mi metto all'opera per far muovere questo mio corpo che sembra fissato al letto con del cemento armato....Finalmente dopo vari tentativi di mettermi in piedi ce la faccio è noto quella parte di metallo del letto che mi è servita per uscire da quel mio stato di trans . Non ho mai dato così tanta gratitudine ad un oggetto in vita mia.
Incapace di alzare le gambe le trascino e incomincio a cercare i miei, in questo lugubre carcere bianco, trascino i miei piedi per tutto il macabro posto e finalmente vedo Martina pallida con gli occhi spenti e arrossati per via delle lacrime e il mascara che indossa quotidianamente perfettamente ora scivola nelle sue paffute guance provocando delle strisce grigie sul suo viso, non ho mai visto Martina in quello stato, con accanto sua padre triste e sconvolto, vedo mio papà addolorato che abbraccia mia madre nascondendole il viso rigato dalle lacrime e infine vedo il prof. Matteo, almeno credo (e spero) che sia lui, con il viso tra le mani e di fronte a loro un dottore, mi avvicinò di soppiatto e origlio .
" Signori, la signo-rina Anna Grec-o è viva in uno stato di coma purtroppo permanente ma è viva, come vi avevo avvisati prima la signorina soffre purtroppo di una leucemia già da due settimane circa, non eravamo sicuri all'inizio, c'era il sospetto però con le verie analisi abbiamo purtroppo dato fondo alle nostre supposizioni, ma la cosa che ci ha letteralmente sconvolto è che il suo DNA sta mutando è sconvolgente e nello stesso momento è pericolosissimo, è una malattia che non si è mai vista nel mondo, vostra figlia è il primo essere umano che è afflitto di questa patologia , non è mai stata trattata una malattia con questi effetti, perciò non sappiamo come intervenire, non sappiamo se è contagiosa o meno ma purtroppo è un cambiamento drastico del suo organismo e siamo quasi certi che non riesca ..."
Decido di intervenire prima che concluda.
"Buongiorno a tuttiiiii" dico stiracchiandomi e nel mentre vedo i miei genitori con le bocche spalancate e il medico con gli occhi fuori dalle orbite, i miei mi vengono incontro abbracciandomi forte, dopo è il turno di Martina che si butta letteralmente sopra di me
" Sei quiiii, brutta troia mi hai fatto venire un collasso"
"Tu sei sempre la solita" sbuffo divertita
Finalmente ridiamo tutti, e così l'atmosfera pesante quanto un macigno viene un po' alleviata, Matteo invece se ne sta all'angolo e noto il suo imbarazzo nel non sapere cosa fare ma decido di ignorare quel forte impulso che mi spinge ad andare dal mio prof e mi godo la mia famiglia.Però dopo un po' decido di affrontare la realtà, mi scollo Martina di dosso e rivolgendomi al medico dico
" Dottore ho ascoltato tutto ciò che ha detto ai miei io direi di curare prima la leucemia dopo penseremo al resto "
Il dottore annuisce soltanto, mi alzo dalla poltrona che sono sicura abbia assistito a troppi malinconici drammi e sono sicura che il mio non sarà l'ultimo e con gli occhi faccio segno al medico di seguirmi.
" Senta ho capito benissimo che ormai ho poco tempo, che il mio corpo non riesce a resistere a un tale cambiamento e che perciò a brave ...morirò .... Ma ciò deve rimanere fra di noi, non deve fare parola di questo a nessuno soprattutto ai miei, non devono sapere che non ho possibilità di vita, ne soffrirebbero, troppo , perciò racconti sempre le stesse minchiate, sta migliorando, sta procedendo tutto perfettamente... La verità però la dica a me.
Ha capito spero?"
Il dottore mi guarda con aria sofferente, nel suo sguardo noto tenerezza e pena ed è ciò che sopporto di meno, alzo gli occhi al cielo e sbuffo
"Allora ha capito?" Dico sta volta seccata.
"Sì ho capito"
"Bene... "Questa è sempre stata un mio vecchio preggio tenere sempre la testa alta.. A qualsiasi sfida, pur essendo più grossa di me...
