2 - WHO IS HE?

863 76 15
                                    


— il giorno dopo, t/n era all'entrata del bosco. Non era sola: accanto a lei, altri ragazzi pronti a fare il suo stesso percorso e a vivere la sua stessa esperienza; inoltre Luck era lì che aspettava di fronte al boschetto, con un sorriso e delle gocce di sudorazione che scendevano lentamente e scandivano in modo evidente la sua preoccupazione.

La prova di coraggio consisteva nell'addentrarsi nel bosco di notte e trovare la lanterna rossa posta lì la mattina prima: una volta trovata, bisognava orientarsi e ritrovare il sentiero per l'uscita dal bosco.
T/n si fece coraggio. Man mano che si addentrava nella vegetazione, sentiva una strana sensazione che le percorreva la schiena. Poi passi, suoni di legnetti che si frantumavano al contatto di una scarpa che non era la sua, ma non si preoccupò. D'altronde sapeva che anche altri erano lì con lei.
Ma quando con la coda dell'occhio vide scintillare qualcosa, si spaventò. E no, non era la lanterna, ma bensì un accetta per terra. Un'Accetta ricoperta di sangue.

T/n indietreggiò, cacciando un urlo striminzito e acuto, cadendo all'indietro dopo aver visto simile scempio: difatti, oltre all'accetta, un corpo orribilmente mutilato le recò disturbo. Un conato di vomito, poi t/n rigettò sulla terra umida, afferrando le foglie con le delicate dita.
«uh, oh, uh» . Ed ecco apparire il proprietario dell'accetta. T/n gattonò lentamente dietro ad un folto arbusto, nascondendosi.
«oh, oh, oh.» la sua voce era affaticata, ed il suono che emetteva sembra non essere naturale, come se non fosse stato fatto uscire intenzionalmente. «che fetore. Qualcuno ha vomitato proprio lì; però quella ragazza l'ho colpita alle spalle.. sono sicuro che non abbia rimesso.» .

T/n non fu capace di parlare, di fiatare e di emettere un qualunque suono: le sue lacrime stavano scendendo lentamente, rigando le sue guance.

«lo so dove sei»

T/n rimase a fiato sospeso. Il silenzio era sovrano e lei stava per collassare lì, proprio in quel momento.

«ma se esci fuori, ti risparmierò»

E come l'asino ingenuo che era, si alzò lesta, ergendosi in piedi. La sua vista era confusa, per questo appena incatenò gli occhi con il proprietario dell'accetta, non riuscì a capire cosa stesse indossando. T/n era pronta ad inginocchiarsi e ad implorare per la propria vita, quando la risata del giovane si fece sempre più alta: «hai abboccato come un pesce!» disse puntandole un dito contro. T/n era confusa e non capiva. «io non sapevo- ah» iniziò, per poi avere un tic improvviso. «non sapevo dove eri. Ma ti ho attirato con un trucchetto scialbo.. che stupida.»

T/n si sentì il mondo crollare addosso: fu allora che per lo shock, la sua vista iniziò ad oscurarsi.

Quando riaprì gli occhi, tutto intorno a lei sembrava essere nero; il suo corpo poteva librare in aria, ed non possedeva alcun vestito, ma non sentiva nemmeno l'imbarazzo di doversi vestire.
Davanti a lei, una copia di se stessa: essa sembrava essere naturalmente a suo agio e a differenza della vera t/n, essa aveva dei grandi e misteriosi occhi color cresimi.

«morirai qua ed ora». disse la giovane con gli occhi rossi; per un attimo il cuore di t/n si fermò. «ma... io non so chi tu sia, ma se puoi aiutarmi ti conviene farlo.. perché sei dentro di me! Se muoio io, muori te!» .
Gli occhi rossi la osservarono accondiscendenti e pazienti. «il tuo corpo è quello più adatto al mio spirito, quindi come hai capito, è parecchio inconveniente per me perderti.» si fermò per prendere fiato. «facciamo un patto. Prenderò il tuo corpo in prestito per un po'» t/n annuì.

«quindi, quindi, ora ti ammazzo signorina.»
Gli occhi rossi della ragazza osservarono inquieti il ragazzo che maneggiava la sua accetta con molta padronanza. «sparisci.» disse t/n; il ragazzo sembrò perplesso. «non mi sembra che tu abbia il coltello dalla parte della manica.» disse confidente. T/n inclinò leggermente la testa. «le mie parole non devono essere rese vane.» — «quindi se non te ne vai ora, sarò costretta a usare la violenza.»

La risata beffarda del ragazzo echeggiò per tutto il boschetto, tanto da emettere per un eco abbastanza forte da far alzare in volo un gufo che si era fermato ad osservare la scena dall'alto, seduto comodamente su un ramo. «tu, tu» disse afferrando L'accetta caduta a terra; il sangue si era seccato e delle foglie erano appiccicate ad esso. Fece nuovamente movimento involontario con la mano destra, nella quale teneva un'altra accetta. «pensi di farmi paura?» chiese avvicinandosi. T/n non si mosse nemmeno di un cm, il suo respiro era però irregolare e il battito cardiaco era accelerato: nonostante non fosse in pieno controllo delle sue funzione corporee, dopo aver lasciato il comando alla se stessa con gli occhi cresimi, stava morendo d'ansia, così tanto che si stava strappando i capelli da paura ed il ragazzo che con l'esperienza era riuscito a leggere il suo linguaggio del corpo, capì che dentro di lei stava crescendo quel sentimento primitivo che era la paura. Il corpo la tradiva. «tu, tu, tu. Non sai cosa ho passato! Non sai cosa ho visto! E pretendi di farmi paura?!» un sorriso si formò sulle labbra di t/n, i suoi occhi rossastri l'osservavano con soggezione, aspettando che fosse lui a fare la prima mossa. «devi essere proprio una suicida. Ma che cazzo sto facendo? Perché parlo con una come te? Tanto adesso morirai.»

Poi lanciò l'accetta in aria, che andò a colpirle direttame il collo di t/n, tranciandole la testa , facendola volare e rotolare lontano dal corpo. Così il ragazzo chiuse gli occhi soddisfatto, sorridendo e ridendo. Ma quando aprì gli occhi, rivide nuovamente t/n in piedi davanti a lui. Senza volerlo, dalla sua bocca uscirono nuovamente quelle parole: «devi essere proprio una suicida. Ma che cazzo sto facendo? Perché parlo con una come te? Tanto adesso morirai.» ma poi lasciò cadere le accette , tappandosi la bocca. Capì subito che era la seconda volta che tutto ciò accadeva.

T/n sorrise, per poi aprire la bocca. La sua voce era molto più matura e profonda del solito. « questo è il nostro potere.» il ragazzo indietreggiò. « quando una volpe serba un rancore indistinguibile, diventa una nogistune. So che non capirai.» disse guardandolo sottecchi. « le nogistune come me, hanno il potere di alterare la realtà per proteggere l'involucro in cui sono contenute. Quindi, non posso permetterti nuovamente di colpire il mio sacco di carne.» . Il ragazzo non era spaventato, era principalmente sorpreso.

«Hai bisogno di aiuto, Tobias?» disse una voce roca, proveniente dalla foresta. Il suo corpo non era visibile agli occhi di t/n, anche perché era troppo buio per scorgere anche solo la sua figura. "Tobias" si alzò così velocemente, che t/n non fu nemmeno capace di vederlo muovere.

La figura misteriosa, andò in soccorso dell'assalitore. Fu allora che i suoi occhi tornarono alla normalità. Indicò spaventante il nuovo arrivato.

«io!» balbettò. «io, io... ti ho già visto! Chi sei? Chi cazzo sei?!»

𝕃𝕆𝕍𝔼 𝕀𝕊 𝔸 𝕃𝕀𝔼 - | eyeless jack x reader | [IN PAUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora