4 - lo so.

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zero's POV.

— i giorni a venire furono un vero e proprio inferno per t/n: il suo dolore accresceva e spesso aveva vuoti di memoria. Ad esempio, alcune volte la madre le poneva la domanda del perché avesse iniziato a disegnare così perfettamente, ma lei non riusciva nemmeno a spiegare il perché, ne aveva ricordo di aver mai fatto tale azione. Inoltre, fu perseguitata da incubi, il cui uno spiccava su gli altri: nonostante nel sogno le persone parlassero in giapponese, lei riusciva a capire tutto ciò che dicevano. Si trattava di molto tempo fa: la scena in terza persona rappresentava un feudatario giapponese ed una volpe che percorrevano la stessa strada. Essa a differenza delle altre era molto ingenua e nonostante L' avvertimento delle altre, continuo a seguire il signore sperando che la conducesse in città, dove avrebbe potuto rubare delle pagnotte e uccidere delle galline per sfamarsi. Ma il feudatario non fece che allontanarla dal branco ed una volta fatto, la prese per il collo e la uccise. «volpe ingenua, aspettavi forse che ti portassi alla ricchezza?» diceva mentre le toglieva il pelo. «il tuo manto invece sarà venduto a molto. Grazie a te riuscirò a fare tanti soldi!» , ma la volpe ingenua, contenta di aver aiutato l'Uomo sibilò un «prego».
Grazie alla sua felicità e benevolenza, la volpe si reincarnò in una dolce umana. Essa spiccava per bellezza e ricchezza, ma si divise dalla famiglia una volta che decise di viaggiare per il Giappone. Un giorno una povera contadina le chiese dei soldi e lei glieli diede ingenuamente; poco dopo , un uomo la pregò di darle i vestiti di nobile fattura per venderli e sfamare la sua famiglia. Lei lo fece e rimase tutta nuda. Non si accorse che tutti approfittavano della sua gentilezza. Nuda e privata di tutto, cercò rifugiò nella foresta: lì incontro dei demoni. Essi le chiesero: «moriamo di fame! Dacci il tuo corpo per sfamarci!» e lei ingenuamente permise loro di prendere le sue gambe, le sue braccia e il suo torace. Di lei rimase solo la testa. L'Ultimo demone reclamò i suoi occhi. Quando la giovane gli diede il permesso di prenderli, il demone dopo la mangiata le disse: "anche io ho qualcosa per te!" e le lasciò un pezzo di stoffa malridotto su cui scritto: "stupida", ma lei pianse e disse "grazie, è il primo regalo che ricevo..".
Dopo qualche giorno, una donna incontrò nel suo cammino la testa della giovane. Essa la raccolse e la strinse fra le sue braccia. "Non posso fare molto per te, siccome il mio tocco è maledetto. Voglio darti però un'altra possibilità." . Il sogno proseguì con la nascita di t/n; una donna asiatica era seduta in prima fila: doveva fare in rituale per proteggere t/n, ma fu allora che sigillò lo spirito di lei nel suo corpo.

Sognò la stessa cosa e quando Megan la svegliò, delle lacrime dolorose iniziarono a scorrere per le sue guance. Si alzò svelta, osservandosi allo specchio: aveva due occhiaie ben definite e il suo viso era al quanto assonnato e stanco, ma i suoi occhi arrossati era ciò che di più la disturbavano. Perché quel sogno la coinvolgeva più di quanto potesse immaginare.
Appena fece la sua entrata nel salotto della casa,  notò i suoi genitori seduti sul divano di pelle con un'aria alquanto seria. La osservarono silenziosi; era da molto tempo che le rivolgevano quel silenzio patetico. Davanti a loro, una donna di bell'aspetto: i capelli le arrivavano al seno ed emanava una fragranza di lavanda. Era bionda e aveva due occhi smeraldo enigmatici. Gli occhi rubino dell'altra t/n lampeggiarono per un attimo «chi ha invitato Barbie a casa?» pensò; ma poi si rese conto che i suoi pensieri erano stati espressi in parole.

«Oh t/n, da quando parli così?!» disse tua madre rivolgendoti uno sguardo di disapprovazione; tuo padre si limitò a pronunciare soventi parole. «È la tua nuova psicoterapeuta, Kieran McNamara, portale rispetto.» la donna sorrise. «non si preoccupi. Gli adolescenti sono tutti fatti così» poi guardò verso T/n. «quindi, perché non mi racconti cosa è successo nel bosco.» silenzio. «sta succedendo ancora... no.. farai finta di volermi aiutare e mi ruberai tutto!» la donna apparì confusa. «vostra figlia ha subito atti di bullismo?» il padre preoccupato rispose rapido. «no, non da quello che ricordo!».

(T/n)'s pov.

— mi sedetti. Per un momento persi di nuovo controllo del mio corpo, fu come un attimo di nulla. Raccontai tutto alla psicoterapeuta, anche perché era l'unico modo con il quale sarei stata capace di rilassarmi. Nessuno mi credette. I poliziotti dissero che il corpo era stato divorato da un lupo, la mia versione dei fatti non coincideva con l'accaduto. Mi mandarono in cucina con mia sorella che disegnava insieme al fratellino su un grande foglio poggiato al tavolino. Mi affacciai per sentire meglio. «Penso che soffri di un disturbo post traumatico da stress. È molto comune in situazioni simili. Devo chiedervi di poter prenderla in custodia e internarla in un istituito psichiatrico adolescenziale per un mese o meno» . La sua voce sprezzante mi fece gelare il sangue. Afferrai la giacchetta appesa all'attacca panni e la indossai lesta. «Megan, se chiedono dove sono, di che sono andata in un'altra città, va bene?» Megan afferrò la mia manica. «portami con te sorellona!». Le accarezzai la testa dolcemente. «ti porterò un souvenir.»

Uscì con passo felpato dalla porta sul retro e scavalcai il recinto in legno; pochi minuti ed ero già arrivata all'entrata del bosco. Notai con dispiacere però che si stava tenendo la veglia funebre per la ragazza deceduta, che purtroppo nemmeno conoscevo; non mi feci notare e mi addentrai nel bosco. Il mio scopo era sfruttatare l'altra me per attirare l'assalitore e registrare tutto, per poi dimostrare che non stavo male. Appena mi addentrai nei meandri della vegetazione, le mie orecchie iniziarono a fischiare e man mano che camminavo, il rumore si faceva più forte ed accentuato. Divenne ben presto statico ed un dolore pungente mi pervase la testa: le mie orecchie sanguinarono e iniziai a vomitare bile. Mi girai quando sentì una presenza alle mie spalle: qualcosa mi disse che non dovevo alzare la testa: osservavo con paura la scarpe lucenti dell'uomo, che indossava un vestito formale. Le sue gambe erano molto lunghe e la sua ombra di estendeva di molto.

Nelle mie orecchie risuonò una voce tutt'altro che umana: «sono tornati tutti a feriti. Adesso credono pure che tua sia pazza.». No. No. No. Scuotevo la testa freneticamente e quando riaprì gli occhi, l'uomo era scomparso.

𝕃𝕆𝕍𝔼 𝕀𝕊 𝔸 𝕃𝕀𝔼 - | eyeless jack x reader | [IN PAUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora