9. la casa affianco

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Durante quella lunga estate io e Andrea diventammo inseparabili, non che prima non lo fossimo ma in quel periodo avvenne un fatto che ci legò entrambi per la vita

Una sera di metà giugno
Avevo appena concluso di mangiare quando mi ritirai in camera mia ad ascoltare della musica con lo stereo di papà.
Fuori il cielo divenne grigio, la luce (ormai sparita da tanto) proveniva dai piccoli lampi che accompagnavano la forte pioggia.
Le finestre erano chiuse e gli scuri dei vicini sbattevano ripetutamente contro le pareti della casa.
L'unica fonte di luce nella stanza proveniva dalla lampada nera sulla scrivania.
Stavo per cambiare canzone quando un lampo accecante seguito da un boato spense la corrente facendo piombare la casa bel buio più totale. In quel momento capì subito che si trattava di un normalissimo BlackOut, presi una torcia e mi misi a vagare per la casa in cerca di mio padre:
"Giovanni mi sa che devi andare in soffitta a riattivare gli interruttori" era proprio in quei momenti che mi chiedevo perché il mio condominio avesse messo i generatori di corrente in quella buia e sporca soffitta.

Salgo in soffitta armato di torcia

I generatori erano alla destra delle scale dentro un mobile marrone antico. Alzai varie volte gli interruttori con l'etichetta LEVEGHI ma a quanto pare la pioggia doveva essere entrata da qualche parte e doveva aver bagnato i cavi della corrente. Poco dopo notai che la finestra del tetto era aperta e l'acqua aveva ormai bagnato ogni cosa.

Il giorno dopo

"Anche da me la corrente è saltata"  affermò Andrea:
"Amo i temporali" dissi:
"Cosa? Perché? " Domandò al quanto interessato:
"Boh non lo so, le gocce della pioggia che si posano sul vetro ed iniziano a scorrere lentamente verso il basso, l'aria fresca, il rumore rilassante. Non lo so di preciso il perché ma so solo che mi intriga"
"Sei strano" concluse:
"Grazie"
Infilai le mani nelle tasche della felpa blu ed inziai a fissare la ghiaia bagnata cercando di evitare le vari pozzanghere:
"Serena" disse rompendo il silenzio tra noi due:
"Cosa?"
"Le giornate. Le preferisco serene e soleggiate"

Una settimana dopo il temporale

Era sera ed era da più di venti minuti che cercavo di capire perché il protagonista del mio libro avesse ucciso la sorella senza motivo quando Andrea suonò alla mia porta con il fiatone:
"Che succede?" Domandai:
"Casa Wellington" fece un profondo respiro e continuò: "è stata aperta"
"Impossibile"
"Giova! Con i miei occhi l'ho vista"
"Ma chi!?"
"Alessia Partini" fui scioccato nel sentire il suo nome:
"Non è possibile Andrea, non scherzare su queste cose"
"Ti giurò!" Confermò prendendomi per le spalle:
"Stavo camminando per tornare a casa quando l'ho vista scavalcare il cancello di casa Wellington. Aveva una bomboletta ed una corda in mano"
"Ma lei non abita lì. È poi è strano che si faccia vedere dopo quella questione"
"Lo so. Ci ho pensato pure io non appena l'ho vista. Ma poco dopo mi sono ricreduto e sono corso da te"
"Capisco...cosa hai intenzione di fare?"
"Semplice entreremo in quella casa"
"E come? "
"Porterò un piede di porco" mi diede una pacca sulla spalla e si dileguò in poco tempo.  Non poteva essere vero...Non era vero...oppure sì ?

le nove di quella stessa sera

armati di piedi di porco e di un telefono per le emergenze entrammo in casa wellington e poco dopo capimmo che ormai non c'era più modo di uscirne

Into The Darkness// Spawn || Inoobchannel Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora