2. Andrea

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Andrea sarà sempre una persona di cui mi posso fidare ciecamente, è simpatico e gentile (quando vuole) ma in tutti questi anni ho notato un tono di perfidia nel suo carattere, non che prima  fosse Mr. Simpatia ma rispetto a prima questa cosa è peggiorata di giorno in giorno. Comunque lui è un mio fedele amico e non voglio stare a criticarlo tutto il tempo, ma facciamo un passo indietro...

17 anni fa
-età: 6
Conobbi Andrea nel lontano luglio del...precisamente non ricordo l'anno.
Lo vidi la prima volta nel vialetto che collegava le nostre strade, io stavo giocando nel mio cortile tirando pallonate contro il muro a vuoto quando questo bambino si avvicina al mio cancello a fissarmi:
"Sei bravo" mi dice dopo vario tempo che mi aveva osservato, io a quell'età non ero molto socievole con le persone anzi ero molto timido e riservato. La prima domanda fu la sua naturalmente:
"Come ti chiami" io da bravo bambino quale ero rimasi zitto e non aprì bocca, ma lui convinto che prima o poi mi avrebbe fatto parlare continuò:
"Io sono Andrea" pian piano iniziai a mollarmi ed il mio cervello iniziò a capire che se avrei voluto diventare amico di quel bimbo mi sarei dovuto aprire:
"Io sono Giovanni" quanto tremavo, temevo che il mio nome non gli piacesse o pensieri vari che in quel momento danzavano nel mio cervello. Mi ricordo che non appena gli risposi quel piccolo monello di Andrea scavalcò il cancello e prese la palla che tenevo in mano:
"Cosa vuoi fare?" Corse infondo al cortile e con un gessetto che teneva nella tasca destra segnò la porta:
"Ecco io sarò in porta" disse posizionandosi a braccia aperte. Tirai il primo pallone e finì dritto nelle mani di Andrea che, per l'impatto, divennero rosse:
"Che male!" Disse soffiandosi sulle mani:
"Non avresti dei guanti da portiere?" Chiese.
Io precisamente non sapevo di avere dei guanti da portiere quindi gli feci un no con la testa:
"Andiamo a controllare" era veramente un bambino determinato Andrea, fiero e coraggioso si incamminò verso il garage che non sapeva (naturalmente) dov'era:
"Eccoli!" Urlò, ma quelli erano dei guanti gialli da giardiniere:
"Ma sono da giardiniere" dissi, era una delle poche parole che gli avevo rivolto:
"Non fa niente, bisogna sapersi accontentare".
I pomeriggi da bambini passano veloci come il vento e non ti accorgi mai del tempo che passa. Comunque erano passate ben cinque ore e si erano fatte le 18.00:
"Andrea torna a casa!!" Gli urlò la mamma dal balconcino che dava sul mio cortile diventato ormai uno stadio da calcio:
"Arrivo! Ci vediamo domani Giovanni"
"Domani?" Chiesi.
Non pensavo sarebbe tornato anzi pensavo che quello fosse stato solo un pomeriggio di giochi niente più:
"Sì, e il giorno dopo, e il giorno dopo ancora, ed il giorno dopo dopo ancora" continuava a ripetere 'ed il giorno dopo' fino al cancelletto che, questa volta, era aperto:
"Ciao Andrea" gli faccio un saluto con le mani mentre lui corre verso casa:
"Ciao Amico!" Mi urlò da lontano,

wow! Amici? Davvero mi considerava così importante?

E quello fu uno dei tanti pomeriggi di giochi passati insieme.

Into The Darkness// Spawn || Inoobchannel Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora