Disco night

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Non potevo credere Lluvia sarebbe riuscita a convincermi a farmi uscire con lei.
Una serata in discoteca mi avrebbe fatto per nulla piacere, avrei preferito dormire, nel mio bel lettuccio e fra le mie candide coperte.
Non mi aveva nemmeno permesso di indossare qualcosa di comodo come dei jeans e una semplice t-shirt. In quel momento mi sentivo troppo spoglia.
Indossavo degli shorts e una maglietta nera semitrasparente, che a malapena riusciva a coprire il mio seno prosperoso, fasciato solo da un top.
I capelli biondi erano lasciati cadere sulle spalle in morbide onde e per fortuna non avevo un filo di trucco, almeno quello lo avevo deciso io, insieme alle scarpe. Ringraziando il cielo mi ha permesso di indossare delle semplici scarpe da ginnastica.
Beata Levi che stava a casa con la febbre. Beata lei.
-Lluvia sente che stasera incontrerà il suo adorato Gray-sama!- disse la mia amica, incrociando e dita sotto al mento e ondeggiando i fianchi, mentre si perdeva in uno dei suoi film mentali.
Sentiva? Secondo me aveva ingaggiato un investigatore privato per sapere ogni suo movimento. Oppure era lei stessa che lo stalkerava.
Afferrai la turchina per il polso e la trascinai al bancone, bisognosa di alcool, almeno in quel modo mi sarei goduta la serata.
Mi girai verso Lluvia nonappena sentii il suo polso, sotto la mia mano, irrigidirsi.
Seguii il suo sguardo e incontrai la testa corvina di un certo Fullbuster.
Alzai gli occhi al cielo e la turchina scappò via dalla mia presa per andare da Gray, lasciandomi sola al mio destino.
Rilasciai un sorriso e mi diressi verso il bancone, sedendomi sullo sgabello e aspettando che il biondo mi servisse qualcosa da bere.
-ehi zuccherino, che ti porto?- mi chiese il barista, facendo un sorriso educato.
-uno shottino, grazie- dissi, appoggiando il viso su una mano.
-arriva subito, signorina- rispose il barista, andando a preparare il drink.
Sentii un soffio caldo sul mio collo e dei capelli solleticarmi la spalla, mi girai e incontrai degli occhi profondi, neri come la pece con delle paiuzze verdi.
-oh scusami! Ho sbagliato persona, ti avevo scambiata per la sorella della mia migliore amica- disse il ragazzo arrossendo leggermente. Lanciai uno sguardo al resto del suo viso. Aveva dei capelli rosa sbarazzini, che davano la sensazione di volerci infilare le dita dentro per tastarne la morbidezza.
Il suo viso era spigoloso, gli avrei dato circa una ventina d'anni, forse era un mio coetaneo. Le labbra sottili e incurvate in un sorriso dolce, da far sciogliere l'animo.
Sentii qualcosa sfiorarmi la spalla e mi girai verso il bancone. Un bicchierino pieno era posato sulla lastra di marmo, pronto per essere svuotato dalla sottoscritta.
Ringraziai il barista e lo presi fra le dita, per bere.
-comunque, mi chiamo Natsu, tu?- domandò il rosato, che stava ancora davanti a me.
-Lucy- risposi solamente, non avendo altri argomenti.
Bevvi i contenuto nel bicchiere in un solo sorso e lo capovolsi, prima di chiederne altri tre.
-beh...Lucy? Giri spesso da queste parti? Per me è la prima volta, sono venuto qui per una specie di festa ma mi annoio molto, sono circondato da persone che non conosco- continuò il rosato, mentre bevevo gli altri bicchierini, che il barista mi aveva porso. Una volta vuoti, li capovolsi e misi i quattro bicchierini uno di fianco all'altro. Avrei smesso di bere solo quando la piramide a quattro piani sarebbe stata completa.

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Dopo sei shottini, mi ritrovai a parlare con quel ragazzo dai misteriosi capelli rosa. Ormai completata la piramide, potei affermare di essere brilla, se non ubriaca.
Ero seduta affianco a lui sui divanetti all'angolo della discoteca, mentre lo osservavo con curiosità. Indossava una semplice canotta rossa sopra a dei jeans neri strappati sulle ginocchia. Aveva un fisico atletico, che si vedeva attraverso la canottiera sottile.
Mi morsi il labbro a guardare quel fisico perfetto per essere quello di un modello.
-quindi questa Lisanna di cui mi stavi parlando compie gli anni oggi?- domandai, guardando il ragazzo fisso negli occhi.
-beh si, è la mia migliore amica, come ti stavo dicendo prima. Sarei rimasto a casa volentieri a dormire, ma ci teneva da morire a venire qui per il suo compleanno- mi rispose con il sorriso stampato sulle labbra.
Sentii qualcosa circondarmi le spalle e delle dita solleticarmi la spalla, lanciai un'occhiata alla mano, grande e con le dita lunghe. Arrossii leggermente al gesto del ragazzo, per poi riportare lo sguardo su di lui.
Lo ritrovai a qualche centimetro dal mio viso, cosa che fece aumentare il mio imbarazzo.
-posso mangiarti la faccia?- chiese, in un sussurro, la sua voce era calda fece salire dei brividi lungo la mia schiena.
Oh beh...puoi mangiarmi anche tutta, pensai, dandomi della cretina subito dopo, lo avevo appena conosciuto!
Si avvicinò ancora un po', tenendo lo sguardo fisso sulle mie labbra. Fece scivolare il braccio dalla mia spalla fino ad un fianco, posando l'altra mano sopra l'altro.
Mi fece spostare sulle sue gambe, tenendomi ancora le mani strette ai miei fianchi.
Mi piegai verso il suo volto, finché non sentii le sue labbra appropriarsi delle mie in un gesto veloce. Spalancai gli occhi di colpo, sorpresa del gesto ovvio. Chiusi lentamente le palpebre, muovendo lentamente le labbra sulle sue. Accompagnò i miei gesti, stringendomi di più al suo petto, facendo scontrare il mio seno prosperoso sui suoi addominali ben definiti.
Incastrai le dita fra quei capelli morbidi, mentre mi mordeva dolcemente il labbro. Lo leccò lentamente, come per chiedermi il permesso. Socchiusi le labbra, facendo scivolare la lingua fra le sue labbra, scontrando la sua, e creando delle vibrazioni che scesero verso il basso ventre.
Quando il bisogno di aria fu necessario, ci staccammo, dandomi una sensazione di freddo improvvisa.
Mi guardai attorno e notai gli occhi della mia migliore amica incastrati nei miei, con la bocca a formare una "o". Arrossii lentamente, per poi spostare lo sguardo sulla ragazza affianco a lei che ci guardava con le lacrime agli occhi.
Aveva i capelli bianchi corti fino al mento ed occhi azzurri che ti perforavano nell'anima. Non appena Natsu si accorse di lei, si alzò velocemente, costringendo anche me a seguire il suo esempio.
-Lisanna!- esclama, avvicinandosi all'albina. -perché piangi?- le chiede, mentre lo seguivo.
-PERCHÉ? PERCHÈ, TI CHIEDI? SCOPATI QUELLA PUTTANA E NON PARLARMI PIÙ. CREDEVO MI AMASSI- urlò l'albina. Sentii un moto di rabbia infiltrarsi nelle viscere, come si permetteva di chiamarmi puttana?
Non so con quale autocontrollo non andai a prenderla a pugni. Era fidanzato? Natsu era fidanzato con quella Lisanna? Perché mi ha mentito?
-Lisanna ma io ti amo, sei la mia sorellina, perché ti comporti così? Siamo solo amici, come mai questa reazione?- le chiese con calma, avvicinandosi a lei. Quindi non erano fidanzati...e se, lei fosse innamorata del rosato? Sentii la gelosia bruciarmi dentro, perché poi? Non conoscevo nemmeno quel ragazzo.
-PERCHÉ IO TI AMO, NON COME UN AMICO, PENSAVO CHE MI RICAMBIASSI- gli urlò, prima di tirargli un ceffone.
Lui triste abbassò la testa.
-scusami Lisanna, per averti dato false speranze- le disse, guardando a terra.
L'albina corse via e il rosato mi afferrò per il polso, trascinandomi fuori dalla discoteca.
-tu vieni con me- sembrava quasi incazzato con se stesso.
Una volta usciti mi sbattè contro il muro, serrandomi i fianchi con le mani. Lo guardai negli occhi, completamente neri.
Sentii le sue labbra premersi violentemente sulle mie, baciandomi con ferocia.
Ricambiai il bacio, cercando di calmarlo con le mie labbra, accarezzandogli le guance con i pollici. Perché mi stavo prendendo cura di quel ragazzo in questo modo? Non lo conoscevo, ma mi stavo preoccupando per lui.
Si calmò, trasformando il bacio in uno più dolce e passionale.
Si staccò, per guardarmi negli occhi.
-vieni con me- disse, prima di afferrarmi per il polso e correre verso una strada buia.
Dopo qualche chilometro e le gambe che mi chiedevano pietà, arrivammo davanti un palazzo.
Mi trascinò dentro e salì le scale.
Arrivati al secondo piano, mi bloccò contro la parete, baciandomi con foga. Ricambiai il bacio, allacciando le braccia attorno al suo collo. Si abbassò un po', afferrandomi le cosce e portandole attorno alla sua vita, sorreggendomi per il sedere.
Sarà stato per l'alcool, ma non provavo vergogna a lasciarmi toccare in quel modo.
Camminò verso una delle porte, tolse una mano dal mio corpo, sorreggendomi con un solo braccio, mentre trafficava con le chiavi nella serratura.
Aprì la porta con un calcio e senza smettere si baciarmi, entrò nell'appartamento, per poi richiudere la porta dietro di noi.
Solleticai il suo labbro con la lingua, chiedendo l'accesso, che subito mi diede.
Mentre le nostre lingue danzavo un lento senza musica, mi portò in una camera, facendomi stendere subito dopo su una superficie morbida.
Si staccò dalle mie labbra, bisognoso di aria, per poi sfilarsi la canotta in un gesto veloce.
La luce della luna filtrava dalla finestra, lasciandomi ammirare il bellissimo panorama che mi ritrovavo davanti. Gli addominali scolpiti, solcati da qualche cicatrice, splendevano alla luce della luna.
Lo afferrai e lo riportai su di me, baciandolo ancora, ma lui non sembrava gradire la cosa. Si staccò dalle mie labbra per appropriarsi del mio collo. Depositò su di esso vari baci e morsi, facendo aumentare la mia eccitazione.
Arrivato al bordo della mia maglietta, me la sfilò velocemente, fissando i miei seni ancora coperti dal top. Quest'ultimo fece la stessa fine della maglietta, sul pavimento.
Depositò una scia di baci umidi attorno al mio seno, mordicchiandolo anche, gesto che mi fece ansimare. Lasciò qualche bacio sul mio capezzolo, massaggiando l'altro con le dita. Lo succhiò avidamente, ormai turgido, mentre stringeva con le mani l'altro seno.
Gemiti soffocati fuoriuscirono dalle mie labbra, mentre sentivo una pressione prepotente sul mio basso ventre.
Accarezzò le mie rotondità nude, baciandone la forma e mordendone i contorni, mentre i miei gemiti di piacere inondavano la stanza.
Si staccò dal mio corpo, nudo dalla vita in su, per sfilarmi gli shorts. Li lanciò in una parte della stanza, seguiti dai suoi pantaloni.
Lanciai uno sguardo verso i suoi boxer, la sua erezione premeva violentemente contro il tessuto, che sembrava star per scoppiare. Depositò dei baci sul mio ventre, mentre giocherellava con il bordo dei miei slip.
Ansimai al gesto del ragazzo, mentre in una mossa veloce me li sfilò. Si tolse i boxer e si piegò su di me, baciandomi con dolcezza, mentre la sua erezione mi accarezzava leggermente la pancia. Si staccò dalle mie labbra, guardando il mio corpo con enorme lussuria.
Mi morsi il labbro notando le dimensioni, girando poi il viso di lato.
Certo, non ero più vergine, ma l'avevo fatto poche volte in passato, e non con un ragazzo con quelle dimensioni.
Un veloce spostamento d'aria e il ragazzo che si spostava dentro di me, mi fece lanciare un grido di sorpresa. Rimase fermo dentro di me, cercando di farmi abituare a quell'intrusione, prima di spingere sempre più affondo a me.
Mi lasciò un bacio veloce sulle labbra, incominciando a muoversi tra le mie pareti. I miei gemiti risuonavano nella stanza insieme ai suoi ringhi, creando una dolce musica. Aumentò il ritmo delle spinte, insieme a quello dei nostri respiri, ormai all'unisono, mentre mi stringevo alle sue spalle.
La sua pelle bruciava sotto le mie mani, un calore piacevole, che mi inondava i sensi.
Urlai il suo nome fra i gemiti, prima che lui mi zittisse con le sue labbra. Mi baciò, mentre il ritmo delle sue spinte aumentava sempre dì più. Gli accarezzai gli addominali scolpiti con le dita, seguendone la linea con le mie dita.
Non appena si staccò dalle mie labbra, lanciai un urlo di piacere, mentre mi stringeva dolcemente i fianchi.
Usciì l'attimo prima di venire, rilasciando il suo frutto sulla mia pancia.
Ancora ansimanti, ci guardammo fissi negli occhi, prima che si alzasse.
Mi sedetti, incurante della sostanza bianca presente sulla mia pancia, continuando a guardarlo.
-ehm...ti...andrebbe un bagno?- mormorò, con le guance ancora rosse per l'atto che avevamo compiuto.
Mi alzai, avvampando, mentre le mie gambe cedettero allo sforzo.
Crollai fra le sue braccia, mi sollevò con dolcezza ed entrò in quel che pensavo fosse il bagno.
Mi fece sedere sul bordo vasca e aprì l'acqua calda, mentre mi accarezzava la schiena, incurante di essere ancora nudo.
Non appena la vasca fu piena d'acqua e sapone, mi prese in braccio e mi depositò sul fondo della vasca, dandomi un bacio sulla fronte.
Tornò in camera mentre mi guardavo le mani.
Non seppi quanto tempo rimasi dentro l'acqua, ma non appena uscii e tornai in camera, vidi il rosato addormentato fra le coperte. Sorrisi dolcemente e mi stesi vicino a lui, accoccolandomi a lui.

Mi risvegliai con qualcosa di morbido e peloso che mi solleticava il petto.
Aprì gli occhi di colpo ed incontrai quelli di un gatto blu.
Mi accigliai, esistevano gatti di quel colore? Lanciai uno sguardo alla catenina che portava al collo e scoprii il suo nome.
-ehi Happy, sei morbidissimo- dissi, accarezzandogli il pelo con una mano.
Sentii uno schiarimento di voce e notai il rosato in piedi sulla soglia, con un vassoio pieno di leccornie varie e un sorriso bellissimo stampato sulle labbra, a quella visione il mio cuore si scaldò velocemente, portandomi alla memoria i ricordi di quella notte di passione che avevamo appena passato.

Nalu's stories - OSWhere stories live. Discover now