Don't do this to me

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Mac lasciò la stanza.
J:non capisco come fai a sopportarlo.
Ariana mi guardò.
A:probabilmente pensavo di porter sostituirti, pensavo di poter tornare ad essere felice.
Mi avvicinai a lei.
J:con me eri felice?
Lei annuì timidamente, nascondendo il viso tra le mani.
J:non nasconderti.
Dissi spostandole le mani dal volto.
Lei mi guardò negli occhi attentamente e mi baciò.
Interruppi il bacio in fretta.
J:non posso farlo.
Dissi nervoso.
A:p-perché? c'è un'altra ragazza?
Le sorrisi.
J:no non c'è nessuna...non posso perché tu stai con lui e non mi piace tradire...e anche perché tu non stai benissimo, non voglio approfittare della tua debolezza.
Mi sorrise.
A:non so come ho fatto a lasciarti andare.
Le baciai la guancia.
J:comunque io sono insostituibile.
La feci ridere.
J:ti va di parlare di quello che è successo al concerto?
Lei scosse la testa.
J:non puoi evitare l'argomento, devi affrontare la cosa.
Dissi tranquillamente, non volevo che si agitasse.
A:lo so, ma è stata una delle cose più brutte che mi siano mai successe.
La abbracciai.
J:non è stata colpa tua, poteva tranquillamente succedere a me, o a Mac.
Ariana iniziò a piangere.
A:è difficile pensare che quelle persone siano morte.
Disse singhiozzando.
J:ti va di organizzare qualcosa, per le famigliari delle vittime?
Le chiesi.
A:cosa proponi?
Mi disse con un filo di voce.
J:potremmo partecipare ai funerali delle vittime.
Scosse la testa.
A:non sono nella situazione mentale di partecipare ai loro funerali.
J:aiutiamoli economicamente allora.
Scosse nuovamente la testa.
A:i soldi non gli faranno mai riavere i loro figli.
Annuii.
J:un concerto. Chiediamo a Scoot di organizzare qualcosa, qui a Manchester. Contro il terrorismo, per ricordare le vittime. Evolviamo tutto in beneficenza.
Lei mi sorrise.
A:questa è un'ottima idea. Chiamerai Scoot?
Annuii.
Le presi le mani.
J:te la senti di cantare?
Lei annuì.
J:allora cucciola, adesso noi ci alzeremo, prepareremo la borsa e usciremo da questo ospedale. Cosa ti ho insegnato?
Le chiesi sorridendo.
A:quando si cade bisogna avere il coraggio di rialzarsi, più forti di prima.
Mi sorrise.
J:ti prometto che ti starò vicino, lo devi alle vittime, avrebbero voluto che tu continuassi a cantare. Lo devi anche a te stessa. Dimostra al mondo che Ariana Grande è forte, che non ha paura.
Mi abbracciò.
A:grazie, grazie davvero.
Le baciai la guancia.
A:potresti chiamare mia madre? Devo parlarle.
La guardai confuso.
J:okay.
Uscii dalla stanza e vidi Joan.
J:vuole parlare con te.
Joan annuì ed entrò nella stanza.
...
Ero seduto ormai da un'ora ad aspettare, Mac se ne era andato.
Quel ragazzo era un coglione.
Ero molto stanco, non avevo dormito molto la notte precedente.
I miei occhi stavano per chiudersi quando una mano si posò sul mio braccio, facendomi sussultare.
A:torna in albergo, hai bisogno di riposare.
Scossi la testa.
J:non ti lascio sola.
Mi sorrise.
A:torno in albergo con mia madre, mi hanno dimesso...in ogni caso alloggiamo nello stesso albergo, ho la camera all'ottavo piano.
Sorrisi.
J:settimo piano, verrò domani mattina promesso. Adesso lascia che ti accompagni però.
Lei annuì.
Si preparò e poco dopo uscimmo dall'ospedale.
Moltissime persone aspettavano Ari che era attaccata al mio braccio.
Camminammo veloci, insieme a Joan, fino ad arrivare alla macchina, incuranti delle mille domande che ci posero.
Mike alla guida come al solito.
Poco dopo arrivammo in albergo.
Presi le chiavi della mia stanza.
Salimmo tutti sull'ascensore.
Sbadigliai parecchie volte.
A:sei proprio stanco eh.
Mi sorrise.
Annuii.
Arrivammo al mio piano.
J:buonatte. Se avete bisogno di qualcosa chiamatemi okay?
Joan sorrise annuendo e Ari mi abbracciò.
A:notte.
Le porte dell'ascensore si chiusero dietro di me.
Camminai per il lungo corridoio per raggiungere la mia stanza.
Appena entrai mi buttai sul letto sfinito...caddi in un sonno profondissimo.
...
Mi svegliai di colpo, qualcuno bussava alla mia porta.
Erano le tre del mattino.
Mi alzai a fatica, camminai lentamente verso la porta.
J:chi è?
Dissi un po' infastidito.
A:Justin p-posso entrare?
Spalancai gli occhi.
Aprii la porta lasciando entrare Ari.
J:mi dispiace, sai che sono intrattabile quando mi svegliano.
Annuì.
J:come mai sei qui.
Dissi sedendomi sul divano.
A:non riuscivo a dormire.
Disse con un filo di voce.
A:in realtà non so neanche perché sono qui, dovrei tornare di sopra. Scusa se ti ho svegliato.
Le presi la mano.
J:resta se ti va...so che hai bisogno di parlare con qualcuno. Ti ascolto.
Lei mi ringraziò e si sedette di fronte a me.
A:continuo a rivivere quei pochi secondi. Non vogliono andarsene.
La guardai attentamente. Tremava per il freddo così mi alzai e le presi una felpa.
Mi ringraziò.
J:vuoi una cioccolata?
Lei annuì.
Ordinai due cioccolate con molta panna e aspettai il servizio in camera.
J:allora raccontami un po' cos'hai fatto nell'ultimo periodo.
Dissi gentilmente.
Iniziò a raccontarmi le sue "avventure". Mi raccontava le esperienze vissute in tour, i posti che aveva visitato, di Lexie, dei suoi amici...parlò un po' di tutto.Ero riuscito a distrarla e farla ridere. Ero soddisfatto.
Presto arrivarono anche le nostre cioccolate.
A:tu invece? Cos'hai fatto ultimamente? Dove sei scappato questa volta?
Sorrisi.
J:vivo in Canada con Kendall.
Dissi semplicemente.
A:non sapevo vivessi con lei. C'è qualcosa tra voi?
Mi chiese leggermente preoccupata, il che mi fece sorridere.
J:no assolutamente, siamo solo buonissimi amici. Sei gelosa?
Chiesi ridacchiando.
A:gelosa? io?
Mi sedetti accanto a lei e iniziai a farle il solletico.
J:molto gelosa direi.
Lei continuò a ridere.
A:basta Justin ahahaha!
Mi fermai e la guardai negli occhi.
Eravamo molto vicini, spostavamo entrambi lo sguardo dai nostri occhi alle nostre labbra.
A:Justin?
Sussurrò.
J:sì?
Chiesi, nonostante fossi distratto dalla nostra vicinanza.
A:baciami.
Sapevo che era sbagliato, sapevo che aveva un ragazzo, sapevo che ce ne saremmo pentiti probabilmete, ma ormai ne ero certo: io l'amavo ancora, nonostante fosse passato molto tempo io non ero riuscito a dimenticarla, a dimenticare le sensazioni che mi faceva provare...
La baciai.
Un bacio che entrambi desideravamo.
Appena ci staccammo per riprendere fiato lei mi sorrise.
Aveva un sorriso dannatamente bello.
Sorrisi a mia volta.
J:e Mac?
Dissi. Forse era la cosa più inutile e stupida da dire in quel momento.
A:fanculo Mac.
Disse, facendomi spalancare gli occhi.
In meno di un secondo, si attaccò di nuovo alle mie labbra.
Le sue braccia erano avvolte attorno al mio collo e le mie le cingevano la vita.
Lei era ormai seduta a cavalcioni su di me, il che non mi dispiaceva affatto.
J:dormi qui?
Lei annuì.
Mi baciò, era divertente sapere che lei mi desiderasse così tanto.
Le sue mani arrivarono sull'orlo dei miei jeans, cercò di sbottonarli ma la fermai.
In quel momento mi odiai per averla baciata.
J:non mi sembra il caso Ari.
Lei mi guardò confusa.
J:sono stanco di questa situazione Ariana, decidi. O me o lui.
Mi alzai di scatto allontanandomi da lei.
J:non posso sprecare il mio tempo dietro a una ragazzina indecisa. Hai tempo fino a domenica, dopo il concerto. Se non sarò io la tua scelta, prometto di uscire dalla tua vita per sempre.
Lei abbassò lo sguardo.
A:credi che io sia solo una ragazzina?
La guardai.
J:no ma non ce la faccio più. Sai bene che ti amo, sai che ti ho sempre amata. Ho bisogno che tu la smetta di giocare con i miei sentimenti.
Iniziai a piangere. Era un pianto silenzioso ma allo stesso tempo disperato.
Per me era diventato davvero difficile gestire la situazione.

Spazio autrice
ciao belliiii,
allora per prima cosa ci tenevo a dire che non ho assolutamente nulla contro Mac Miller anzi credo che sia un bravissimo ragazzo e lui e Ari sembrano felici insieme.
Seconda cosa: pensavo di revisionare Imperfect 1, è stata la mia prima storia quindi penso che sia giuro apportare qualche modifica.
Ditemi cosa ne pensate del capitolo, voglio tantissimi commenti✨
What do you mean mi sembrava adatta al capitolo...cosa ne pensate?🐨
Love u🌹💦
~G

𝒸𝑜𝓂𝑒 𝓊𝓃 𝒻𝓊𝓁𝓂𝒾𝓃𝑒 𝓈𝓊𝓁 𝓂𝒶𝓇𝑒Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora