La mattina seguente il suono della sveglia era più fastidioso, forse perché non avevo il pigiama ma un paio di jeans, le scarpe e il cuscino a piedi del letto invece che sotto la testa. Mi maledii per aver dimenticato di prepararmi per la notte, ma almeno ero già vestita, no?
Mi alzai dal letto e automaticamente ricominciò la routine, come quando la playlist finisce e automaticamente ricominciano le canzoni in ordine.
Dopo essermi preparata (solo in parte, perché ero già vestita), uscii di casa e arrivai fino a scuola pensando a Taylor, ovviamente. Dentro di me speravo davvero di rivederlo quella mattina, anche se non sapevo esattamente perché.
Arrivata al cancello, il mio telefono suonò, avvertendomi di un nuovo messaggio.
x: io ti ho avvertita, ricorda che ti osservo.
Nel leggere rabbrividii. Quella ragazza mi aveva vista? Mi stava osservando? Non risposi, sicuramente mi guardava e sapeva che avevo letto.
Percorsi il marciapiede cercando con lo sguardo Taylor, non dovevo farmi vedere. Aspettai fino alle 7:55, e finalmente lo vidi infondo alla strada. Quel giorno non aveva il fascia collo bordeaux, ma una felpa col cappuccio che teneva appoggiato alla testa. Nera, come i jeans e la custodia della chitarra che portava con sé. Sapeva suonare la chitarra?
Appena alzò lo sguardo, incontrai i suoi occhi verdi che contrastavano con i suoi vestiti scuri.
Il telefono suonò, ancora, nella mia tasca. Decisi che l'avrei letto dopo e che avrei continuato a guardare Taylor di nascosto. Quando entrò a scuola, accesi il telefono e sullo schermo comparse un altro messaggio anonimo.
x: ti concedo gli sguardi.
Lasciai perdere ed entrai anche io a scuola.
Entrata in classe andai verso un banco vuoto in fondo alla classe e appoggiai il mio zaino a terra. Il professore non era ancora arrivato, così mi sedetti e aspettai. Il mio sguardo ricadde su un gruppo di miei compagni ancora in piedi che parlavano e si divertivano. Io, in realtà, non avevo mai provato la sensazione di parlare con un amico e divertirmi, o con un'amica, fa lo stesso. Anche se una ragazza sarebbe stata meglio, un'amica con cui uscire a comprare vestiti e con cui parlare di ragazzi, magari un'amica mi avrebbe aiutata a capire perché pensavo sempre a Taylor e ci avrebbe fatti diventare amici.
In quella classe probabilmente tutte le ragazze avevano un'amica del cuore, uscivano il pomeriggio insieme per prendere il gelato, organizzavano Pigiama Party per leggersi a vicenda i loro diari segreti e mangiare patatine sul letto. Sicuramente avevano qualcuno che la mattina gli scriveva un messaggio del Buongiorno e alla sera uno della Buonanotte. Io, invece, non l'avevo un'amica. Passavo i miei pomeriggi sul letto a guardare la televisione e nel weekend uscivo con mia madre. Non scrivevo un diario e non usavo Instagram come tutti i miei compagni di classe e scuola. Ero solo una dodicenne depressa che riceveva dei messaggi anonimi e dormiva con un peluche a forma di unicorno rosa.
Il professore entrò in classe e mi distrasse dai miei pensieri. Presi un quaderno ed una penna e cominciai ad appuntare quello che diceva.
(Spazio autrice)
Ciao a tutti! Sono passati due mesi dall'ultimo capitolo, ma purtroppo i miei tempi a volte sono questi, perchè io scrivo quando ho l'ispirazione e soprattutto la voglia. Mi scuso per l'orario e l'attesa, anche se solo poco più di 100 persone leggono la mia storia.
comunque, spero che vi piaccia, questa volta il capitolo è più lungo come promesso, bacini.
\\Greta
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Little Things // Tutto potrebbe Cambiare [SOSPESA]
Teen Fiction"Ero depressa, tutto quello che avevo intorno a me era privo di vita, e non sapevo il significato della felicità. Non sapevo cosa significasse avere un'amica e poter parlare di tutto. Non sapevo cosa significasse essere amati. Non sapevo cosa si pr...