Quel giorno, non feci altro che desiderare di incontrare degli occhi verdi e una felpa troppo larga, ma non successe.
Ma forse fu meglio così, se avessi incontrato la persona che da giorni un po' mi incasinava, sarebbe stato peggio.
Sapevo come sarebbe andata: avrei sentito il cuore fermarsi per qualche istante e lo stomaco aggrovigliarsi, come sempre.La mia giornata trascorse regolarmente, fino all'ultima ora, e fu una di quelle lunghissime giornate che sembrano non finire mai, tra una lezione e l'altra, in cui pensi che rivedrai casa tua il giorno dopo, probabilmente.
E questo era tremendamente triste, dato che fremevo dalla voglia di tornare nella mia stanza per chiudermi e passare un altro pomeriggio lontano dal mondo.
Doveva iniziare la nostra lezione di arte, ma durante i primi 10 minuti non si presentò alcun professore, e il chiasso regnava nella classe.
Ad un certo punto, qualcuno varcò la soglia, ma non si trattava di un docente, nè di un bidello.
Nella nostra classe entrò una persona dagli occhi verdi ed i capelli scuri.Purtroppo, non si trattava di Taylor, anche se a primo impatto ebbi una scossa di brividi provocata dal ricordo del suo sguardo
"Manca il Professore Bisser, quindi siete liberi di scegliere una classe in cui passare l'ora." disse solamente, per poi uscire e tornare da dove era venuta.
Mi alzai dalla sedia e affiancai alcuni miei compagni mentre camminavamo per il corridoio.
Ci fermammo poco dopo davanti ad una porta, e lessi il cartellino che diceva "3C".
Mi sedetti ad uno degli ultimi banchi, prestando attenzione alla lezione, anche se non c'era realmente bisogno, dato che venivo da altre classi.
Durante la prima metà dell'ora ascoltai davvero il professore, senza degnare di attenzioni la ragazza seduta al mio fianco;
un po' mi sentivo in colpa, ma non avevo tanta voglia di socializzare con qualcuno che non avevo mai visto prima (anche se in realtà non avevo mai voglia di socializzare nemmeno con le persone che conoscevo)Durante la seconda metà dell'ora vagai un po' per i miei pensieri, pensando a quanto mi sarebbe piaciuto uscire di casa ogni tanto, magari anche comprare dei vestiti nuovi.
Indossavo gli stessi da diversi mesi: solo le mie amate felpe e i jeans, perché infondo erano questi gli unici indumenti che necessitavo.
Qualcosa di largo per coprire il mio corpo che odiavo.Odiavo
Sì. Mi odiavo.
Odiavo quello che ero, quello che facevo.
Mi sentivo così brutta, in ogni parte del mio corpo.Avevo le cosce grosse, la pancetta, le braccia grasse.
Avevo il naso grande, i capelli pesanti e sempre in disordine, le caviglie e le ginocchia larghe, così come le mi dita e i miei polsi.Odiavo quello che ero, quello che facevo.
Tutto di me era così brutto ai miei occhi, che quando trovavo un mio pregio credevo di conoscerlo solo io.
E forse era così, perché non mi aprivo a nessuno, non mi facevo conoscere da nessuno.Ero qualcosa di impenetrabile, un muro impossibile da abbattere.
Ero come una porta senza la serratura.
Un libro senza pagine.
Una bottiglia senza il buco.
Tutto ciò che d'imbattibile esiste.
Così, assorta nei miei pensieri, non mi accorsi di una voce che, alle mie spalle, richiamava la mia attenzione.
"Ehi, per caso hai portato con te pure le tue penne?" mi chiese il ragazzo che, nel momento in cui aprì bocca, distrusse l'armonia dei miei ragionamenti.
Ma io non prestai nemmeno attenzione a quello che diceva, tanto ero occupata a mantenere il controllo del mio corpo.
Fu un attimo, e le gambe divennero molli sopra la sedia di legno su cui ero seduta."Cosa?" chiesi nervosa, consapevole che stavo facendo una figura bruttissima.
"Una penna. Cel'hai? Devo prendere appunti" mi chiese Taylor che adesso si trovava a qualche centimetro dal mio viso per farsi sentire meglio.
Mi affrettai a prendere goffamente una penna blu dal mio portacolori e a porgergliela.
Quelle furono le uniche parole che ci scambiammo, e quando mi restituii la penna, la custodii gelosamente dentro la tasca del mio giubbotto.
Quella notte dormii con la penna sul comodino.
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Caro Diario,
Non so nemmeno perché ho deciso di cominciare a scrivere su carta, ma alcune mie compagne di scuola mi hanno detto che è un buon metodo per sfogarsi.
Quindi, anche se questo non è propriamente un diario ma un quadernetto a righe, penso che comincerò a scrivere delle mie giornate.
Spero che questo non venga letto da nessuno, perché scrivere un diario non è che sia una cosa molto da ragazzi, ma a me piace tanto scrivere, quindi eccomi qui.
Comunque dato che questo è un buon modo per "svuotarsi" ho deciso di parlare di una ragazza.
Penso che mi piaccia molto, e vorrei davvero qualcuno con cui parlarne, ma tra ragazzi non è che funziona proprio così. Forse un'amica mi capirebbe meglio, ma lasciamo perdere, tanto ora ho un diario!
A scuola c'è questa ragazza, si chiama Aeline, ed è davvero bellissima.
Vorrei tanto avere con lei un rapporto diverso da quello che abbiamo ora.
Di solito non ci parliamo molto, semplicemente ci salutiamo quando ci incrociamo per i corridoi (non sempre) e il, più delle volte, l'unica cosa che posso fare è guardarla da lontano mentre ride con le sue amiche, o anche amici.Questa cosa del diario sta funzionando! Mi sento già con un peso in meno dopo averne "parlato" con qualcuno.
Credo che quella di scrivere diventerà un'abitudine.
Magari un giorno regalerò questo quaderno ad Aeline (chiamiamolo quaderno che è già meno femminile,dai) e forse apprezzerà quello che penso di lei, come potrebbe non apprezzarlo.
Vabbè, ho finito di annoiarti mio "Caro Quaderno" :3
Vado a dormire che è già tardi.Taylor xx
[spazio autrice]
Ciao a tutti! Sono tornata, stavolta con un estremo ritardo, mi scuso :(
Comunque ho già pronto il prossimo capitolo, fatemi sapere che ne pensate.
Love you all
Greta x
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Little Things // Tutto potrebbe Cambiare [SOSPESA]
Fiksi Remaja"Ero depressa, tutto quello che avevo intorno a me era privo di vita, e non sapevo il significato della felicità. Non sapevo cosa significasse avere un'amica e poter parlare di tutto. Non sapevo cosa significasse essere amati. Non sapevo cosa si pr...