Seconda parte

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Un rumore acuto e stidulo riempì la stanza. La sveglia suonò le 6.00 di mattina. Sollevai le coperte, andai a fare colazione con del latte caldo e cereali, e infilai i vestiti.

Nel pullman la mia mente vagò sui possibili posti in cui avrei potuto portare Gaia quel pomeriggio. Un museo sarebbe stato bello, ma forse troppo noioso, non conosco i suoi gusti. Un ristorante? troppo romantico e inappropriato. Decisi che l'avrei portata al cinema.

Il pullman si fermò, e con esso anche i miei pensieri. Scesi e raggiunsi la mia classe. Le sei ore passarono velocemente. Avvisai la mia amica Alessandra che non avrei potuto esserci per le quattro e rimandai l'impegno, ma non le dissi di quello che avrei dovuto fare. L'ansia cresceva assieme alla curiositá di conoscerla meglio.

Suonò la campanella, mi diressi verso l'uscita e mi appoggiai al muretto, aspettandola. Una marea di ragazzi mi passava davanti, ma non vedevo ancora lei. Pensai che mi aveva dato buca, quando pronta ad andarmene delusa vidi Gaia con il fiatone che correva  verso di me. "Scusami, il professore mi ha trattenuta". La visione quasi paradisiaca a cui avevo assistito era superiore ad ogni tipo di scusa. La tranquillizai e presi il discorso "Mi piacerebbe portarti al cinema oggi". Un sorriso a trentadue denti comparve sul suo viso "Non ci sono mai stata, fino ad adesso ho vissuto in campagna, in cittá per me é tutto nuovo, quindi ovunque tu voglia portarmi per me va bene"  ridemmo entrambe.

In quel momento mi resi conto di quanto poco del mondo avesse visto quella ragazza, e di quanto ingenua e pura fosse. Ma mi piaceva, era un'influenza positiva su di me, io la portavo nel mio mondo e magari lei un giorno avrebbe potuto portarmi nel suo.

A primo sguardo non l'avrei mai detto. L'unica mia preoccupazione fu che essendo molto diverse non ci saremmo prese abbastanza. Camminammo e parlammo per un'oretta, forse più. Arrivate al cinema, pagammo il biglietto per un film che ricordo poco a dire il vero, banale, o meglio, perchè facevo attenzione ad altro. Appena entrammo notai l'espressione di Gaia, sopresa. Prendemmo posto in quinta fila, di pomeriggio presto il cinema era quasi vuoto. Si spensero le luci.

Quando ormai era quasi finito il film, sentii una mano che mi accarezzava la coscia,  e la sua voce soffice "Grazie per avermi portato qui". Io la guardai. Avevo una voglia pazzesca di baciarla, mordergli le labbra, toccarla. Mi feci coraggio, mi avvicinai a lei e la baciai.

La ragazza della mia scuolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora