Prima parte

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Era un freddo giorno d'inverno quando la vidi per la prima volta.

Come di routine prendevo il pullman ogni mattina e andavo a scuola. Salutai un paio di amici e mi diressi verso l'entrata.

Sulle scale notai una ragazza che fino ad allora non avevo mai visto, forse nuova. Capelli lunghi, mora, labbra carnose e un fisico mozzafiato. Ma la cosa che mi colpì più del resto fu il suo sguardo. Occhi grandi, verdi, e uno sguardo seducente. In quell'esatto momento pensai che lei era irrangiungibile per me. Appena incrociò il mio sgurdo io lo distolsi subito, e facendo finta di niente mi diressi nella mia classe.

Solita giornata monotona, a parte il fatto che non riuscivo a smettere di pensare alla nuova ragazza. Ero curiosa di sapere in che classe andava, quindi chiesi di uscire e stetti per una piena mezz'oretta nei corridoi nella speranza di incrociarla di nuovo. Ma nulla. Riprovai nei giorni successivi ma sembrava essere scomparsa.

Finalmente la fortuna fu dalla mia parte il quinto giorno. La vidi uscire dalla porta e camminare per il corridoio fino a raggiungere i bagni. 4c. Inutile dire che la seguii per provare un approccio.

Aprii il rubinetto e feci scorrere l'acqua. Sciacquai le mani e mentre iniziai ad asciugarle sentii il rumore di una porta che si apriva. Era lei. Il cuore iniziò a battere a mille. Appena uscì sentii il suo sguardo su di me ma lo distolse subito come non fosse interessata molto alla mia presenza. Io mi girai verso di lei e con un sorriso timido sulle labbra le chiesi se era nuova, non avendola mai vista a scuola. Quasi stranita, si girò e mi rispose di si. Aveva una voce così profonda, seducente e sicura di sè.

Non riuscivo a smetterla di guardare, avrei voluto per non dare una brutta impressione ma era più forte di me. Prese un elastico dalla tasca e iniziò a legarsi i capelli. Capelli lunghi, soffici, che avrei voluto tanto toccare. "Non riesci a togliermi lo sguardo di dosso eh?" disse lei sorridendo, mentre la mia faccia diventava più rossa dei papaveri in primavera. Non aprii bocca, non sapevo cosa risponderle. Mi limitai a sorriderle come una spaesata. "Tranquilla non ti mangio, e poi anche tu sei niente male" seguita dal suo sguardo seducente che mi aveva catturata un'altra volta. Le posi la mano e mi presentai "Sono Federica, terzo anno". Lei la strinse "Gaia, quarto come hai potuto notare". Aveva capito che l'avevo seguita ma non gli importava.

"Mi sono appena trasferita in cittá, conosco poche persone e nuove compagnie non fanno mai male". Sembrava un invito, ed io lo colsi al volo "Se vuoi ti faccio conoscere alcuni posti della cittá, piccola ma piena di risorse". "Perchè no, domani pomeriggio vediamoci all'uscita da scuola. Solitamente sono diffidente ma tu sembri diversa dagli altri".

Non sò cosa intendesse con il termine 'diversa', ma penso abbia capito che non ho brutte intenzioni e che di me ci si può fidare. Ci salutammo e tornai in classe, continuando a pensare all'indomani, a quando ci saremmo incontrate.

Era la ragazza che avevo da sempre aspettato, e poteva finalmente essere mia.

La ragazza della mia scuolaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora