Capitolo 3

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Leggete il nota autore alla fine

Jamie

Avrei riconosciuto quel volto ovunque: la pelle pallida in contrasto con le labbra dal color rosso e i capelli che scendono lungo la schiena, lisci, come spaghetti.

Accanto a lei, la ragazza che avevo incontrato a scuola, sembrava stranita, confusa. Il mio sguardo era fisso negli occhi della ragazza dal viso bianco latte. Era bellissima, un'attrazione che non mi sarei mai aspettato.

I suoi occhi erano incandescenti, verdi, mischiati ad un marrone opaco. Mi avevano catturato, e improvvisamente mi sentii come quando, il giorno dell'incidente, prima di tornare nell'oscurità. Intrappolato nella sua bellezza.

Anche lei sembrava sorpresa di vedermi, o meglio, quasi impaurita, anche se non capivo esattamente perché dovesse esserlo.

Cassandra invece, stava in disparte, con le mani strette in due pugni, come se stesse nascondendo qualcosa di importante, fatale, se lo avesse mostrato.

"Perché eri lì?" Dissi semplicemente, alla ragazza accanto a Cassandra, i cui occhi erano di un azzurro intenso.

L'altra esitò, prendendo tra i denti il soffice labbro inferiore.
Non rispose, stette in silenzio. Sembrava perfettamente consapevole di ciò che stavamo parlando, infatti, abbassò lo sguardo.

"Non capisco..." disse Cassandra con un tono di voce basso ma udii perfettamente ciò che aveva detto.

L'altra alzò lo sguardo, scrollando le spalle.
"Dobbiamo parlare." Si limitò a dire, mentre la ragazza accanto a lei trasaliva, sorpresa.

"Posso sapere almeno il tuo nome?"

Attorno a noi, la pioggia cominciava a scendere più velocemente. Gli abiti di entrambe le ragazze erano bagnati, probabilmente avevano freddo, anche se non lo davano a vedere.

"Jade, Jade Collins."

Feci accomodare Cassandra e Jade in casa mia, mia madre per fortuna non c'era e non sarebbe tornata prima di mezzanotte, a causa di un imprevisto a lavoro.

Sembravano a loro agio, Jade specialmente. Camminava come se conoscesse già tutte le stanze, mentre Cassandra si limitava a starmi accanto, con il volto basso.

"Va tutto bene?" Le chiesi, accennando un debole sorriso.

L'altra rispose annuendo, senza togliere lo sguardo dalla ragazza davanti a noi i cui capelli lunghi, fino a metà schiena, si muovevano in base ai passi che ella faceva.

"Non mi fido di lei." Sussurrò, ma feci finta di non aver sentito.

Arrivammo nel salotto, le feci sedere sul grande divano nero, in velluto, subito dopo aver preso due coperte di lana, in modo da farle stare calde.

"No, io non la voglio." Si rifiutó Jade, come se darle una coperta fosse un'offesa.

"E perché?" Inarcai le sopracciglia, curioso.

"Sono allergica alla lana." Ribattè lei, con una scrollata di spalle

"Oh certo, ed io sono il Conte Dracula." Scoppiò a ridere Cassandra.

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