S1: E7 "Heda"

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BELLAMY

"Difendete il campo!" urlo. Il caos è ovunque: non ricordo nemmeno quando siamo stati colpiti dalle prime frecce. Un secondo fa, abbiamo visto Octavia e Leah allontanarsi dal campo e dopo è scoppiato il pandemonio.
"Siamo circondati!" urla Miller, mentre imbraca il fucile per difendersi dagli attacchi.
Il piano era di aspettare il ritorno di Matthew e mia sorella, per poi far sapere al resto del gruppo della minaccia, ma i Terrestri sono arrivati prima.
Per quanto siamo riusciti a fortificare il campo, il cancello sembra non reggere, perché continua a subire grossi colpi dall'esterno. Se non facciamo subito qualcosa, crollerà. All'improvviso sento un urlo provenire dall'altra parte del campo, vicino alla navicella Exodus. Nancy, come la maggior parte degli altri, è riversata a terra, con un freccia conficcata sulla gamba.
"Monty! Jasper!" urlo. I due ragazzi corrono a soccorrere la loro amica, mentre io faccio fuori il Terrestre che ha tentato di uccidere la ragazza.
"Mantenete le posizioni!" ordino.
I ragazzi fanno il possibile, ma a poco a poco, diventiamo sempre più deboli.

OCTAVIA

"Dove la portano?" domando al ragazzo davanti a me. Sono in pena per Leah. Quei Terrestri non hanno proprio l'aria di essere amichevoli.
"La stanno portando dal Comandante." risponde il ragazzo.
"Allora capisci davvero la nostra lingua!" il Terrestre si volta, guardandomi. Ha due occhi stupendi e l'espressione tormentata.
"Come ti chiami?" domando. Il Terrestre sembra indugiare un po', ma poi risponde.
"Lincoln e tu?" gli sorrido.
"Octavia. Senti Lincoln... Noi non vogliamo fare del male alla vostra gente. Vogliamo solo stare a casa nostra, come voi." spiego. Spero che Leah stia bene e riesca a convincere il Comandante a lasciarci in pace. In fondo non abbiamo fatto nulla di male.
"Nemmeno io voglio un conflitto. È per questo motivo che ti lascio andare. Vai dal tuo popolo e avvisali. La tua amica sicuramente non sopravvivrà..." quelle parole mi fanno male. Non posso credere che Leah sia andata contro morte certa.
"Vieni con me. Chi meglio di te conosce il territorio? Potrai aiutarci a difenderci." dico prendendogli la mano. Lincoln non sembra essere convinto dell'idea, ma io insisto.
"Ti prego."

BELLAMY

"Dentro, forza!" Clarke fa cenno a Monty e Jasper ti portare Nancy dentro la navicella.
"Ci stanno ammazzando!" urla un ragazzo. Non faccio in tempo a rassicurarlo, che quest'ultimo viene ucciso da una freccia in pieno fronte.
"Bastardo!" ruoto l'arma verso il nemico, ma quest'ultimo salta via, scomparendo dalla mia vista. Il corno suona e i Terrestri cominciano a fare dietro front.
"Ma cosa...? Se ne stanno andando?" domanda Miller, confuso.
"Si sono forse stancanti di ucciderci?" domanda, Murphy sarcasticamente.
"Aiutate i feriti, portateli da Clarke." dico raggiungendo la nave. Al suo interno, per l'ennesima volta, Nancy è sdraiata a letto. Clarke le ha appena sfilato la freccia dalla gamba.
"Se ne sono andati." dico sudato fradicio.
Finn entra poco dopo, avvisandoci che Octavia è arrivata. Quando la vedo, butto il fucile a terra e le corro incontro, abbracciandola.
"O, che cosa ti è successo?" alzo lo sguardo e istintivamente tiro fuori la pistola.
"Chi cavolo è questo?" domando.
"Bell, lui è..."
"È uno di loro!" Miller gli tira un calcio sulla gamba, facendolo inginocchiare a terra dolorante.
"No! Lui vuole aiutarci!" cerca di proteggerlo Octavia, ma io non la ascolto. Mi guardo intorno, aspettando di incontrare il viso di Leah, ma lei non c'è.
"Dov'è Leah?"
"L'hanno presa." dice Octavia.
Mi avvicino al Terrestre e gli tiro un pugno con il calcio della pistola.
"No!" strilla mia sorella.
"Legatelo. Dobbiamo interrogarlo e O, non ti avvicinare mai più a lui. È un Terrestre e loro non sono i benvenuti." detto così faccio cenno a Miller e Murphy di prendere il Terrestre e portarlo in cima alla nave Exodus.

LEAH

Poche ore prima...

Il tempo sembra essere infinito quando ti ritrovi la faccia coperta da una sacca puzzolente e scura. Stiamo camminando da almeno un po', perché i polpacci hanno preso a bruciarmi da morire. Le corde intorno ai polsi non sono di aiuto, anzi percepisco la pelle irritarsi sempre di più. I Terrestri non hanno smesso di parlare nella loro lingua da quando siamo partiti. Vorrei tanto poter capire quello che dicono, ma anche se capissi, non potrei parlare, dato che la mia bocca è ricoperta da un bavaglio sporco.
Dopo un paio di minuti di marcia, ci fermiamo. L'odore di legno bruciato, il parlare di altri Terrestri, mi induce a pensare che sono arrivata al loro campo.
"Mostratemela." ordina una voce maschile, ferma.
La sacca mi viene tolta, così come il bavaglio dalla bocca. Davanti a me si presenta un ragazzo magro, dallo sguardo duro, con strani vestiti addosso e insolite, ma affascinanti, sfumature nere che gli dipingono gli occhi. È seduto su un trono intrecciato di rami. In mano tiene un coltello affilato. Il luogo in cui mi trovo è una grande tenda, con tavoli di legno scuro, tappetti colorati e candele di cera.
"Heda, ecco a voi la Skikru." dice un uomo accanto a quello che dovrebbe essere ovviamente il capo. Skikru? Cosa significa?
"Popolo del Cielo." risponde il ragazzo. I miei occhi incontrano i suoi.
"Voi venite dal cielo. Vi abbiamo visti." afferma.
Rimango in silenzio, non sapendo bene che cosa dire. Temo che qualsiasi cosa pronunci, possa ritorcersi contro la mia gente.
"Come ti chiami?" domanda.
"Leah." rispondo.
"Perché siete qui?"
"Perché questa è casa nostra." il ragazzo si alza bruscamente dal "trono" su cui è seduto. Solo ora mi rendo conto della sua grande potenza.
"Sai a chi ti stai rivolgendo?" domanda minaccioso. Non distolgo lo sguardo dal suo, anzi cerco di mantenerlo costante. Non devo mostrare paura.
"Sono Daario kom Trikru, il Comandante dei Terrestri." si presenta.
All''improvviso la mia mente non è più in quella tenda, ma sull'Arca.

Flashback

"Leah? Sei qui?" da sotto il letto riesco a vedere i piedi di mia madre che mi sta cercando. È appena rientrata dal lavoro. Ogni giorno mi nascondo in posti diversi per spaventarla. È un gioco che facciamo sempre.
"Sei dentro l'armadio?" domanda, aprendo le ante. Cerco di uscire fuori, approfittando della sua distrazione, ma il lembo della mia felpa si incastra in un chiodo sotto il letto.
"Leah!" mia madre scoppia in una fragorosa risata.
"Mi liberi?" domando.
Lei continua a ridere, inginocchiandosi accanto a me. Con piccoli e agili gesti riesce finalmente a liberarmi.
"Tesoro, vieni qui." dice picchiettando le mani sulle ginocchia.
"Sai, nella vita ti capiterà spesso di imbatterti in imprevisti come questi. Forse un po' più difficili... per cui dovrai imparare a cavartela da sola. Ora ti ho aiutato io, ma se non dovessi esserci? Come faresti?"
"Ma tu ci sarai sempre, mamma." rispondo.
Lei mi regala di nuovo uno dei suoi sorrisi rassicuranti. Quelli che mi hanno sempre dato la forza di andare avanti.

Fine flashback

"Non siamo qui in segno di pace. Siamo stati mandati per accertarci che la Terra fosse vivibile, così da portare la nostra gente e..." cerco di spiegare, ma una donna dalla carnagione scura mi interrompe.
"Un esercito, Heda. Ci attaccheranno di sicuro!" dice.
"No! Non vogliamo nessun conflitto!" stringo i denti dalla rabbia. Perché credono che vogliamo la guerra? Conoscono solo quello, loro? Probabile, perché non sembrano ascoltarmi.
"Cosa volete, Leah kom Skikru?" domanda Daario, squadrandomi da cima a fondo.
"Vogliamo convivere." i Terresti scoppiano a ridere, mentre Daario rimane impassibile.
"Comandante, la prego... Hanno invaso il nostro territorio!" continua la donna di prima.
"Voi ci avete attaccato!" dico facendo un passo in avanti. La donna si mette subito di fronte al comandante, estraendo la sua sciabola.
"Non fare un altro passo."
"Indra." Daario la chiama e quest'ultima abbassa l'arma.
"Leah del Popolo del Cielo, potrai tornare dalla tua gente, ma entro l'alba se non ve ne andate, vi uccideremo tutti." i Terrestri esultano, urlando e fischiando.
"Per favore, possiamo trovare una soluzione!" continuo, cercando di convincerli, ma niente da fare.
"Portatela via." gli uomini di prima mi rimettono i bavagli, scortandomi al punto in cui mi sono separata da Octavia.
Una volta liberata, mi metto a correre velocemente verso il campo. I miei amici devono sapere della minaccia.

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