7- la tana del topo

182 13 9
                                    

Non so che ore siano, non so dove io sia; so solo che qualcuno mi ha rapita.

Sono seduta su una sedia di ferro, gelida, con le caviglie legate alla sedia e le mani legate dietro la schiena. Cerco di divincolarmi dalla stretta, ma è impossibile.

Mi trovo in una stanza buia e senza finestre, immagino di essere in una stanza sotterranea, dato che l'unica luce presente è quella della lampada sulla scrivania di fronte a me.

Passano i minuti, le ore probabilmente, ed io sono qui; senza cibo né acqua ma soprattutto chiedendomi 'perché? Perché a me?'. Mentre sto cercando un metodo per uscire di qui, sento un rumore, uno sbattere di porte, e poi dei passi lontani.

I passi sono sempre più vicini, sempre più pesanti e rumorosi... e poi, una chiave inserita nella serratura della porta.

La porta viene aperta con delicatezza, quasi per non volermi svegliare. Quando la porta è aperta riesco a vedere un volto, quello di un uomo.

L'uomo mi fissa, poi accosta la porta.

Si siede sulla sedia adiacente alla mia, io, spaventata, faccio per spostarmi, ma ovviamente essendo legata, non posso spostarmi più di qualche millimetro.

"Ciao Emma.", l'uomo ha una voce profonda, con un particolare accento, del sud italia.

"Mi spiace averti condotta fin qui, ma sapevo che non avresti mai voluto venire di tua spontanea volontà, dopotutto sei tale e quale a tua madre, non ti fidi tanto facilmente delle persone..."

E questo tizio cosa ne sa di mia madre? Tanto vale chiederglielo: " chi sei? E come fai a conoscere mia madre?". L'uomo mi rivolge un lieve sorriso, prima di alzarsi per aprire un cassetto della scrivania e prendere una lettera, che mi porge.

Imbarazzato si accorge di avermi legato i polsi, così si affretta a slacciare i nodi.

" va meglio?" mi dice, con gli occhi che mi facevano dedurre le sue scuse.

"direi di si." Gli dissi in tono freddo. Presi velocemente la lettera, e la lessi...

20 Marzo 1999

Caro amico mio,

Ti ringrazio per la riservatezza, sai che per me è molto importante che nessuno lo venga a sapere, spero un giorno di poter dire loro la verità. Se non dovessi riuscirci, sarai tu a farlo al mio posto.

Domani prenderò l'areo per venire da te, e darti il mio ultimo abbraccio.

Ci vediamo domani,

Anna

Rilessi questa lettera ben 5 volte prima di riuscire a parlare.

"Q-quindi tu saresti Alessandro?", gli dissi continuando a fissare la lettera.

"Si. Non ci siamo mai potuti conoscere, ho ancora la tua foto da appena nata che mi inviò tua madre. Mi dispiacque tanto non poterci essere stato, pensavo che ti avrei vista comunque un giorno, insieme a tua madre." disse con la voce piena di tristezza.

"perché hai aspettato tanto, e quale è questa verità?"

"Tua madre quando venne qui da me mi disse di aspettare che tu fossi più grande per potertene parlare, e così feci." Mi disse

" Quindi mio fratello e mio padre lo sanno già?" dissi in tono dubbioso e allo stesso tempo, arrabbiato.

" no. Tua madre decise all'ultimo di voler far sapere la verità solo a te."

"perché?"

"mi disse che solo tu avresti potuto capire, ed aiutarla."

"come faccio ad aiutarla se è morta?" Dissi quasi urlando

"aiutandola potrai scoprire come è morta, e perché. Io ti aiuterò, ma la parte più grande tocca a te."

"quindi il segreto sarebbe questo? Mia madre mi ha lasciato dei compiti a casa?"

"non saranno dei compiti a casa, ma dei compiti in giro per il mondo."

"Non posso farlo. Io vado a scuola, ho degli amici. Non posso fare la vagabonda in giro per il mondo!"

"Tua madre non voleva che io ti costringessi, voleva che tu decidessi da sola. Perciò la decisione spetta a te. Per poter venire con me dovrai lasciare la scuola per dei mesi, non so quanti potrebbero essere, 5 mesi, o 9."

"non se ne parla! E mio padre? Glielo dici tu? 'oh ciao sono Alessandro, l'amico della tua moglie defunta, dovrò portare via tua figlia per dei mesi in giro per il mondo..."

"Tua madre pensava a tutto sai? Ho qui una lettera anche per tuo padre, in cui spiega tutto. Sicuramente accetterà."

"ok. E se accettassi cosa dovrei fare esattamente?"

Lui mi sorrise e disse;

"L'assassina, esattamente come tua madre."

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 15, 2017 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Prenderò il tuo postoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora