IV.

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Bridget aveva il brutto difetto – o il pregio, a seconda dei punti di vista – di non saper mettere da parte la propria rabbia. Lei era furibonda con Edmund, soprattutto dopo averlo visto mentre stringeva tra le braccia la "racchia". Provava tanta invidia per quella ragazzina: lei poteva parlargli tutti i giorni, scherzarci insieme e adesso anche abbracciarlo, mentre lei era costretta a guardarlo solo da lontano.

In cuor suo, Bridget desiderava tanto sotterrare l'ascia di guerra e poter tornare alla situazione di sempre, ma ogni buon proposito veniva brutalmente messo in un angolo non appena lo trovava davanti alla stazione. Lei ce l'aveva ancora parecchio con lui, e stava ancora accarezzando l'idea di mettergli le mani addosso – e non per accarezzarlo – non appena si fossero ritrovati soli; dopotutto, se nessuno vedeva, nessuno poteva sapere. Così, nonostante si promettesse di ricominciare a guardarlo come una volta, per gli androni dell'istituto non poteva fare a meno di mettere il broncio e di ignorarlo.

Alla fine della giornata, dopo che Bridget avesse accompagnato Victoria alla stazione dei treni, e dopo essere tornata a quella dei pullman, Edmund si metteva di proposito in punti in cui la ragazza era costretta a vederlo. Il suo posto preferito era nei pressi dell'ingresso di essa, da dove entravano tutte le autocorriere, cosicché lei non avrebbe potuto guardare altrove; Bridget era infastidita e compiaciuta contemporaneamente per quella sua trovata.

La guardava sempre, e lei cercava in ogni modo di fargli notare quanto fosse brava a non incrociare il suo sguardo – anche quando lui era nella sua traiettoria.


Edmund non poteva essere più stupito, qualunque cosa facesse, lei riusciva a farlo sentire invisibile in qualsiasi caso. Non capiva dove avesse sbagliato e perché lei fosse tanto inferocita; sapeva solo che non aveva particolarmente gradito il suo abbraccio con Michelle, la sua amica di 2^A, quello era lampante. Tuttavia non comprendeva cosa avesse fatto prima di allora. Probabilmente, se avesse confessato candidamente tutto ciò alla senior, avrebbe finito per farla imbestialire ancora di più e fornirle il pretesto perfetto per picchiarlo.

Non avendo ben presente come agire non poté fare altro che cercare di saltarle sotto agli occhi tramite social netwotk. Il suo piano iniziò un sabato sera di metà marzo, quando postò una sua foto scattata durante una festa. Lì per lì la senior non ci fece nemmeno caso a quel gesto insolito per il ragazzo; l'aveva guardata parecchio, si poteva dire che addirittura che l'avesse studiata nei minimi dettagli.

Edmund indossava una camicia grigia che non gli aveva mai visto addosso, il cui colletto stretto metteva in risalto il collo sottile; appena sorrideva, per qualche assurdo motivo non si faceva vedere spesso mentre lo faceva; si era fatto bello – più di quanto non fosse già – mettendosi il gel nei capelli; aveva le braccia sulle spalle di due suoi compagni di classe con cui parlava spesso; nella descrizione della foto c'era un errore grammaticale, e sebbene in un primo momento le si rizzarono i capelli in testa, in un secondo ci rise sopra teneramente, come se fosse stata una battuta divertente. Eppure Bridget, normalmente, provava ribrezzo per quel genere di errori.

Anche in quell'occasione non diede ascolto ai pareri delle amiche, che dopo quella dimostrazione di scarsa cultura insistevano nel dire che sarebbe stato meglio passare oltre. 

Bridget si salvò quella foto sul cellulare, per guardarsela bene la sera, prima di andare a dormire. Sembrerà folle, ma la ragazza aveva notato che se prima di assopirsi pensava molto ad una determinata faccenda o persona, questa le compariva in sogno; fissando l'immagine del suo innamorato, gli assicurava un posto nelle sua breve e veloce nottata. Erano tutte visioni oniriche molto ingenue e semplici, nemmeno si baciavano o si abbracciavano – parlavano o si guardavano negli occhi e basta, ma a lei sembravano comunque bellissime.

In un battito di ciglia || #Wattys2017Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora