23) Elevator

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23)Elevator


Chiudo la porta del bagno dell'aereo a chiave e mi piego in due sulla tazza chimica. Il massimo dello schifo e dello sdegno popolano la mia mente. Non riesco a respirare mentre butto fuori tutto quello che il mio corpo ha ingerito nelle ore precedenti.

Lui me lo ha detto.

Mi ha preparato.

Cercheranno sempre di dividerci e di allontanarci perchè sono invidiosi di noi e del nostro rapporto, eppure io, adesso, qui, non riesco a credere anulla. L'immagine che mi ha mandato quella sgualdrina ripopola lamia mente come una ripetizione. Vedo solo quello quando chiudo gliocchi.

Vorrei piangere e urlare. Vorrei smettere di vomitare e tornare a respirare normalmente. Vorrei non essere sopra un aereo con altre tre ore divolo davanti e sopratutto vorrei essere lontana da Lui in questo preciso momento.

Lui.

Lo sento dietro la porta che bussa come un ossesso cercando di aprirla oalmeno di ricevere un cenno da parte mia. Vorrebbe vedermi, vorrebbe capire cosa mi è preso ma io più di tutto vorrei non trovarmelo davanti nel momento in cui aprirò quella porta.

Perché ci fanno questo?

Continuo a sentire colpi alla porta e poco elegantemente mi metto seduta accanto al water, nel caso debba usarlo ancora. Sentirlo a così poca distanza mi destabilizza. Vorrei avere un margine di via di fuga, ma in questo aereo purtroppo non c'è.


-Gloria che cazzo è stato? Come stai? Perchè hai chiuso a chiave? Apri la porta!- lo sento parlare da fuori.


Fuori.

Era meglio se tutto questo succedeva quando potevo ancora definirmi invaghita di lui. Quando ancora non provavo così tanto amore datogliermi il fiato e la vita. Come potevo accettare una cagna incalore che per tutta la sua esistenza mi avrebbe reso impossibile vivere il mio amore alla luce del sole? Bradley era ricco, famoso e maledettamente potente. Avrebbe potuto mettere a tacere sul nascere qualsiasi cosa.

Mi alzai e mi lisciai i jeans mentre mi guardavo dall'alto in basso.Il mio fisico ultimamente ne aveva sopportate un po' troppe. Mi lanciava segnali di pericolo costantemente. Dovevo rallentate, ma purtroppo per me era quasi impossibile riuscire a farlo.

Mi guardai al piccolo specchio dell'aeromobile e notai il cambiamento appena avvenuto. Ero completamente felice di essermene andata con lui. Avevamo deciso di comune accordo di partire per staccare la spina e prenderci qualche momento solo per noi, eppure adesso sentivo solo dolore e tristezza. l'idea di fare un viaggio insieme adesso mi faceva venire voglia di piegarmi di nuovo sulla tazza chimica.

Apro la porta con decisione e dopo nemmeno tre secondi mi ritrovo stretta tra le braccia del mio Mr. Maniaco del Controllo che mi abbracciava come se la sua vita dipendesse da questo. Sentivo il suo amore. Lo percepivo esattamente come percepivo il suo costante bisogno di dovermi proteggere, eppure avevano insinuato in me il tarlo del dubbio e non riuscivo a smettere di pensare che forse potevano avere ragione tutti quanti.


-Gesù Bimba mi hai fatto morire di spavento. Come ti senti?-


-dobbiamo parlare Bradley.- dissi semplicemente mettendo fine all'abbraccio.


Lui mi guardò con quei maledetti occhi sgranati e mi avvicinai alla poltroncina dove stavo seduta fino a dieci minuti prima, con Bradley alle calcagna.

5fh AvenueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora