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La mattina seguente, mi risveglia con un assordante mal di testa, ero tesa ancora per la vicenda dei messaggi della notte precedente; avevo soltanto voglia di pensare, che ciò che avevo letto era solo un brutto sogno.
Dopo essermi resa conto di tutto, realizzai di non aver sognato.
Mi voltai verso la parte del letto di Jackson, in cerca di spiegazioni, ma quando appoggiai la mano sul materasso, purtroppo, non vi era nessuno.
Al posto suo, una lettera, dalla busta azzurro confetto.
Aprendola, ne fui sorpresa. Il carattere con cui era stata scritta non era né turbato, né velato dalla preoccupazione, "strano" dissi tra me e me.

"amore,
spero tu abbia dormito bene e ti sia risposata sufficientemente" *si Jackson, ho dormito come un ghiro*
"oggi io e i ragazzi siamo occupati per vari impegni. starò via tutta la giornata, scusami.
prometto che mi farò perdonare stasera" *mi piacerebbe sapere che faccende hai sempre da sbrigare dio santo*
"ti amo.
jackson." *CHE COSASSAASS JACKSON, "TI AMO" , IO, COME, COSA, DOVE, ODDIO, MI STO SENTENDO MALE*
Non potei che continuare a fantasticare su quel meraviglioso ragazzo e pensare che, forse, quei messaggi, erano solo qualcosa che non ci riguardava o che, magari, jackson aveva già risolto tutto, dal momento che non sembrava spaventato o preoccupato.

Era pomeriggio inoltrato, mi trovavo in salotto con Rebecca, Chiara, Rosé, Lisa e Jisoo.
Lisa e Rebecca guardavano dei video assieme, ridendo e scherzando. Io e Rosé leggevamo un buon libro. Chiara e Jisoo mangiavano dei biscotti e conversavano tranquillamente.
Ad un certo punto sentii il bisogno di andare in bagno. Mi diressi al piano, ma qualcosa mi bloccó, facendomi gelare il sangue.
Vi era una stanza avente, al posto di una porta di legno, una di vetro, quindi si poteva benissimo vedere cosa succedeva all'interno di quello spazio.
C'era jennie e un uomo: la teneva stretta, in braccio, sollevata da terra, lei cercava di dimenarsi, senza successo. Mi spostai leggermente, con il cuore in gola e mi accorsi dei corpi di Francesca  e Anna, distesi a terra. Altri due uomini, le presero in braccio, non erano morte, probabilmente solo svenute.
Delle grida, provenienti al piano inferiore, mi fecero subito dopo sobbalzare.
"AIUTO. AIUTO. " dovevano essere Rebecca e Chiara.
Sentii mobili muoversi e alcuni lamenti di dolore, sembrava Rosé.
"Oddio Rosé" urló Jisoo.
"Cosa gli avete fatto bastardi! Non si tocca una ragazza! " sbraitó Lisa piangendo.
"STAI ZITTA PRIMA CHE FACCIA LO STESSO TRATTAMENTO, SIA A TE CHE ALLE ALTRE." una voce, profonda, maschile, vecchia le rispose.
Mi voltai e notai che gli altri tre uomini erano usciti e stavano guardandomi.
In braccio tenevano le ragazze.
"Prendetela" urló il più robusto.
"Non lasciatela scappare" disse un altro, molto alto e magro.
Iniziai a correre come una pazza, dovevo raggiungere la stanza di Jackson, lí c'era un telefono, poteva aiutarci.
Corsi più che mai, entrai nella stanza e chiusi la porta a chiave in faccia al tizio, il quale mi stava rincorrendo.
"Troietta dei miei stivali, apri quella cazzo di porta o ti faccio vedere io come piangi" disse dall'altro lato della parete.
Presi il telefono, digitai il numero di Jackson iniziando a disperarmi.
"Ei amore" esclamò tutto contento di sentirmi, pensando che tutto andasse bene.
"Jackson. I tizi che volevano rapirci. Sono qua, Jackson hanno preso tutte ommiodio hanno picchiato Rosé, Jackson aiuto, aiutaci ti prego" cercai di spiegarmi il meglio possibile.
"Cosa?! Oddio, arrivo amore, arrivo, non ti faranno nulla quei bastardi!".
Il tipo stava iniziando a sfondare la porta, era quasi aperta.
Strinsi il telefono fra le mie mani "Jackson mi prenderanno, mi prenderanno." esclamai confessando il mio destino.
"Amore ti prometto che ti riporterò a casa, tutto questo è colpa mia, oddio non dovevo, non dovevo!" la sua voce era tremante, come se fosse in punto di scoppiare a piangere.
L'uomo si era fatto strada nella stanza e afferratomi per i capelli, facendomi urlare.
"Piccola bambina capricciosa, ti ho preso" mi disse.
"Lavinia! Lavinia!" continuava Jackson dall'altra parte del telefono.
"Ahah il tuo ragazzo sta preoccupandosi per te?!?! oh che scena romantica!" prese il telefono e parló poi, mentre un altro uomo mi portava via.
"Amico, vedi di arrenderti e smetterla di cercarla, tanto si sa che i potenti e sopratutto, i cattivi, vincono sempre."
"Bastardo, ti uccido, se la tocchi" urló Jackson.
"Ora piango. Se non la smetti di rompere, le faccio saltare la testa, tanto una puttana in più o una puttana in meno. Solo che sai...un bottino pieno di occidentali e di asiatiche così...non lo avevo mai visto e sai ancora una cosa...ai nostri capi, garbava molto averlo."
"Io, giuro su tutto che finirete male" lo minacció Jackson.
"Ci piacerà molto poterne usufruire. Nulla di personale eh...Ciao tesoro." concluse l'uomo.

catch me when I fall/  jackson wang Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora