Capitolo 7

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Arius'pov

Quel martedì sera arrivò presto.
Come aveva detto il nonno era sulla sponda del lago.
I ragazzi che erano li vicino lo gurdavano con curiosità. Ovvio, loro non avevano mai visto un Dio nei panni di un uomo sulla quarantina vestito da pescatore.
《Ehi nonno!》
Si girò e mi sorrise.
Le facce dei ragazzi erano ancora più sconvolte.
《Nipotina! Sei pronta per cominciare?》
《Più o meno》dissi con voce incerta.
《Visto che non sei ancora pronta per le "cose" più grandi, più potenti, ti faccio vedere che poteri ha l'acqua su di te》

Mi prese la mano e divenne tutto buio.
Appena aprì gli occhi vidi la casa al mare dei miei.
Era impossibile, non ci si poteva smateriallizare dentro Hogwarts.
《Nonno, come è possibile che ci troviamo qui?!》
《Sai, essere un Dio ha i suoi vantaggi》 e fece un occhiolino.
Scoppiai a ridere, riusciva sempre a farmi sorridere.

Era ancora giorno là.
I miei genitori l'avevano comprata un anno prima che nascessi.
Da piccola, le ore di viaggio mi sembravano interminabili. Da Londra fino alla California era un viaggio molto lungo. Però, all'arrivo sorriso sempre. Sorrido ancora quando giungo a destinazione.
Mi da un senso di conforto vedere la casa, bianca come il marmo, in mezzo alla spiaggia deserta e affacciata sul mare.

Il nonno, vedendo che ero persa in questi pensieri, mi buttò in acqua. Arrabiatissima, corsi verso di lui schizzandogli.
Così iniziò la battaglia.
Mi accorsi che non mi stavano bruciando gli occhi, di solito ai miei amici hanno un dolore tremendo, quando gli schizzo in faccia. Anche quando il nonno mi "affogava", riuscivo a respirare normalmente.
Dissi tutto ciò che avevo notato.
《Altri poteri di tuo padre》 rispose con semplicità.
Tra uno schizzo e l'altro finimmo per essere tutti bagnati ed esausti, così ci sdraiammo sulla spiaggia.
A un certo punto Poseidone mi prende il palmo della mano e me lo taglia con una conchiglia molto, e dico molto, affilata.
Corro subito verso l'acqua e immergo la mano. La ferita si cicatrizzò subito.
Guardo stupita mio nonno cercando una risposta nel suo sguardo.
《Se mai ti dovessi ferire, immergi la parte offesa nell'acqua, qualsiasi tipo di acqua》
《Nonno, quando hai detto che te e Atena avete deciso di tenermi in vita, perchè sentivate qualcosa di speciale in me, vero??》
《Si. Quando Annabeth ti ha partorito eri circondata da una luce argentea. Nessun figlio di semidei è stato messo alla luce con questa particolarità》 si spiegò con naturalezza.
《Ora, nipotina mia, è ora di tornare al castello》

Si fece di nuovo buio.
Quando aprì gli occhi ero di fronte al Lago Nero.
Ero sola.

Dopo che mi misi il pigiama e andai a letto, mi chiesi perchè i miei genitori non me lo avevano detto. L'indomani mattina avevo deciso di chiedere alla preside di convocarli.
Appena posai la testa sul cuscino, sprofondai in un sonno profondo.

Dieci anni fa.
Casa al mare.
Ero nella vasca, stavo facendo il bagno immersa nella schiuma e giocavo con delle paperelle blu.
Mi stavo divertendo a creare correnti e onde per travolgere le papere.
Vidi per un secondo papà che sbirciava quello che stavo facendo.
Chiuse la porta di soppiatto.
Poi sentì parlare i miei genitori.
Cercando di non farmi scoprire, uscì piano dalla vasca.
《Glielo diciamo a mio padre?》
《Si. Come faremo a proteggerla ora?》
《Sai che la soluzione è andare sull'Olimpo》
《Percy, chiamiamo qua i nostri genitori divini e parliamone domani davanti a una tazza di caffè》 disse mia madre con voce severa ma allo stesso tempo preoccupata.
《Ok, ora mandiamo un messaggio per dirglielo.》
《Ho paura
《Ragazza saggia, tranquilla. La profezia non parlerà sicuro di lei》

Mi svegliai di soprassalto.
Dovevo subito incontrare i miei genitori.

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