Prologo

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Tooru Oikawa aveva sempre la sensazione che nella sua vita ci fosse qualcosa mancante, o di cui non si era mai accorto. Non lo ignorava completamente. Dentro di sé era un concetto chiaro e semplice, che non voleva ammettere, pur di continuare a vivere nella normalità.
Ci rifletteva spesso, col tempo, sarebbe diventata un'ossessione che lo avrebbe spinto alla verità. Nei suoi diari, chiamava questa domanda la "Questione Mijime", e occupava pagine su pagine di dolore internalizzato e mai rivelato. Lo teneva sveglio la notte e capitava che fosse talmente preso da quei pensieri da non accorgersi del mondo intorno a sé. Spesso camminava fino al parcogiochi del suo quartiere e si lasciava cadere su un'altalena. Non ci andava praticamente più nessuno, lì.
Capitava che ci andasse di notte, anche d'Inverno, e rimanesse a guardare le stelle, magari con le cuffie sulle orecchie per coprire i suoni della vita di quartiere, se era giorno, per sovrastrare il rumore dei suoi pensieri la notte. Rifletteva a ritmo di canzoni lente, spesso anche musica classica, a volte single di serie tv fatte al violino, strumento che gli piaceva particolarmente.
Altre volte semplicemente si stendeva sul letto con le cuffie e si estraniava dal mondo, non rispondeva più al telefono e rispondeva con monosillabi alle domande dei suoi genitori.
Eppure, pensandoci la sua vita non sembrava male. Bastava quella singola verità per far crollare tutto. Una singola parola, un'ammissione a tutti quanti, e sarebbe stato solo, rovinato. Niente più pallavolo, amici o famiglia.
Non voleva ammettere nulla a sé stesso perché era fidanzato da un paio di mesi Midori Katsuki, aveva tre amici su cui poteva contare in ogni situazione, era un ottimo giocatore di pallavolo, a scuola andava bene ed era ben voluto dai propri compagni di classe. Aveva un bel rapporto anche con la propria famiglia. Infondo, agli occhi degli altri non sembrava esserci qualcosa di realmente mancante. Eppure c'era. La sentiva, la sentiva mancare, e ogni volta che ne sentiva il bisogno, un dolore cominciava a propagarsi nel suo petto, facendogli mancare il fiato per qualche secondo.
Non gli succedeva mai quando era in compagnia, ed erano episodi rari.
Ci fu un giorno, però, in cui concluse che non poteva andare avanti così. Faceva troppo male, non teneva più.
Non era stato sincero né con gli altri né con se stesso.
Perché aveva dovuto intensificarsi proprio in quel momento?
L'espressione confusa di Iwaizumi Hajime gli disse che non era stato in grado di nascondere i propri sentimenti.
Iwaizumi Hajime gli aveva appena detto di essersi fidanzato.

Note di fine capitolo
Sono tornato. Terrò questa storia come esercizio di scrittura, e ho intenzione di finirla, questa volta per davvero. Ho deciso di farla girare intorno ad un argomento che mi sento molto vicino. Buon Pride Month. 🌈

Do I wanna know? (Iwaoi) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora